Adesso sono gli uomini che devono interrogarsi. Non tutti gli uomini uccidono, ma sono uomini e sempre più giovani che uccidono fidanzate, amanti, mogli. E lo fanno quando una donna mostra di non essere più un corpo a disposizione, quando decide di prendere in mano con libertà la propria vita.
È venuto il momento di mettere al centro non l’aggressore, vittime ne abbiamo viste fin troppe, troppe le storie di maltrattamenti che abbiamo ascoltato. Adesso sono gli uomini che devono interrogarsi su quella maschera di virilità che hanno ereditato, su quella pulsione di morte che esplode di fronte alla libertà delle donne, su un potere maschile che si è perversamente confuso con le esperienze più intime, sulle contraddizioni di dominio sul corpo femminile che tiene nascoste dipendenza e fragilità, quando non è più così sicuro.
La Giornata del 25 novembre contro la violenza sulle donne parla di voi.
UN MAESTRO RAGIONA SU QUELLO CHE DOVREMMO FARE ORA:
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definizionerivelatoria dice
Non capisco perchè si continua a parlare di violenza patriarcale. Un padre che fa violenza contro le sue donne non è un padre vero, ma un padrone delle loro vite.
NON PIU’ VIOLENZA PATRIARCALE, MA VIOLENZA PADRONALE.
Padronale è l’aggettivo chiave per capire il vero problema. E’ lo scoglio che la destra non ammetterà mai. Per favore smettete tutti di chiamare patriarcale ciò che è padronale.
Franca Bimbi dice
Penso che anche le donne debbano interrogarsi a fondo
Proprio chi da più tempo si è attivata contro la violenza sulle donne dovrebbe interrogarsi
– sulle politiche e le leggi che applaudiamo quando hanno spostato la priorità degli interventi sulle denunce alle forze dell’ordine e sulla legislazione penale
– quando andiamo in fiaccolate notturne sempre con gli stessi slogan, come se tutte le violenze e tutti i femminicidi ruguardassero le stesse tipologie di uomini
– quando utilizziamo protocolli che spostano in generale sulle istituzioni analisi, misurazioni e strategie antiviolenza senza distinguere la qualità ‘femminista’ delle e degli esperti.
Anche su questo femminicidio di oggi manca ancora una riflessione sul contesto culturale specifico dei rapporti di genere.
Soprattutto, ci piace la convergenza del Parlamento su un’ennesima risposta penale?
Siamo in attesa speranzosa della risposta culturale ? Saremo criticamente attente sugli interventi di educ sessuale affettiva etc che il governo vuol portare in tutte le scuole? Quali esperte e esperti verranno selezionati? I nostri modelli di intervento nelle scuole che limiti hanno?
Anche le donne hanno molte domande da farsi
ReseArt dice
L’etimologia delle parole maschio e femmina, le leggi delle religioni abramitiche hanno sempre dato la terribile impronta culturale al dominio maschile e alle finte forme di parità (che vedono anche donne al potere imitare i modi maschili e surrogarne il ruolo dominante) complici di tanti delitti e comportamenti sociali.
Osservate qui l’abnorme concetto di possesso e proprietà su persone e cose avallato dai comandamenti religiosi e poi anche dalla politica e da certa società.
“Non desiderare la moglie DEL tuo prossimo.”
“Non desiderare la casa DEL tuo prossimo… né alcuna delle cose che sono DEL tuo prossimo.”
Non siamo miseramente ipocriti per favore.
Un’educazione totale di bambini e ragazzi e una rieducazione diffusa
e incisiva per famiglie e società potranno cambiare qualcosa, nel tempo, sicuramente non l’ennesima disciplina di una scuola da superare, di una famiglia da superare, di una società da superare.
Maria Antonietta Ferreri dice
Buongiorno,
Penso a quella parte della bibbia in cui è scritto che la donna fu generata da una costola dell’uomo, mentre a generare sono le donne. A dare la vita è a rischiare di perderla sono loro. Non gli uomini che non ci hanno mai messo una costola.