Comune-info

Informazione indipendente

  • Pensare
  • Fare
  • Gridare
  • Agenda
  • Chi siamo
  • Sostienici
  • Newsletter
  • Contatti
FacebookTwitterInstagram Comune-infoMastodon Comune-info
  • Guerra
  • Nonviolenza
  • Clima
  • Migranti
  • Covid
  • Autogestione
  • Decrescita
  • Scuola
  • Territorio
  • Movimenti
  • Cura
  • Conversione ecologica
  • Rivoluzione
  • Camminare
  • Patriarcato
  • Gas
  • Agricoltura
  • Orti
  • Multinazionali
  • Bici

L’albero, le carrube e la poesia palestinese

Patrizia Cecconi
06 Febbraio 2015
Si dice che con il passare dei secoli non invecchi. Che diventi invece più frondoso, robusto e imponente. D’altra parte, a cent’anni il carrubo è davvero ancora giovane, tanto che produce in media ben 200 chili di frutti. Originario della Palestina, dov’era conosciuto già quattromila anni fa e dov’è stato amato dai migliori poeti contemporanei, arriva in Italia con i Greci ma è solo nel Medioevo, con gli Arabi – che lo chiamano kharrub – che il suo uso si afferma pienamente in Occidente. Da buon Palestinese, il carrubo è uno degli alberi più attaccati alla terra in cui cresce. Le sue radici sono capaci di penetrare a fondo, inserirsi nelle fessure, spaccare le rocce calcaree e inglobarle. Estirparlo significa il più delle volte ucciderlo. Fino a pochi decenni fa, i suoi frutti, le carrube, hanno salvato dalla morte per fame migliaia di persone. Oggi è diventato difficile reperirle, così, spesso, negli scaffali dedicati ai frutti esotici, le carrube un tempo cibo per maiali e cavalli hanno assunto prezzi proibitivi
Arcosu07
E’ ceratonia siliqua il nome scientifico del carrubo

di Patrizia Cecconi

“O caro amico, ci è sufficiente dipingere con l’inchiostro dell’anima … una chiara freccia … che indichi la direzione giusta verso il nostro carrubo”.

Era il giugno del 1986 e così scriveva Samih al Qasim al suo amico Mahmoud Darwish alla vigilia della prima intifada. I due grandi poeti palestinesi esprimevano la loro speranza prendendo come riferimento simbolico il “loro” carrubo.

Il carrubo, kharrub in arabo, nome scientifico Ceratonia siliqua, famiglia delle fabaceae o leguminose, è un albero che cresce lentamente, a 100 anni si considera giovane e produce circa 2 quintali di frutti, le carrube, e a 500 ne produce ancora circa 30 chili. Un albero che ha origine proprio qui, in Palestina, dove era conosciuto e usato oltre 4000 anni fa. Chioma sempreverde, lucida e folta che può superare i 10 metri di diametro fornendo un’apprezzatissima isola d’ombra quando il sole brucia la terra. Ha foglie composte, formate da coppie di foglioline di forma  ellittica a  margine intero e di colore verde scuro e brillante nella parte superiore.  E’ pianta generalmente dioica, cioè i fiori maschili e femminili sono portati su due diversi individui per cui la fruttificazione è possibile solo se entrambi i generi sono presenti. Il frutto inizia a formarsi in primavera subito dopo la fecondazione e matura completamente dopo un anno, prendendo la forma di lungo baccello, botanicamente detto “siliqua”, dapprima verde e poi marrone lucido e coriaceo. La polpa è dolce e fibrosa e i semi, durissimi, tutti di peso pari a 0,20 grammi e detti in arabo “qerat”, venivano utilizzati per pesare oro e pietre preziose dando nome a quell’unità di misura che ancora oggi si chiama “carato”.

Qualche migliaio di anni fa il carrubo attraversò il Mediterraneo con navi fenice e greche, anzi furono proprio i greci a farne conoscere la coltivazione nell’Italia meridionale, ma fu solo nel Medioevo con gli arabi – che ne furono i massimi esportatori e utilizzatori – che il suo uso si affermò in Occidente sia a livello alimentare, sia a livello farmacologico, sia per usi artigianali ricavati dal legno e dalle foglie.

Fino a pochi decenni fa i suoi frutti hanno salvato dalla morte per fame migliaia di persone e la sua importanza nel passato è testimoniata  dal Museo del Carrubo che si trova nell’isola di Cipro e che racchiude  un antico mulino per macinare le carrube e ottenere la farina di polpa e di semi con la quale si preparavano dolci e paste alimentari.

Questi baccelli che una volta erano cibo per poveri e per cavalli, oggi sono un frutto difficile da reperire nei normali negozi e quindi si trovano a prezzi proibitivi negli scaffali dedicati ai cibi esotici. E pensare che nel vangelo di Luca si legge che il “figliol prodigo”, divenuto povero e affamato, “Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci…”. Si legge pure che san Giovanni Battista, cioè il profeta Yahya per la religione islamica, visse anni nel deserto nutrendosi solo di carrube, perché queste possono essere essiccate e conservarsi per mesi e mesi e forniscono zuccheri, vitamine, proteine e sali minerali.

In effetti 100 grammi di carrube forniscono circa 220 calorie, 90 gr. di carboidrati, 40 gr. di fibre, 1 gr. di proteine, vitamine B,C,E e sali minerali; non hanno glutine e quindi sono adatte anche ai celiaci.

Nell’industria conserviera la farina di carrube viene usata come addensante (E410) in quanto ha la capacità di assorbire acqua per più di 50 volte il suo peso. Proprio questa caratteristica, insieme ad altri principi attivi, ne fa un valido regolatore intestinale, ottimo per riequilibrare la flora batterica, eliminare gonfiori e proteggere le pareti gastriche. Inoltre accelera il metabolismo, inibendo l’assorbimento dei grassi e favorendo la produzione di HDL, il “colesterolo buono” . Nonostante la sua ricchezza in carboidrati  la farina di carruba è un utile coadiuvante nel controllo del diabete mellito perché contiene zuccheri riduttori che non alterano il picco glicemico.

garrrovesZ

In erboristeria cosmetica viene usata la farina di semi mescolata a burro di cacao o cera vergine per ottenere una maschera per il viso emolliente e antiossidante.

L’infuso di carrube, come rimedio officinale, viene usato per calmare la tosse, contro il mal di gola e per schiarire la voce, uso che ne facevano i cantanti lirici fino al secolo scorso.

Ma l’infuso di carrube è anche una bevanda tipica del Ramadan. E’ estremamente semplice da ottenere, basta lasciare in acqua fredda le carrube spezzate per un paio d’ore. Ne viene fuori una bevanda dolcissima che si beve dopo il tramonto e che reintegra zuccheri, liquidi e sali perduti durante il digiuno rituale.

Il carrubo ama il caldo e il sole, non chiede acqua, sopporta le condizioni più dure ma non il gelo prolungato. Spunta da un seme caduto dal frutto e ama restare laddove è nato. E’ uno degli individui arborei più attaccati alla terra in cui cresce. Le sue radici sono capaci di penetrare a fondo, inserirsi nelle fessure, spaccare anche le rocce calcaree e inglobarle. Estirparlo significa il più delle volte ucciderlo.

Si dice che il carrubo non invecchia col passare dei secoli ma diventa più robusto, più frondoso, più imponente. Insomma, è un albero palestinese per origine e per vocazione e oltre ad essere bello sia d’estate che d’inverno, potrebbe essere ancora una fonte di reddito e di salute utilizzandone le numerose proprietà offerte dai suoi frutti.

Comments

  1. Patrizio Gagliardi says

    6 Febbraio 2015 at 14:43

    Sono finalmente riuscito a piantarne uno, procuratomi da un amico.
    Qualcuno mi dà del matto, perché pianto carrubi e noci, sostenendo che non ne vedrò il frutto. Ma io non li pianto per me. Li pianto in omaggio allo spirito lungimirante di chi ha piantato i noci e i carrubi di cui io oggi mangio i frutti.

    Non bisogna piantare a scopo di trarre un guadagno, ma per gratitudine. Trovo squisite le carrube, ma il desiderio di averne un albero nasce proprio dal fatto che ho sempre cercato di immaginare quanto debba essere prezioso in caso di carestia. Non immaginavo però che arrivasse a portare anche 200 chili di carrube.

    Grazie per questo articolo e per questa stupenda foto.

    Rispondi
  2. Rosaria Gasparro says

    6 Febbraio 2015 at 14:50

    Io con le carrube ci faccio un liquore buonissimo, come il rosolio della nonna. E di Darwish con i ragazzi scriviamo i versi sui muri.

    https://comune-info.net/2014/07/parlo-coi-muri/

    Rispondi
  3. luca says

    10 Febbraio 2015 at 21:52

    potresti passarmi per favore la ricetta del liquore?! sembra buono! grazie!!

    Rispondi
  4. ro' topini says

    27 Ottobre 2015 at 21:42

    Amo gli alberi tutti…… e vedo e tocco un carrubo qui a Genova quando porto la cagna a spasso…non dà frutti perchè è solo…. ed è bellissimo e contorto e forte in mezzo al traffico…
    Grazie a Patrizio per le belle parole e grazie per l’articolo….
    ro’

    Rispondi
    • Leonardo Bonamico says

      22 Marzo 2022 at 13:46

      Sicuramente è maschio… bisogna piantare al suo fianco una femmina dà Vivaio….

      Rispondi
  5. Leonardo Bonamico says

    22 Marzo 2022 at 13:50

    Io il 9 marzo 2022 né ho piantato uno dietro casa mia…. sicuramente all’età di 50 anni… vedrò i suoi primi frutti….. importanti seminarli x i brutti tempi che corrono…tra’ guerre è pandemie….

    Rispondi
  6. Vic Rizzo says

    22 Febbraio 2023 at 06:44

    Io abito in Canada adesso mi ricordo quando ero in Italia in Calabria cerano molte piante di corrubi bellissimi alberi facevano molti frutti🌺❤️

    Rispondi

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Benvenuti Ovunque - Osservatorio sull'accoglienza diffusa di migranti e rifugiati
Osservatorio sull’accoglienza diffusa
di migranti e rifugiati


ricominciamo da 3. Sostieni comune -nfo

Comune-info

Dieci anni e più. Campagna 2022

Campagna Comune-info 2022

Sostieni Comune-info

Ultimi articoli pubblicati da Comune-info

Pensare

Il nostro disturbo di accumulo

Annamaria Manzoni

Quell’uomo ritrovato cadavere in casa, sommerso da una cumulo di oggetti

Gridare Primo piano

Negazionisti di fatto

Guido Viale

Neve artificiale, auto elettriche, Ponte sullo Stretto e altri deliri

Gridare

E quel manifesto?

Andrea Guerrizio

L’indignazione di un uomo di vent’anni. E il bisogno di un pensiero condiviso

Gridare

Sì, ci riguarda

Gianluca Peciola e Francesca Tagliafierro

Due giorni di laboratori, musica e confronti per parlare di carcere

Gridare Primo piano

Sotto quello stormo nero

Antonio Mazzeo

In fondo, poi, siamo stati sempre convinti che per spiegare le ragioni inconfessabili della guerra ci fosse bisogno dei classici vecchi trucchi, quelli che hanno sempre funzionato: si uccide in nome della pace, perché ce lo chiede un dio, per portare la civiltà e il progresso dove non c’erano e infine, per dirla in modo […]

Gridare

Un treno devasta la terra dei Maya

Francesco Martone

La modernità che viaggia sul binario della morte dei mega-progetti

Ultimi commenti inseriti su Comune-info

  • Daniela Degan di Chiudiamo: “Penso alla prima volta che sono venuta a via nola e vi ho incontrato! Dovevamo fare insieme la pasta fatta…”
  • stella gaetano di Cinquemila litri di acqua: “ESPRIMO TOTALE SOLIDARIETA’ E CONDIVISIONE A “ULTIMA GENERAZIONE”. N ardella è solo un tragicomico figuro in carriera. Degno figlioccio del…”
  • Gianni di Cinquemila litri di acqua: “5000 litri di acqua per un chile di carne… Ma vi siete mai accorti che le mucche pisciano e irrigano…”

Cerca su Comune-info

Contatti

Email:
Whatsapp : +39 335 5769531

Facebook

Twitter

Follow @comuneinfo

Privacy Policy – Cookie Policy - Powered by botiq.it

Gestisci Consenso Cookie
Usiamo cookie per ottimizzare il nostro sito web ed i nostri servizi. Privacy Policy
Funzionale Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Gestisci opzioni Gestisci servizi Gestisci fornitori Per saperne di più su questi scopi
Preferenze
{title} {title} {title}