Mi intrufolo nella discussione tra veri scienziati per proporre alcune considerazioni, rivolte a loro e a tutti coloro che, come me, si sono vaccinati e hanno il green pass in tasca. La prima invita a ricordare che i regimi che hanno messo la protezione della salute al di sopra del rispetto della libertà personale e collettiva sono stati sempre, storicamente, totalitari e non democratici (vedi Unione Sovietica o Cina). Conosco l’obiezione: che c’è libertà solo se si è vivi e non morti. E infatti ci difendiamo dal pericolo di ammalarci e di morire con varie misure di protezione: distanziamento, tamponi, mascherine, vaccini. A breve si raggiungerà l’immunità di gregge: 75/80 per cento della popolazione sopra i dodici anni (se ho capito bene). Da quel momento, se si continua a volere e a imporre che tutti si vaccinino, dovrebbe apparire a tutti evidente che l’esigenza non è più quella dell’immunità (sanitaria), ma del gregge (socio-politica). E se una maggioranza non è capace di accettare delle minoranze renitenti e cerca solo di reprimerle e obbligarle ad un’adesione coatta, ci inoltriamo verso una ditta-cura totalitaria, e non verso una democrazia. Senza libertà ci resta solo la sopravvivenza, magari in salute, ma senza più una vera vita.
La seconda invita a ricordare che vivere con altri, in società, significa sempre accettare dei rischi, oltre che dei vantaggi. E che è sempre essenziale, nei conflitti, se si vuole gestire bene il negoziato, fare delle chiare distinzioni: – tra il contagio ed il contagiante (tra l’errore e l’errante): il problema è il virus, non il mio simile – tra le posizioni di coloro che avversano la mia: continuare a rimarcare (all’opposto di quel che fanno i mass media, i politici, i governanti e molti esperti) la differenza perlomeno tra chi: a) si è vaccinato ed ha il green pass, ma è contrario all’utilizzo discriminatorio di quest’ultimo (come me, e come gran parte di coloro che hanno firmato la petizione in ambito universitario); b) si è vaccinato ma è contrario al green pass, c) non si vuole vaccinare ed è contrario al green pass; d) nega l’esistenza stessa del virus e/o crede in un complotto mondiale. Non credo sia utile proseguire a cercare argomentazioni verso i (non tantissimi) casi d). É e sarà la realtà a persuaderli, anche duramente, purtroppo. Credo invece sia utile continuare a dialogare con i casi b) e c), evitando inquisizioni alla rovescia (in cui la scienza razionale perseguita sciamani, neo-eretici e magnetisti) e opposti estremismi-integralismi tra scientisti/antiscientisti e vax/no vax. Questo non sta accadendo, anzi.
È sempre di parte cercare chi ha iniziato. Da entrambe le parti si sentono discorsi che non rispettano le scelte dell’altro: da un lato attraverso i ricatti e gli obblighi, dall’altro con offese, attacchi e sberleffi che attaccano le persone e si nutrono di diffidenze a priori. Sarebbe intelligente ed umano, invece, ripartire da capo, senza diktat, minacce o invettive da entrambe le parti.
Credo, infine, che sarebbe bene avviare un vero dibattito pubblico e un confronto, almeno all’interno dell’Università, con coloro che, come me, fanno parte del gruppo a). É la fatica della democrazia, ma va fatta. A meno che non si preferisca, anche in questo caso, scegliere altri tipi – più autoritari e marziali – di governo delle differenze. A meno che non vi basti che ci si lasci liberi di abbaiare alla luna, più o meno tollerati. Ma ho la sensazione, e non da ora e non solo per la pandemia, che purtroppo questa sia la china che ormai abbiamo preso (e non solo all’interno dell’Università).
E arriviamo alla terza e ultima considerazione. Ho firmato la petizione perché:
– Accettare il green pass per accedere alle lezioni o in ateneo significa porre dei limiti alla partecipazione di studenti e docenti che ne hanno invece diritto in quanto tali, senza ulteriori certificazioni, in quanto cittadini che lavorano e pagano le tasse (incluse quelle universitarie e sanitarie).
– L’obbligo del pass favorirebbe di fatto ulteriormente la Didattica a Distanza, soprattutto per tutti coloro che non vogliono vaccinarsi, che si aggiungerebbero a tutti coloro che – a partire da vari fattori non sanitari – già preferirebbero stare a casa, davanti ad uno schermo;
– Il green pass è, al momento, soltanto uno strumento per forzare alla vaccinazione, da parte di chi non vuole (o sa di non poter) obbligare apertamente ad essa. Rappresenta quindi un escamotage: pretende di evitare e saltare la questione morale che la scelta libera imporrebbe sempre in forma dilemmatica, tra esigenze del singolo e della collettività e tra istanze di protezione e istanze di relazione. Dilemmi che attanagliano sempre anche me, e credo e spero anche molti di voi, nella nostra perpetua docta ignorantia.
Enrico Euli è ricercatore alla Facoltà di Studi Umanistici dell’Università di Cagliari, in cui è docente di Metodologie e tecniche del gioco, del lavoro di gruppo e dell’animazione. Ha pubblicato vari testi (l’ultimo: Fare il morto per Sensibili alle foglie) e articoli.
LEGGI ANCHE Ostaggi in Assurdistan, ovvero: il lasciapassare e noi (Prima puntata, Seconda puntata) Wu Ming, Serve vaccinare i giovani? Sara Gandini, I “No-Vax” devono morire… Niccolò Bertuzzi, Un approccio precauzionale S.G. e M.M.
Giovanni Scotto dice
Grazie a Enrico Euli, fa piacere sentire la sua voce in questo periodo così “complesso” (per usare un eufemismo).
maria gianotti dice
grazie Enrico Euli, nelle scuole il green pass è stato il pretesto per continuare a formare classi di 27, 28 persone, ad avere bagni senza finestre, a non installare purificatori d’aria…e a coltivare diffidenza e razzismo verso chi viene da paesi dove vaccinarsi è impossibile…
luisella chiavenuto dice
Anche chi si aspetta che il vaccino risolva l’emergenza potrebbe essere duramente smentito dalla realtà… E la sua affermazione, che riporto di seguito, rientra nel gruppo d 🙂 “Da quel momento, se si continua a volere e a imporre che tutti si vaccinino, dovrebbe apparire a tutti evidente che l’esigenza non è più quella dell’immunità (sanitaria), ma del gregge (socio-politica). “” …. Quindi non vedo perchè questo gruppo d debba – come lei dice -essere escluso dal dialogo…
Michele Tabacchini dice
Ripartire da capo, certo, se fosse possibile. Ma come giustificare le decine di migliaia di morti da covid per abbandono. Per il rispetto acritico e contrario all’etica medica di ben due decreti legge che hanno impedito al gregge di medici di famiglia di curare i pazienti a casa. Se la scelta della cura, meno onerosa e invasiva, fosse stata la risposta al covid, oggi non avremmo obblighi di green pass e ricatti per obbligare al vaccino.
Paolita dice
E se invece che nell’Italia positivista, razionale e “scientifica” vivessimo nel Perù degli Inca e in nome della salute pubblica ci venisse richiesto di sacrificare le primogenite? O nell’Europa del diciassettesimo secolo, e si chiedesse a gran voce di bruciare la strega per mettere fine alla siccità castigo di Dio? Il paradigma scientifico, ogni tanto, andrebbe messo in discussione, soprattutto quando pretende di essere creduto sulla base del principio di autorità e non della verificabilità
Claudia m. dice
La cosa che più mi colpisce di questo articolo è l’onestà dell’autore. Personalmente sono vaccinata e in possesso del greenpass, ed essendo una persona fragile ce l’ho un po’ con le citate categorie b, c e d, però questa apertura al dialogo la trovo molto umana. Grazie
PIERA dice
Per rispondere anche a Maria Giannotti, potrei argomentare in proposito con una
” sceneggiatura ” che in tempi non sospetti ho potuto ideare durante pausa d’esercizio nelle mie funzioni di docente bibliotecaria in un istituto di Napoli :
IO SPERIAMO CHE….SCENEGGIATURA di
PRIMO TEMPO : RICOSTRUZIONE SCENICA D’ UN’AULA DI LICEO CON CARTINE GEOGRAFICHE, SOSPESE ALLA MEGLIO, E RATTOPPATE IN PIU’ PUNTI . PRESENTE E’ IL DOCENTE DI TURNO. SULLA PARETE DOVE E’ ADDOSSATA LA CATTEDRA, SGHEMBA UNA FOTOGRAFIA INGIALLITA DEL PRESIDENTE IN CARICA E, DAL RETRO DELLA LAVAGNA, PUNTUALMENTE IMBRATTATA DA FRASI AD EFFETTO REPELLENTE, MONOTONA LA VOCE UNIFORME E DISTACCATA DEL PROFESSORE INCARICATO, RIVOLTA AD UN GRUPPO INDISTINTO D’ ALLIEVI, A CUI E’ DIRETTA
MENTR’ ESSI CON ARIA DIVERTITA E ..DISTRATTA LO ASCOLTANO . CONTEMPORANEAMENTE E, CON FARE FURTIVO, IL DETTO PROFESSORE SORVEGLIA ATTRAVERSO LE IRREGOLARI FESSURE DELLE DISMESSE TAPPARELLE, LO SPAZIO RISERVATO NEL SOTTOSTANTE CORTILE, ALLA SUA NUOVA E FIAMMANTE FIAT 126
” USATO SICURO “.
LA RITMICA MELODIA, D’UN CELLULARE IMPORTUNO RISUONA INSISTENTEMENTE FRA I BANCHI . ( DIALOGHI TRA I PARTECIPANTI )
SECONDO TEMPO : RICOSTRUZIONE D’UN UFFICIO DIDATTICO PRESIDENZIALE, CON ANTICAMERA DESTINATA AL VICE-PRESIDENTE :
L’ARREDO D’ ENTRAMBE LE CAMERE APPARE SPOGLIO E, NEI RIGOROSI TONI DEL MARRONE, COMPIUTER, TELEFONIA, STAMPANTI E FOTOCOPIATRICI
ALL’APPARENZA DISPONIBILI PER TUTTI, TRONEGGIANO SU VETUSTE SCRIVANIE DECOROSAMENTE COORDINATE…
L’ACCESSO, INTERFERENTE,
DEL PERSONALE A.T.A. PREPOSTO AL RIORDINO E MANUTENZIONE DELLE STESSE, CONFERISCE AGLI SPAZI TOTALE PROVVISORIETA’ E PRIVACY INESISTENTE
SUI RIPIANI, VECCHIE IMPRONTE DI CAFFE’ ROVESCIATO, TESTIMONIANO LO SCARSO IMPEGNO DEL PERSONALE DI TURNO A RIGOROSE, PERIODICHE RIPULITURE . GLI STRUMENTI DI CANCELLERIA, COME GLI AUSILII DESTINATI AL CONSUMO …GIACCIONO SOTTO CHIAVE ONDE DISSUADERE EVENTUALI MAL’INTENZIONATI CHE PROCEDESSERO AL RELATIVO ASPORTO .
LE TOILETTE DIFFERENTI DA QUELLE DEI DISCENTI, PRESENTANO ALCUNI ACCESSORI
” COSIDETTI DI LUSSO ” INDISPONIBILI PERO’ AGLI SCOLARI :
CARTA DA LAVABO E DA WC IN ABBONDANZA,
SPECCHIO RIFLETTENTE MA, SPROVVISTO DELLA RELATIVA CORNICE, PRODOTTI SANITARI PER DISINTASARE GLI INGORGHI, SAPONE……
E L’ASSENZA
” INGIUSTIFICATA ” DEL VASO BIDET,
CONSIDERATO DAGLI UTENTI COMUNI UN
” OPTIONAL DI LUSSO ” RISERVATO AGL’ISTITUTI CON RETTA SEMI-PRIVATA !