L’impatto dei grandi parchi eolici sull’abitato di Unión Hidalgo, in Oaxaca, Messico. Le enormi estensioni vanno ad integrarsi in un più ampio contesto di aggressione contro i territori delle regioni di Oaxaca e Veracruz, rappresentato dal “Corridoio transistmico”, un mega progetto di trasporto merci intermodale che dovrebbe collegare il Golfo del Messico all’Oceano Pacifico attraverso l’istmo di Tehuantepec. È un progetto che prevede la costruzione di una linea ferroviaria AV, strade, porti, un gasdotto, l’ampliamento della raffineria di Minatitlan, lo sviluppo di 10 nuove aree industriali e l’istituzione di una ‘Zona franca’ [Ecor.Network ne ha già parlato qui, e qui]. Uno “sviluppo” che porterà nuova devastazione ambientale e sociale, distruzione di ecosistemi, di economie locali e modi di vita, come raccontano gli Oaxaqueni nel documentario En la cintura de México. Corredor Interoceanico, prodotto da Desinformémonos. Periodismo de abajo, che trovate in fondo. Uno sviluppo che ha già portato nuova violenza, subita dalla comunità ikoots con la strage del 21 giugno 2020 a San Mateo del Mar, a pochi chilometri da Union Hidalgo
La vorace costruzione di parchi eolici minaccia di “accerchiare” un comune oaxaqueño. Oltre a produrre rumore e inquinamento, le turbine eoliche hanno portano via a Unión Hidalgo la possibilità di crescere. In questo panorama, un procedimento legale intentato in Francia cerca di dare un po’ di tregua al “popolo delle nuvole”.
L’istmo di Tehuantepec è la regione del Messico dove i venti soffiano più forti, da 36 a 72 chilometri orari nei giorni più intensi. L’aria è così forte che gli autisti inesperti possono ribaltarsi con le loro auto e camion. Tale intensità dei venti è diventata una forte attrazione per il business dell’industria dell’energia eolica. Proprio su questa striscia di terra si trova Unión Hidalgo, comune di Oaxaca. Gli unidalguenses vivono a 25 chilometri da La Ventosa da dove è partita, nel 1994, l’installazione di aerogeneratori a livello regionale. Nonostante la vicinanza, le pale eoliche restavano un paesaggio lontano.
Tutto è cambiato nel giugno del 2011 quando Desarrollos Eólicos Mexicanos (Demex) – filiale della spagnola Renovalia Reserve – è arrivata e ha impiantato, a meno di un chilometro da Unión Hidalgo, i primi “ventilatori” del progetto Piedra Larga, e lo ha fatto senza consultare o informare la popolazione locale.
“Non sapevamo che avevamo diritto a essere consultati. E’ stato uno dei nostri errori come attivisti e attiviste. Iniziarono a costruire in mezzo al caos. Eravamo convinti che il territorio non fosse nostro” spiega la professoressa in pensione Rosalba Fuentes, 71 anni, che ha vissuto tutta la vita nel municipio di Unión Hidalgo. Oltre a cambiamenti nella vita quotidiana, come il rumore e l’inquinamento, ci sono altri problemi all’orizzonte. Se dopo quello di Piedra Larga si realizzeranno anche gli altri due progetti per la produzione di energia eolica – uno dei quali sviluppato dalla company Electricité de France – la comunità sarà circondata. Gli zapotecas dell’Istmo definiscono sé stessi Binni Záa, “popolo delle nuvole”. Così il popolo difensore del vento ha iniziato una battaglia legale in Francia, con l’obiettivo di fermare questi megaprogetti e tornare a respirare.
La vita stravolta da giganti di ferro e cemento
“Prima vendevamo alberi ora ferro e ventilatori. Durante la stagione delle piogge ci sono tuoni terribili, così forti e secchi che vorresti vivere da un’altra parte perché fanno paura. Anche i venti sono molto forti, abbiamo paura che trascinino le pale e ci feriscano” confessa la professoressa Rosalba.
L’installazione delle prime turbine eoliche, nel giugno 2011, ha cambiato la vita di Unión Hidalgo.
Chi ha affittato i propri terreni a Demex pensava ai posti di lavoro e ai benefici, non certo alle conseguenze negative. L’impresa ha pagato 200 pesos per ettaro prima di costruire le torri e poi 250 pesos l’anno. Anche se gli affitti sono aumentati non hanno mai superato i 5.000 pesos per ettaro. Il 30 ottobre del 2012, l’allora presidente Felipe Calderón inaugurò il parco eolico Piedra Larga, proprietà del Grupo Bimbo, e altri due parchi eolici nella regione (La Venta II e Oaxaca I). Durante l’atto Calderón fece riferimento all’uragano Sandy che aveva colpito gli Stati Uniti e alla siccità che nel 2011 aveva devastato il Messico come conseguenza del cambio climatico. In quell’occasione il presidente disse che “dobbiamo scommettere sull’energia verde”.
In realtà, neanche gli aerogeneratori hanno rappresentato quella tecnologia “verde” tanto pubblicizzata. Sono stati tagliati alberi per fare spazio a torri di alte 82 metri con pale larghe 37. L’olio che fuoriesce tra le pale contamina la terra e le falde acquifere, mentre uccelli e pipistrelli muoiono nell’impatto contro giganti di 70 tonnellate di ferro e cemento. Le case situate ai margini della comunità sono a soli 800 metri dalle turbine eoliche di Piedra Larga. L’ingegnere civile Jesús Aquino Toledo, residente del municipio, ha misurato il rumore che producono: fino a 82 decibel, quasi il limite di ciò che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) considera “sicuro”. Ma essere al di sotto del livello raccomandato non significa che non sia fastidioso. Di notte il rumore impedisce a parte della comunità di dormire, ed è peggio per coloro che vivono nelle vicinanze: lì, le case vibrano.
Unión Hidalgo, comunità accerchiata
Nelle campagne di Oaxaca si estendono file e file di “ventilatori” a tre pale, distanti da 100 a 150 metri l’uno dall’altro. Ai loro piedi sono state asfaltate strade strette che portano a una centrale elettrica ronzante. Il terreno, diviso in quadrati, una volta era terreno agricolo. Ora non più. Qui ciò che si raccoglie è la forza dell’aria.
Unión Hidalgo si trova in una regione privilegiata per coloro che sfruttano l’aria. Una mappa dell’Inventario Nazionale dell’Energia Pulita (INEL nell’acronimo spagnolo, ndt) del Ministero dell’Energia illustra come in gran parte del paese non ci siano le condizioni per ottenere energia dal vento in modo realmente redditizio. La grande eccezione è l’Istmo di Tehuantepec. Ma la geografia è anche capricciosa: il vento soffia forte nell’Istmo ma la Sierra Madre lo indebolisce, quindi l’area utilizzabile si riduce. Dove l’aria è più forte sono già state installate turbine eoliche, sia in centri urbani che in zone montuose. Non è rimasto molto spazio.
Secondo l’INEL, un terzo di Unión Hidalgo si trova nella seconda zona a “più alta densità di potenza”; le turbine eoliche installate lì producono molta energia. La parte centrale del municipio, dove si trovano la comunità e Piedra Larga, è inclusa nella terza fascia di maggior potenza; il resto è nella quarta fascia. Questo spiega perché ogni ettaro di terra è così ambito. Gli abitanti di questo municipio di soli 113 chilometri quadrati percepiscono già l’accerchiamento. Quando hanno bisogno di legna per cucinare devono camminare e andare sempre più lontano. Le guardie di sicurezza che controllato il perimetro delle terre affittate a Demex impediscono loro il passaggio a terreni che prima attraversavano tranquillamente.
La situazione può peggiorare se si installeranno altre pale eoliche, come vorrebbe Électricité de France (EDF) con il progetto Gunaa Sicarù. Per iniziare le terre comunali sono state fatte passare, irregolarmente, come proprietà privata con il sostegno di notai compiacenti. A denunciarlo è Juan Antonio Lopez, coordinatore di Justicia Transnacional del Progetto Diritti Economici, Sociali e Culturali (Prodesc). Questa organizzazione non governativa, impegnata a difendere i diritti umani, è quella che accompagna gli unidalguenses nel procedimento legale in Francia.
Secondo il governo messicano, questo “progetto verde” di investimento privato costerebbe alla compagnia francese più di 271 milioni di dollari (6 miliardi di pesos). In cambio Electricité de France, in base al permesso E/1922/GEN/2017 rilasciato dalla Commissione Regolatrice dell’Energia, gestirebbe per 30 anni un impianto con la capacità produttiva di 818.264 Mega-wattora all’anno, equivalente al 28% del consumo nazionale, che può essere venduto alla Commissione Federale di Elettricità (CFE) o a consumatori privati.
Il contratto non ha mai preso in considerazione la comunità. Nel 2020, il governo municipale di Unión Hidalgo e la Segreteria per l’Energia (Sener) hanno pianificato una consultazione popolare, ma è stata sospesa a causa della pandemia. Questo ha permesso agli abitanti di Union Hidalgo di organizzarsi con altre comunità oaxacane che resistono ai parchi eolici: Álvaro Obregón, La Ventosa, San Dionisio del Mar e San Mateo del Mar.
Il progetto del Corridoio Eolico nell’Istmo di Tehuantepec copre i comuni di Juchitán de Zaragoza, El Espinal, San Dionisio del Mar, Asunción Ixtaltepec, Unión Hidalgo e Santo Domingo Ingenio. Compagnie come la Demex o aziende che hanno comprato i parchi eolici, come Bimbo, hanno turbine in tutte queste località. Électricité de France prevede di installare parchi eolici a ovest di Unión Hidalgo, mentre Demex prevede di costruire a sud, verso la laguna.
Prodesc stima che il progetto Gunaa Sicarú occuperà 47 chilometri quadrati di territorio, quasi un terzo di Unión Hidalgo. Anche se una parte del progetto si trova a Juchitán e La Venta, la maggior parte dei mulini sarà a Unión Hidalgo.
“E’ come chiudere un ferro di cavallo”, commenta con preoccupazione Nóbel López Arenas, un difensore del territorio di Unión Hidalgo. “E noi saremo costretti a vivere solo nel centro urbano della città”.
ll contenzioso in Francia contro i parchi eolici
La legislazione in vigore in Francia ha aperto uno spazio di speranza per il popolo di Unión Hidalgo. La legge sulla dovuta vigilanza “obbliga le imprese francesi a rispettare i diritti umani di coloro con cui interagiscono su territorio francese o straniero”, spiega Juan Antonio López di Prodesc.
La richiesta del popolo di Unión Hidalgo ai tribunali francesi si basa sulle violazioni dei diritti umani delle comunità da parte di Electricité de France. Gli unidalguenses chiedono che il progetto eolico Gunaa Sicarú sia cancellato “per i danni ai diritti di un consenso libero, previo e informato, ai diritti all’ambiente e alla proprietà sociale”, e chiedono anche “la riparazione dei danni”. Le organizzazioni non governative per i diritti umani e l’ambiente come Greenpeace, The European Center for Constitutional Human Rigths y CCFD-TerreSolidair sostengono questa causa. I gruppi ambientalisti sono a favore dell’energia pulita sempre e quando “siano rispettati i diritti delle comunità perché non si può permettere o giustificare una violazione dicendo che si otterrà un beneficio ambientale”.
Ma nell’Istmo di Tehuantepec i parchi eolici vengono costruiti in violazione dei diritti delle comunità, sottolinea Prodesc, che considera una pietra miliare il fatto che le comunità facciano causa alle imprese che sfruttano le risorse naturali in Messico nei loro paesi d’origine. Su questo anche Rosalba, l’insegnante di Unión Hidalgo, è d’accordo: “Facciamo sapere al governo e al popolo francese i problemi che stiamo affrontando. Pensiamo che dovrebbero essere resi consapevoli di ciò che le loro aziende stanno provocando nelle nostre comunità”. Prima che gli aerogeneratori vengano eretti, gli abitanti di Unión Hidalgo hanno intrapreso un procedimento legale in Francia per la sospensione definitiva dei lavori. Difendere il diritto all’aria darebbe un po’ di respiro di fronte alla morsa che minaccia di soffocare il “popolo delle nuvole”, altrimenti i parchi eolici concluderanno l’accerchiamento e impediranno la crescita della sua gente.
Il documentario di Desinformémonos
Qui la versione in spagnolo di Los parques eólicos en Oaxaca asfixian a comunidad zapoteca, uscita su Corriente Alterna
Traduzione di Marina Zenobio per Ecor Network da cui lo abbiamo tratto.
Nelle ultime tre foto:
Manifestazione a Union Hidalgo contro i parchi eolici, 2018.
Le case degli abitanti di La Venta, Oaxaca, a 12 km da Union Hidalgo. Foto: Francisco Olvera, da la Jornada.
Donne di Union Hidalgo bloccano la strada per protesta contro l’installazione del parco eolico Gunaa Sicarú, 2019. Foto: Diana Manzo, da la Jornada.
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