Il 26 marzo comincia in Sudafrica il vertice dei Brics: Brasile, Russia, India, Cina e Sudarfrica. Darà vita alla prima Banca dei paesi «in via di sviluppo» riuniti nell’accordo multilaterale. Con l’economia, si rafforzano, naturalmente, anche gli accordi di cooperazione militare. Il Brasile, in particolare, scommette sulla diversificazione delle alleanze e aumenta la spesa militare. Tra i partner privilegiati, spicca la Russia di Putin: caccia, missili, elicotteri e radar sono i pezzi pregiati di un puzzle affaristico che prepara nuove minacce alla pace
di Raùl Zibechi
La visita del presidente russo Dimitri Medvediev in Brasile comporta un salto qualitativo nelle relazioni tra i due paesi. Anche se la gamma degli accordi raggiunti nei negoziati va dalla apertura del mercato russo all’esportazione di carne e soia brasiliane, fino alla creazione della Banca dei BRICS (Brasile, Russia. India, Cina, Sudafrica), che sarà formalizzata nella prossima riunione dei cinque governi nel mese di marzo in Sudafrica, ciò che va maggiormente sottolineato sono i progressi nella cooperazione militare tra le due potenze emergenti.
Tra il 2008 e il 2012 il Brasile ha acquistato appena 306 milioni di dollari in armamenti dalla Russia, principalmente missili portatili Igla-S e elicotteri da attacco Mi-35 (foto). In seguito alla visita a Mosca di Dilma Rousseff, nel mese di dicembre, una delegazione guidata dal capo di stato maggiore delle forze armate del Brasile, Josè Carlos de Nardi, ha visitato la Russia in gennaio.
Il gruppo era formato, tra gli altri, dai rappresentanti dei tre principali fabbricanti di armamenti del Brasile: Odebrecht, proprietario della fabbrica di missili Mectron; Embraer,l’azienda che produce i radar antiaerei Orbisat, e Avibras, produttore del principale missile brasiliano, l’Astros 11.
Odebrecht ha firmato in dicembre un protocollo di intesa con la russa Rostechnologii con l’obiettivo di costituire una impresa mista per il montaggio in Brasile di elicotteri russi Mi -171 e per allestire un centro di servizi per i già operativi Mi-35 (Defensa.com 18 dicembre 2012).
Ma la proposta principale è l’acquisto di batterie antiaeree ad alta tecnolgia Pantsir S-1, che può comprendere il trasferimento della tecnologia per la successiva fabbricazione in Brasile da parte di Avibras, Odebrecht e Embraer.
A quanto sembra i militari brasiliani ritengono che il principale problema da affrontare sia la insufficiente difesa antiaerea del paese, che può essere risolto con l’acquisto di uno dei più avanzati sistemi del mondo, come è quello che offre la Russia (Folha de Sao Paulo 1 febbraio 2013).
Per superare il “buco” nella difesa, come lo definiscono gli uomini in uniforme, si deve mettere mano ad una completa riorganizzazione del sistema difensivo aerospaziale.
Tra gli accordi bilaterali figura la inaugurazione nella Università di Brasilia di un punto di rilevazione che fa parte del sistema di geo-localizzazione russo Glonass, il primo fuori dal paese e l’unico capace di competere con lo statunitense GPS. I russi premono di certo per la vendita del loro caccia Su-35, il più avanzato della loro forza aerea, che compete con il francese Rafale e con l’F-18 Super Hornet della Boeing. Questi sono proprio due dei tre aerei da guerra che il Brasile sta studiando da quasi cinque anni, per metterli a disposizione delle sue forze armate.
La proposta russa arriva subito dopo che Dilma aveva comunicato a Francois Hollande, poco prima della visita a Mosca nel mese di dicembre, la decisione di congelare l’acquisto di 36 caccia Rafale, che è in sospeso da quando nel 2008 Lula e Nicolas Sarkozy firmarono un ampio accordo militare, che includeva la cooperazione tecnica francese per la costruzione di sottomarini in Brasile.
Anche se il governo di Dilma ha comunicato che l’acquisto era stato rinviato per motivi di budget, la maggior parte degli analisti registrano un raffreddamento nelle relazioni tra la Francia e il Brasile, dal maggio del 2010, quando furono sottoscritti gli accordi tripartiti (tra Iran, Turchia e Brasile) per risolvere il conflitto relativo al programma nucleare iraniano.
Sotto il governo attuale, il Brasile sta scommettendo su una diversificazione delle sue alleanze, soprattutto relativamente all’acquisto di armamenti, per evitare di cadere in una situazione di dipendenza da fornitori che potrebbero porre condizioni non convenienti per gli interessi del paese. Alcuni giorni prima di ricevere la delegazione russa. il ministro della difesa, Celso Amorim, ha sottolineato che il suo paese punta a raggiungere un livello ragionevole di autonomia tecnologica e industriale in grado di garantire la difesa (O Globo 17 febbraio 2013). Nella stessa intervista, Amorin ha comunicato la decisione del governo di aumentare la percentuale storica di investimenti del settore pubblico nella difesa, dall’1,5 per cento del PIL al 2 per cento, nella decade corrente.
Il Brasile ha già consolidato, secondo Amorim, accordi strategici con il paesi dell’area, attraverso il Consiglio Sudamericano di Difesa. Oltre alla partecipazione argentina nel cargo KC 390 della Embraer, il Brasile acquista lance fluviali dalla Colombia e partecipa al progetto di costruzione di una nave da pattugliamento fluviale con il Perù e la Colombia. Fuori dal continente sta costruendo missili aria-aria con il Sudafrica, mantiene una forte cooperazione con la Cina in campo spaziale e nel 2012 ha definito accordi nel campo dell’industria bellica con l’India.
Intanto, si sta ultimando la vendita di radar della brasiliana Mectron, per equipaggiare il caccia Yak-130, aereo leggero russo da addestramento e attacco, secondo quanto ha raccontato O Estado de Sao Paulo il 16 febbraio. In tal modo, i due paesi cominciano lo scambio di prodotti e tecnologie militari che interessano ad entrambi, il che permette di pensare ad una cooperazione a largo spettro, soprattutto se si conferma la costruzione di missili ed elicotteri in Brasile.
La crisi del vecchio ordine globale sta scomponendo il sistema di alleanze ereditato dalla guerra fredda, mentre ancora non si consolida la nuova mappa del mondo. La situazione che chiamiamo di instabilità, incertezza e riassestamento sarà un processo di vari decenni il cui inizio si può far risalire all’11 settembre 2001 (attacchi terroristici negli USA) o all’ottobre del 2008 (inizio della crisi economico finanziaria). Potremo indicare una data con precisione solo quando la situazione comincerà a stabilizzarsi.
La cosa più probabile è che prima che si manifesti il nuovo, si producano conflitti e guerre ancora più intense, con le loro conseguenze di distruzione e morte. E’ la storia del capitalismo. E’ anche una finestra di opportunità per noi, los de abajos, a condizione di saper guardare la realtà senza farci illusioni e senza cercare scorciatoie, e sempre se saremo capaci di perdere la paura di perdere il poco che abbiamo.
Questo articolo è uscito anche sul quotidiano messicano La Jornada
Traduzione per Comune-info: Massimo Angrisano
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