Tu resti fuori: è quanto rischia di sentirsi dire in ospedale, in questi giorni, un paziente, qualora insieme a lui dovessero giungere altre persone con più probabilità di guarire. Tu resti fuori dai confini dell’Italia e dell’Europa si sentono gridare i migranti. Tu resti fuori è quanto di fatto viene detto ai 50.000 senza dimora che non hanno una casa in cui rifugiarsi per evitare il contagio. E se cominciassimo subito ad aprire le caserme inutilizzate e altri spazi pubblici per garantire una casa a chi non ce l’ha, con i dovuti servizi collaterali?
Tu resti fuori: è quanto rischia di sentirsi dire in ospedale, in piena emergenza coronavirus, un paziente malato, qualora insieme a lui dovessero giungere altre persone affette da malanni e che hanno più probabilità di guarire.
Tu resti fuori, però, è quanto noi lavoratori del sociale sentiamo ripetere da anni. Per noi non si tratta di emergenza.
Tu resti fuori dai confini dell’Italia e dell’Europa, si sentono dire i migranti in fuga, assediati dai fascisti, dalla polizia, da sultani e dittatori. Tu vai fuori dal mio paese, tornatene a casa tua, è la logica sottintesa ai decreti Minniti-Orlando-Salvini, applicati ora dalla ministra al governo.
Tu resti fuori è quanto si è sentito dire Michele: erano i giorni più caldi dell’anno e aveva perso la vista. I suoi problemi di salute si erano fortemente aggravati. Tu resti fuori, ci ha detto il Comune. La stessa cosa ce l’hanno detta tanti altri servizi pubblici e privati. E lui, fuori, ci è restato: per tre giorni e tre notti abbandonato a se stesso in un parchetto. Pochi passi e finiva a terra. Come si fa a soddisfare i più basilari bisogni in questo stato? Ve lo riuscite a chiedere, a immaginare? No. Se non fosse stato per la rete di solidarietà creatasi intorno a lui, Michele starebbe ancora lì fuori, ed è la migliore delle ipotesi …
Tu resti fuori è quanto si è sentito dire Giovanni: ha problemi di dipendenza da alcool. Questa volta siamo già in piena emergenza coronavirus, pochi giorni fa. Si è pisciato e cacato addosso, è disorientato. Forse una comunità è disposta ad accoglierlo, ma ha bisogno di un posto dove passare la notte. Di qualcuno che si prenda cura di lui. Questo qualcuno non c’è, non c’è posto per lui (e se fosse contagioso?): e Giovanni resta fuori. Se ne va barcollando, a passare la notte chissà come, chissà dove.
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I momenti di crisi esasperano le contraddizioni del nostro vivere sociale: esse non nascono con le emergenze, sono già lì ben presenti e sotto gli occhi di tutti, ma nessuno in tempi di “normalità” le vuole vedere. L’emergenza esaspera il clima di violenza diffuso, la noncuranza verso i soggetti più colpiti dalle scelte politiche dei governi (la cosiddetta crisi economica), lo stigma sociale verso le persone considerate diverse. Così Michele e Giovanni, e Joy che vive sfruttata nel ghetto, continueranno a restare sempre più fuori. Ai margini della società, sempre più marginalizzati. Tu resti fuori, c’è il rischio di epidemia da coronavirus.
Il nostro lavoro,. come operatori sociali, risponde al principio opposto: tu puoi entrare, se vuoi; i tuoi problemi, i tuoi bisogni devono stare al centro; interrogare le contraddizioni sociali; essere una priorità per tutta la collettività. Questo per noi lavoratori del sociale è un principio assoluto, che vale sempre. E tanto più in tempi di crisi da coronavirus: sapete, i bisogni sociali sono una faccenda quotidiana, e non vanno in quarantena.
Restate a casa, si dice: in quale casa devono restare i 50.000 senza dimora che vivono in Italia? Siate solidali e responsabili, si dice: come si pratica la solidarietà se i decreti impedissero di fare il lavoro di strada di ogni giorno, se dovessimo chiudere o ridimensionare fortemente i nostri servizi e disgregare le nostre comunità? Nemmeno una parola è stata spesa dai nostri governanti, così decisi nell’applicare le zone rosse (dai tempi di Genova 2001 ho il terrore di queste due parole messe insieme), per suggerire azioni in favore di chi, fuori, ci sta già.
Che fare, dunque? Tenere certo presenti le dovute accortezze, ma continuare a includere. Aprire caserme inutilizzate e spazi pubblici per garantire una casa a chi non ce l’ha. Con i dovuti servizi collaterali. Sostenere le reti di solidarietà presenti nei nostri territori. Garantire supporto e sostegno, materiale, psicologico, relazionale. Che nessuno resti fuori! Né adesso e né mai più!
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Roberto De Lena è operatore sociale (ma è anche impegnato con Attac e Cadtm Italia) in Molise.
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Sara Serafina Silveri dice
Carissimo Roberto De Lena,i Sultani storici non erano dittatori.Il Califfato Islamico Europeo Omayyadi prima,Mamalucco poi è tutte le Sue evoluzioni fino all’Impero Ottomano noi lo chiamavamo Stupor Mundi perche’ mentre noi ci combattevamo citta’ contro citta’,Signoria contro Signoria,l’Islam costruiva Nazioni Continentali federato in Emirati con finanza continentale e moneta continentale centralizzate;parliamo di realta’ unite dal Marocco all’Iran alle Filippine quando noi credevamo ancora che la Terra era piatta!!!!Parliamo di 1000 anni fa come i regni di tutto il mondo,salvo rarissime eccezioni come San Marino,erano tirannidi ma tirannidi illuminate centrate sulle Universita’,intere citta’ come Baghdad,Toledo,Cordoba erano solo universitarie.Le Universita’ erano in assenza di eresia si studiava la matematica indiana riconoscendo i diritti di autore ai matematici indu”che noi conosciamo grazie al Califfato Islamico potente cinghia di trasmissione del sapere matematico dall’India all’Europa Islamica e Cristiana.Federico Secondo si accorse di questo e creo’ Castel Del Monte per riportare nell’Europa Cristiana continentale il progetto islamico in base cristiana. Non cibriusci’ ma poi a quel paradigma si convertirono i Templari,crearono un reticolo di Commende per tutta l’Europa sulla via dei pellegrinaggi con finanza etica centralizzata continentale;piano piano i Templari stavano facendo qualcosa di nuovo e quando il potere mercimonioso e simoniaco “cristiano” se ne accorse li distrusse.Ma qualcuno sopravvisse,rifugio’ in Scozia,si uni’ ai liberi muratori Scozzesi passano loro tra le altre cose questo sogno:lo Stato Continente Universale Centralizzato Federale.Ottocento Anni dopo la Massoneria Scozzese oramai Illuminista e Operativa lo realizzo’ nel Nuovo Mondo:Gli Stato Uniti D’America liberaldemocratici nato cristiano/coranico/Ismaelita ma oamai laico e aperto a tutte le fedi.Trecento anni dopo Ventotene e L’UnIone Europea.L’Unione Europea e’ il frutto di una lunga storia di un millennio non la si puo’ ridurre alla storia degli ultimi 70 anni importantissima per l’antifascismo ma non Ssolutizzabile a unica storia altrimenti non si potra’ mai vincere la trojca della BCE e fallira’.La Turchia in Europa anche con Erdogan e”fondamentale per riunire l’Europa alla Porta D’Oriente ,la Turchia,autorita'”naturale del Mediterraneo per la sua collocazione geografica geopolitica e perche’ erede naturale del Califfato Islamico Sunnita l’Islam Europeo da riunire storicamente all’Europa in modo paritario storico/culturale ed economico e cosi’ finira’ l’Europa corrotta della trojca filo Carlo Quinto e iniziera’ l’Europa di Castel Del Monte,che puo’ comprendere Ventotene, e che redistribuisce equamente il potere in tutto l’Euro Mediterraneo con l’ingresso della Turchia nell’East-Med come e’ giusto che sia.Tsipras e’ un nazisovietismo corrotto,dittatoriale,violento e omicida verso i migranti integrato nello schifo della Trojca di Bruxelles e di Aquisgrana.Lesbo e il modello russo Putiniano della permanenza ma non accoglienza sono un crimin contro l’umanita’ mentre i campi profughi in Turchia sono stati premiati dall’U.N.E.S.C.O.
Tornando ai nostri senzatetto sono d’accordo con te che bisogna trovare ampi spazi dismessi attrezzati dignitosamente,cosa urgente da fare,per consentire anche ai senzatetto di poter fare la Quarentena.Ciao Sara