Vengono soprattutto da Haiti, il paese più povero dell’Occidente, devastato da decenni di colonialismo e dall’ultima tempesta tropicale che ha distrutto 60 mila case, ucciso duemila persone e ferito altre diecimila. Oppure dal Nicaragua della dittatura più cieca e feroce della regione centroamericana. Chiedono un corridoio umanitario fino alla frontiera con gli Usa e spiegano che non potranno aspettare per mesi in Messico la risposta alle loro richieste d’asilo, come vuole il muro della procedura approvata da Trump e confermata da Biden. Nei giorni scorsi, in Chiapas, hanno trovato ad aspettarli 14 mila militari della Guardia Nazionale. L’ostilità verso i partecipanti con la pelle nera era evidente ma la repressione è stata verso tutti molto violenta, perfino sui bambini, e la carovana dei migranti fermata e dispersa. Una ferma condanna del razzismo e del comportamento del governo messicano e tutta la solidarietà possibile per i migranti sono arrivate dagli zapatisti
“Non hanno alcun rispetto, stiamo chiamando le organizzazioni del mondo affinché si accorgano di noi, stiamo solo cercando una vita migliore. Tutto questo lo sanno… una merda “, dice una donna di Haiti al momento di essere arrestata in Chiapas. La testimonianza è riportata dal Collettivo per l’Osservazione e il Monitoraggio dei Diritti Umani nel Sud-Est del Messico.
La recente carovana di migranti centroamericani, nel suo passaggio attraverso il Messico, è stata attaccata non solo dalla Guardia Nazionale (GN) e dagli agenti dall’Istituto Nazionale per le Migrazioni, ma anche da settori di una società che in altri tempi si sarebbe indignata per le violazioni dei diritti delle persone in transito attraverso questo territorio, e che ora, nello stesso modo in cui lo fa la destra, considerano illegale il viaggio di persone prive di documenti ma in fuga da violenze, persecuzioni e povertà. Oggi il mancato riconoscimento della crisi la rende più grave.
Il rapporto del Collettivo di monitoraggio del 2 settembre dà conto dell’intercettazione e delle aggressioni a persone migranti e richiedenti asilo da parte del governo messicano. Un atto ritenuto violento e del tutto sproporzionato dalle organizzazioni partecipanti a San Felipe, Escuintla, Carretera Costera Tapachula-Tuxtla Gutierrez.
Ci sono anche informazioni sugli attacchi contro i giornalisti che coprivano la carovana e i difensori dei diritti che l’accompagnavano. Li hanno bloccati lungo il percorso e sono stati intrappolati dai veicoli della Guardia Nazionale.
Mercoledì 1 settembre, mentre il presidente del Messico presentava il suo terzo Rapporto di governo, il portale Chiapas Paralelo ha riferito che gli agenti della Migrazione e la Guardia Nazionale hanno smantellato la carovana di migranti, che è stata sorpresa a Mapstepec, dove le persone “sono state sorprese, disperse e catturate”.
È stata segnalata anche la detenzione di bambine e bambini che sono stati sottratti alle loro famiglie e deportati senza il dovuto processo al confine con Talisman, un modo per “persuadere” le famiglie a smobilitare e disperdere le carovane.
I resoconti delle organizzazioni, le immagini e i video della repressione non lasciano spazio alla neutralità. L’indignazione deve far muovere con urgenza la solidarietà. Perché nessuno è illegale.
Fonte: La Jornada e desinformemonos.org
Traduzione per Comune-info: marco calabria
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