Lo sapevamo, l’abbiamo visto mesi fa in Italia con altre conseguenze e diverse intensità, ma se riusciamo ad allargare lo sguardo a scala mondiale certe cose si colgono con maggiori elementi di chiarezza: per esempio la segregazione che comportano alcune misure anti-Covid nei diversi quartieri delle grandi metropoli. Le forme di dominazione stanno mutando, le nuove si sovrappongono alle vecchie, senza sostituirle, spiega Raúl Zibechi da Montevideo, dove – malgrado l’Uruguay non sia certo paragonabile, in fatto di repressione, al Cile o al Nicaragua – il presidente dell’Associazione degli Avvocati penalisti definisce “assolutamente fascista” la legge che istituisce un nuovo reato, il procurato pericolo sanitario. Prevede che qualcuno possa essere punito con reclusione fino a 24 mesi “senza la necessità di dimostrare che la persona ha infettato qualcun altro”, una norma che mostra tutta la discrezionalità con cui si intendono stabilire le condanne. Il controllo su larga scala, con polizia, telecamere di sorveglianza e droni, è completato da forme di sorveglianza capillare che invadono ogni angolo dove c’è socialità, soprattutto nei quartieri più popolari
La segregazione, poiché separa le persone a seconda della classe, del colore della pelle, delle scelte sessuali o della geografia, è sempre stata una forma di potere. I lavoratori hanno sempre vissuto in quartieri separati da quelli delle classi medie e alte, in zone con meno servizi, con una qualità dell’aria e dell’acqua più scadente e con molto meno spazio verde.
I popoli indigeni e neri sono stati espropriati dei loro territori, un processo che si è acutizzato negli ultimi decenni, e che li condanna a vivere su terre meno produttive, spesso scoscese e in zone rocciose, come nel caso dei popoli Nasa e Misak del Cauca colombiano (NdT: Regione del Sud-Ovest della Colombia).
Ci sono molte altre forme di segregazione, ma ora ne appaiono di nuove, con la scusa della pandemia. Si preparano i “passaporti sanitari” per attraversare le frontiere, includendo o escludendo i vaccini che le multinazionali privilegiano o rifiutano.
Per esempio, un latinoamericano potrebbe non poter entrare in Europa se è stato vaccinato con il Sinovac, anche se è uno dei vaccini biologici più diffusi nella regione. Non solo esigono la vaccinazione, ma discriminano anche in base alla geografia di provenienza della persona, con una geopolitica sanitaria che aggrava la segregazione.
Siamo di fronte a una finestra di opportunità per coloro che, con la scusa della pandemia, cercano di limitare le libertà ampliando i codici penali. In Uruguay, il parlamento sta per approvare una legge che crea il reato di “pericolo sanitario”, che sarà applicato a coloro che violano le norme sulla salute.
Se il nuovo crimine sembra grave, il fatto che possa essere punito da 3 a 24 mesi di prigione “senza la necessità di dimostrare che la persona ha infettato qualcun altro”, è indicativo della discrezionalità con cui si intendono stabilire le condanne.
Il presidente dell’Associazione degli Avvocati penalisti, Juan Fagúndez, ha definito questa legge “assolutamente fascista”, poiché considera “un errore inventare un reato in queste circostanze e per questo momento”. Come è successo durante la dittatura militare, “ancora una volta ricadrà sui giovani la punizione del loro comportamento”, il che non ha nulla a che vedere con la salute, ma con l’imposizione di una disciplina a intere generazioni che non accettano l’imposizione di comportamenti da parte dello Stato e della polizia.
Fra le cose che si vogliono criminalizzare ci sono le feste e i raduni giovanili, che generano “assembramenti”, una circostanza che la polizia è impegnata a criminalizzare.
Mesi fa, il parlamento uruguaiano ha approvato una legge su un articolo della Costituzione, vietando per quattro mesi “assembramenti di persone” che possono generare un “rischio certo per la salute”. Tuttavia, quando è stato chiesto al governo di definire cosa intende per “assembramento” e quante persone include, la risposta è stata che spetta alla polizia definirlo al momento e sul campo.
In breve, è la polizia, o il “colpo di stato permanente”, per usare le parole di Michel Foucault, che ha il potere di definire se c’è un rischio per la salute quando gruppi di giovani si riuniscono. Negli ultimi mesi, la polizia ha interrotto più di 100 raduni al giorno, in un paese di appena 3 milioni di abitanti. In alcuni casi, si trattava di “gruppi” di sole cinque persone su una spiaggia, come dimostrato sui social network.
Quello che stanno cercando di fare è stringere le viti del controllo sociale vietando le manifestazioni (quella dell’8 marzo a Santiago del Cile è già stata accusata in tutto il mondo di diffondere la pandemia) e limitare i diritti e le libertà permettendo alla polizia di entrare nelle case private, persino di notte, se c’è una denuncia di rischio sanitario.
Interpreto questa situazione come parte della militarizzazione delle nostre società. Il controllo su larga scala, con polizia, telecamere di sorveglianza e droni, è completato da un controllo capillare, che invade ogni angolo della socialità popolare.
Anche qui ci sono differenze di classe e di geografia. Per dissipare qualsiasi accusa di “complottismo”, uno studio sulla mobilità a Montevideo (1,5 milioni di abitanti) con dati di Google, ci dice che la mobilità è diminuita del 51% nelle piazze, nei parchi e sulle spiagge; è scesa del 48% nei ristoranti, nei caffè e nei centri commerciali, e più del 40% nei trasporti pubblici; ma è aumentata del 10% nelle zone residenziali, cioè nei quartieri della classe media e medio-alta.
Siamo forse giunti al panopticon a cielo aperto, una gigantesca prigione le cui sbarre sono poco visibili, perché le sue guardie sono i nostri vicini, e persino noi stessi? Come si può fuggire da una tale prigione?
Non lo sappiamo, perché le forme di dominazione stanno mutando, le nuove si sovrappongono alle vecchie, senza sostituirle. Quello che è certo è che non ci sono vie d’uscita individuali e senza essere organizzati. Il resto dovrà essere improvvisato, provando, sbagliando e riprovando, finché non si riuscirà ad aprire delle brecce.
Fonte: “Nuevas formas de segregación y control social”, in La Jornada, 23/04/2021.
Traduzione a cura di Camminardomandando
hans drager dice
Bisogna essere davvero ciechi, soprattutto nell’occhio sinistro, se non si è in grado di percepire le seguenti connessioni, che sono diventate chiare al più tardi dopo la cosiddetta crisi Corona. Come altrimenti si può confondere gli sgherri con coloro che tirano i fili, che stanno orchestrando “il colpo di stato permanente” su scala mondiale?!
La SARS non ha portata i risultati desiderati, neppure l’influenza aviaria e l’influenza suina, ed Ebola è bastata “solo” per l’Africa. Tanto ha aspettato, la professione medica organizzata, qui come l’OMS, la prossima occasione per proclamare un’epidemia mondiale.
Coloro che chiedevano un governo mondiale possono ora vederlo dal vivo e in azione. L’OMS comanda la politica in tutto il mondo dalle sue sedi di New York e Ginevra. Tutti sono sotto l’incantesimo della classe medica e della sua DITTATORIA sanitaria (DOCTATORSHIP), termine tecnico: iatrocrazia.
Non è una coincidenza che la classe dei medici internazionale stia lanciando la sua propaganda terroristica globale di “virus”, “epidemia” e “pandemia” e le relative misure coercitive su ricetta medica proprio in questo momento. Si tratta di misure che non cercano nemmeno di nascondere la loro essenza medico-militare: sospensione dei diritti civili, terapia forzata, quarantena forzata, restrizioni di viaggio, chiusura delle frontiere, chiusura delle città, stato di emergenza, coprifuoco, azione militare, ecc. Anche “valori” come la solidarietà e la compassione saranno subordinati alle norme mediche e saranno considerati solo in relazione al valore assoluto della salute. Vedi http://www.spkpfh.de/Macchinazioni_ordite_dai_medici_coronavirus_EMF_Col.htm
Molti dicono che stiamo vivendo una svolta. La nostra convivenza non è più la stessa dopo questi eventi intorno a Corona. Alcuni sperano in cambiamenti nel sistema economico, più sostenibilità e meno pensiero di crescita. Altri vedono nuove possibilità di cooperazione, solidarietà ed empatia. Sentono il bisogno di relazioni autentiche su cui si possa contare e di cui ci si possa fidare, il desiderio di una nuova realtà che non può essere comprata e non può essere consumata, non sotto forma di pillole, non come una SALUTE dalla siringa, non come una terapia, di qualunque tipo essa sia.
Tuttavia, se questo riorientamento non si basa su un processo decisionale PRO malattia, manovreremo verso un’alienazione di specie ancora più profonda.
La creazione di colettivi di pazienti socialisti è l’inizio e un primo passo per rendere questo desiderio una realtà.
Non ci manca un virus o un medico.
Quello che ci manca è la specie.
Il segreto della malattia è la specie umana.
OPPONETE ALLA CLASSE DEI MEDICI COSTITUENDO LA CLASSE DEI PAZIENTI!
PRENDETE LA MALATTIA NELLE VOSTRE PROPRIE MANI!
Costruite ovunque dei collettivi di pazienti!
Incominciate, subito! Fate qualcosa per voi stessi! Fate un fronte voi stessi, un fronte di pazienti!
FARE DELLA MALATTIA UN’ARMA RIVOLUZIONARIA !
Luciano dice
condivido e vado ad approfondire. grazie
PIERA dice
IL POTERE………………di
IL POTERE PREVARICATIVO E CORROTTO,
SI MANIFESTA IN MANIERA SOTTILE MA PERCEPIBILE; DETERMINA CANCEROSI SOCIALE ED E’ PRESENTE IN OGNI CONTESTO COMUNITARIO DEMOCRATICO O TOTALITARIO .
IN REGIME TOTALITARIO E’ IMPOSTO ATTRAVERSO CONDIZIONAMENTI DI TIPO DITTATORIALE
CHE, FUNGONO DA DETERRENTE PER OGNI DISOBBEDIENZA E INTRAPRENDENZA DEL SINGOLO .
IN QUELLO DEMOCRATICO SI INSINUA SUBDOLAMENTE
NELLE AMBIGUITA’ GESTIONALI E DI COORDINAMENTO
D’OGNI DISPOSIZIONE COSIDETTA “COSTITUZIONALE”.
IL POTERE SI AVVALE D’OGNI FORMA DI COMUNICAZIONE; PERVADE OGNI AVVENIMENTO DI PUBBLICO INTERESSE PER UNO STATO DI REALE SOGGEZIONE E SUGGESTIONE DIRETTA SUI COMPONENTI D’OGNI COLLETTIVITA’ .
ESPRESSIONE D’UNA AMMINISTRAZIONE INCAPACE
PER UN CITTADINO SCARSAMENTE PARTECIPE A UN TIPO DI GOVERNO CON AZIONE DI RILEVANZA SOLTANTO MARGINALE, PUR SE
“CONTRIBUTIVA” PER I COSIDETTI ONERI SOCIALI .
DISSUASIVO IN MODO PERMANENTE, CON METODOLOGIE ILLECITE E RICATTI BUROCRATICI, ESCLUDE INDAGINI DA QUALSIVOGLIA AVVERSA VERIFICA O ANALISI, PER OGNI EVENTUALE RICAVATO DI RISARCIMENTO O RISCATTO .
paolo moscogiuri dice
Raúl Zibechi, da quando hai scritto il tuo articolo, tre mesi precisi, molte cose sono nel frattempo precipitate, perlomeno in Italia. Il mio paese, stando ai fatti, sembra essere stato scelto, come capofila all’interno dell’Europa, ma per certi versi dall’OMS, per un esperimento vaccinale e di controllo sociale. Quello vaccinale inizia con la legge Lorenzin (ex ministro della salute), che nel 2017 introduce ben 12 vaccini obbligatori, poi ridotti a 10, per accedere al diritto allo studio. Caso unico mondiale dove i vaccini obbligatori sono al massimo 4 e spesso 1 o nessuno. Nel settembre 2014, nell’ambito del “Global Health Security Agenda”, l’Italia fu designata quale capofila per cinque anni delle strategie e campagne vaccinali nel mondo. Lo stesso ministro per spingere questo assurdo obbligo mente ben due volte, pubblicamente, raccontando e allarmando i cittadini, il fatto non vero che a Londra erano morti ben 270 bambini per morbillo (in realtà solo 1). Nessuna inchiesta è stata portata avanti per questo grave reato. Anche il controllo sociale, a mio avviso inizia da qui, ricattando i cittadini a sottoporre i propri figli a ben 10 vaccini, in cambio di un diritto sancito dalla Costituzione: quello allo studio. L’occasione del Covid-19 sta ora permettendo a un banchiere massone, di perfezionare i programmi del Bildeberg. In tutti e due i fatti, le limitazioni dei diritti fatti a colpi di bugie e coercizioni che creano peraltro scontri ideologici in cui la minoranza viene relegata al ruolo del “mostro assassino”, è stata ed è favorita dalle sinistre neoliberiste al governo. Così molte persone di sinistra che non si sentono più rappresentate, se non voteranno a destra, non si fustigheranno se questa vincesse la elezioni, perché come sempre è stato, conoscendo il proprio avversario ideologico è sicuramente molto più facile ricostruire una via alternativa, che addirittura, perlomeno in Italia, potrebbe non chiamarsi più nemmeno sinistra, dato che per le classi radical di questo orientamento non si definisce nemmeno più così, ma “Left”.