di Valentina Guastini*
Nel documentario Where to Invade Next Michael Moore racconta, tra le altre cose, della scuola finlandese (nota per essere la migliore del mondo), lontana dalla nostra anni luce. Mentre lì genitori e insegnanti fanno di tutto insieme per garantirsi “una scuola fantastica”, l’Italia investe il doppio rispetto all’anno precedente sulle prove Invalsi… E sapete che cifra è il doppio? Ventiquattro milioni di euro (cifra che dovrebbe coprire le spese Invalsi fino al 2019).
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[Estratto da Where to Invade Next di M. Moore]
Il mio sembra spesso uno sterile accanimento contro l’Invalsi e i test a crocetta. Ho provato talvolta a convincere le mamme a tenersi a casa i figli in concomitanza alle prove, sentendomi spesso rispondere: “Tanto nella vita dovranno affrontare selezioni” oppure “Ormai è tutto a crocetta “, o ancor peggio “Ma i bambini si divertono” e ” Ma dove lo lascio mentre lavoro?”.
Non riesco a capire questa rassegnazione complice verso un futuro che non ci piace. La storia, forse ancor di più quella recente, è riuscita a inculcare nelle menti il concetto di arresa. Il popolo non può più nulla, tutto viene deciso per noi. E in un certo senso è vero. Ma è anche vero che quando guardiamo documentari a bocca aperta, come quello di Moore, spesso la reazione è di sconforto per poi dimenticarsene subito.
Tuttavia, credo che un mestiere come quello della maestra e dell’insegnante, più di altri, insegna una cosa importantissima: credere nel cambiamento. Tutti gli insegnanti, o quasi, credono alla potenza del cambiamento perché è sotto i loro occhi ogni giorno.
Ultimamente ho fatto un corso di formazione approfondito a cui ho dedicato molte risorse fisiche e mentali. È stato un percorso di ricerca guidato da grandi Maestri, conoscitori e ricercatori della scuola italiana, quando ancora aveva qualcosa di buono da dare sotto gli occhi di tutti. Le nostre Indicazioni Nazionali scritte da fior fior di pedagogisti altro non sono che un’esortazione a non temere l’incertezza, la mutevolezza, la frammentarietà, la trasformazione, la contraddittorietà e la complessità del mondo in cui viviamo. Queste parole, direttamente tratte dal testo originario, ci indicano una sorta di smarrimento. Sembrano quasi dirci che il mondo ha perso la bussola, che i cambiamenti sono troppo rapidi per dare agli insegnanti delle linee guida; eppure ci provano lo stesso, in qualche punto contraddicendosi, ma per lo più con una fiducia ostinata verso un mestiere che in molti casi si lascia trasportare dal cambiamento in negativo senza mettere freno.
Le indicazioni parlano di tutt’altro che di competizione fra alunni, parlano di confronto. Non rivolgono nessuna attenzione ai test a crocetta, ma al sapere e saper fare: la competenza. Parlano di teste ben fatte, di una scuola di tutti e di ciascuno, di un uomo planetario. Dell’importanza delle competenze comunicative, del pensiero critico, della capacità di porre domande e di un insegnamento laboratoriale. La curiosità come grande motore di un apprendimento mirato venti anni avanti. E che ne sa un insegnante del mondo in cui catapulterà i suoi alunni fra venti anni? Eccola l’inutilità dei test a crocetta che formano menti in grado di risolvere il mondo tra venti anni a scelta multipla.
Il “dominio” del mondo si può solo instradare attraverso una formazione che consenta confronto, curiosità, adattamento critico verso se stessi, gli altri e il mondo. L’importanza del tempo gioco, di attività non strutturate, di fiducia e autonomia non imbrigliate da continue burocratizzazioni sulla sicurezza.
Io chiedo a gran voce un po’ di formazione per i genitori. Non intendo nella didattica ma in quello che davvero andrebbe perseguito in comunione d’intenti per i nostri bambini. E non perché lo dico io, ma le Indicazioni Nazionali a cui il nostro sistema scolastico dovrebbe ispirarsi. Allora sì che anche i genitori sarebbero in grado di vedere forzature e storture imposte dall’alto. Le indicazioni nazionali sono il “manuale delle giovani marmotte” per gli insegnanti, peccato che a metterci mano ci sia un governo che poco ne ha compreso.
Indicazioni da una parte e dall’altra gli orpelli economici dello Stato: fondi all’Invalsi, fondi alle scuole private, bonus, premialità per alunni e insegnanti, test a crocetta, Nobel dell’insegnante (con vincita di cinquanta mila euro per il primo classificato e quaranta mila per gli altri quattro), aziendalizzazione della scuola, parcheggio per genitori lavoratori. Sono visioni difficilmente conciliabili. Il punto d’incontro è spesso un compromesso.
Ma come genitori dobbiamo aver ben chiaro da che parte stare. Perché il cambiamento noi lo possiamo fare. Se nessun alunno si presentasse in classe per le prove Invalsi pensate che il governo potrebbe ancora investire ventiquattro milioni di euro per studiare prove e dati che non ci sono stati? E potremo essere coloro che hanno contribuito a crescere e formate menti che non considerano il test a crocetta come indispensabile per imparare?
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luca dice
Siccome non tutti gli insegnanti sono uguali, e ce ne sono anche che guastano gli alunni oppure non sanno insegnare, come allora scoprire le mele marce ed allontanarle dalla scuola? Suppongo che l’INVALSI sia stato inventato per questo. O no? Non vedo nessuna proposta per misurare la bontà dell’insegnante. Se ci fosse una proposta realistica alternativa, saremmo tutti più contenti.
luca dice
La figura del docente finlandese è piuttosto diversa ad quella del suo collega italiano e forse la differenza sostanziale sta proprio qua. Il docente finlandese gode il riconoscimento sociale, è stimato perché è considerato un professionista. Ha uno status sociale importante e non vive la frustrazione del suo collega italiano. Anche se non ha uno stipendio molto alto, svolge il suo lavoro con molto scrupolo. Ha una formazione molto dura, soltanto i laureati col massimo dei voti possono accedere alla professione. Chi insegna alla scuola di base insegna anche all’università. Superano selezioni severissime e sono soggetti a continui aggiornamenti: ogni quattro ore di lezione due sono dedicate alla formazione in itinere. Restano a scuola tutto il giorno e sono di supporto agli alunni in difficoltà . Gli insegnanti finlandesi inoltre sono valutati dai loro stessi alunni, il preside e una commissione di esperti e tutto è vissuto con la massima serenità. http://www.cassaraonline.it/wp/la-scuola-italiana-e-la-scuola-finlandese-due-sistemi-a-confronto/
V.P. dice
1) luca scrive: “come allora scoprire le mele marce ed allontanarle dalla scuola? Suppongo che l’INVALSI sia stato inventato per questo. O no?.” non basta supporre conviene informarsi e sentite tutte le campane. non mi risulta. finora nessuna mela marcia individuata, né allontanata.
2) luca scrive; ” Non vedo nessuna proposta per misurare la bontà dell’insegnante.” perché non la fai tu una proposta?
3) saprai di sicuro che invalsi “testa” due sole materie (italiano e matematica), non interessa cercare mele marce per le altre materie?
4) saprai anche che nessuno valuta Invalsi, o no? in pratica Invalsi ha carta bianca dal Miur, è lui che si prefigge anche i test alla maturità.
5) la valutazione a test o quiz è emulata acriticamente dalla scuola anglosassone – Usa e UK – dove adesso è contestata. vedere, ad esempio: ” Test a scuola: in Gran Bretagna
«scioperano» i bambini di sei anni” ( Corriere della Sera, 3.6.2016, link
http://www.corriere.it/scuola/primaria/16_maggio_03/test-scuola-gran-bretagna-scioperano-bambini-sei-anni-44152014-111f-11e6-950d-3d35834ec81d.shtml )
luca dice
1) male
2) Proposte? Mi basterebbe fare come in Finlandia “Gli insegnanti finlandesi inoltre sono valutati dai loro stessi alunni, il PRESIDE e una commissione di esperti e tutto è vissuto con la massima serenità.”
Un po’ come la “Buona Scuola ” no?
3) italiano e matematica per cominciare, essendo fondamentali per un Cittadino. Se uno non capisce quello che legge, come può affrontare la realtà quotidiana. Io come INVALSI metterei: una pagina del contratto dello smartphone, una pagina delle istruzioni del 730, una pagina del contratto con la società di fornitura energia elettrica, e per finire , una Legge, ad esempio qualche articolo della Riforma Costituzionale che andiamo a votare. QUEGLI INSEGNANTI sono fondamentali. Cominciamo da quelli. Non si può avere tutto subito.
4) ma tu hai letto i report dell’INVALSI sulla letteratura scientifica? Io sì. Tu, mi sembra di no.
5) Quando si ha un problema, prima di tutto si deve trovare il modo di misurarlo. La valutazione a test o a quiz, benché sia carente questo è chiaro, fa parte della vita. La scuola vive fuori dalla realtà se non ne tiene conto. Il sistema è migliorabile e da migliorare (evolve nel tempo): basta che non si torni a sistemi a-scientifici (cioè il nulla).
V.P. dice
luca scrive: “Anche se non ha uno stipendio molto alto …. ”
cmq circa una volta e mezza del docente italiano. ad esempio 31.699 euro a fronte di 23.048 euro secondo il grafico de Il Sole 24 Ore: http://www.orizzontescuola.it/news/quanto-guadagnano-insegnanti-europa-mappa-del-sole24ore-d-quadro-esaustivo . il grafico è ricavato da dati Eurydice relativi al 2013/14: http://eacea.ec.europa.eu/education/eurydice/documents/facts_and_figures/salaries.pdf
luca dice
In realtà non l’ho scritto io : lo copia-incollato dal testo di S. Carra che ho preso al link che ho citato in fondo al commento. Ho scordato le virgolette. Vediamo l’anno prossimo lo stesso confronto, dopo l’attivazione di tutta la Buona Scuola. Nodo al fazzoletto.
luca dice
https://www.facebook.com/546507612148892/photos/a.546515132148140.1073741829.546507612148892/655672181232434/?type=3
luca dice
dall’articolo: http://www.repubblica.it/scuola/2016/08/04/news/concorsone_gia_bocciati_meta_dei_prof-145334234/?ref=HREC1-22 <>
luca dice
Poi, certo, ancora sul sostegno in Friuli Venezia Giulia il 98 per cento è stato promosso e così il 90 in Emilia Romagna. Nel Lazio il 70 per cento ha superato la prova di Matematica, ma la media nazionale è decisamente bassa. Il monitoraggio Precari Mida-Cgil parla di un 60 per cento di non ammessi, il Miur rettifica nel 47 per cento sia sui posti comuni che sul sostegno. Uno su due che non passa, comunque, è un dato da allarme.
«Spesso i commissari testimoniano mancanza di qualità del candidato», rivelano al ministero dell’Istruzione. Dalle commissioni che hanno già affrontato gli orali rimbalzano risposte già leggendarie. La fine della Prima guerra mondiale? «Con la bomba di Hiroshima», ha dichiarato una candidata. Che cosa fare quando un ragazzo con assistenza sul sostegno dà segni di difficoltà? «Farlo uscire dalla classe perché gli altri devono poter andare avanti», avrebbe detto un altro.