La libreria La Pecora Elettrica, la pizzeria la Cento 55, il Baraka Bistrot. Chi sta bruciando questi piccoli locali nella periferia di Roma? I fascisti? Gli spacciatori? In realtà, ricorda Ascanio Celestini, c’è un pezzo di Centocelle che “gravita attorno al Forte Prenestino, spazio storico dell’occupazione, dell’autogestione e della produzione di pensiero… Qualcuno ha paura che le persone si incontrino per davvero attorno a un tavolo vero. E gli sta bruciando la sedia”
La Pecora Elettrica, una libreria bruciata due volte. Una pizzeria la Cento 55, e ora il Baraka Bistrot. Chi sta bruciando questi piccoli locali nella periferia di Roma? I fascisti? Gli spacciatori?
I primi se ne fregano di spazi semi-invisibili. I secondi hanno bisogni di piccole luci che attraggano falene possibili compratrici di stupefacenti. E allora chi?
Mi gira nella testa da qualche ora che sia una “piccola strategia della tensione”. Centocelle non si sta sviluppando come San Lorenzo o il Pigneto. Non produce la movida un po’ studentesca e un po’ sottocapitalista che gira per le strade con la birra in mano e spende la paghetta o il misero stipendio.
Un pezzo di Centocelle gravita attorno al Forte Prenestino, spazio storico dell’occupazione, dell’autogestione e della produzione di pensiero. Centro di produzione di coscienza. E chi apre un buco di localetto ha girato attorno a quella coscienza. Magari s’è vissuto Genova ai tempi delle botte. Le lotte per la casa. La consapevolezza che i lavori precari ci stavano già negli anni Novanta con le prime partite Iva, con i co.co.co, co.co.pro, l.a.p. eccetera.
Qualcuno ha paura che i locali di Centocelle non siano sbronzifici per il popolo. Ma luoghi di dibattito. Magari attorno a un libro e a un bicchiere di vino, ma luoghi di dibattito tra persone che hanno una voce e un corpo, non un nomignolo per Internet e un commento del cavolo.
Qualcuno ha paura che le persone si incontrino per davvero attorno a un tavolo vero. E gli sta bruciando la sedia.
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Pubblicato anche su un blog del fattoquotidiano.it
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Appuntamento: GIOVEDÌ 14 NOVEMBRE, ORE 19
nilde guiducci dice
mi dispiace perché quegli spazi oltre ad essere luoghi di incontro, so che alla pecora elettrica (che è l’unica che conosco non vivendo a Centocelle ma non lontanissima) c’erano degli studenti che andavano a studia e la cosa è molto bella e in più penso anche ai giovani che hanno dato vita a questi luoghi perché anche luoghi del loro lavoro, della loro esistenza.
Enza TALCIANI dice
Siamo mal messi se in questo Paese si teme che le persone si
incontrino!? Ma l’idea non è balorda, qualcuno spera sempre che i giovani possano diventare macchine da consumo. E invece no! Non tutti sono votati al “consumo”!
Alessandro dice
Chi semina odio per professione non tollera chi semina cultura e consapevolezza di sé e della comunità in cui vive. Una libreria dà fastidio perché apre la mente a grandi orizzonti interpretativi e perché è un luogo di dialogo pacifico. L’ignoranza programmata è come la spazzatura abbandonata in un vicolo cieco: diventa il regno dei topi di fogna.
elvira dice
Se fosse davvero questa la ragione di queste devastazioni sarebbe terribile rinunciare a
ripartire, con ancora più coraggio ed energia di prima, per tutti noi e per l’esempio da dare ai ragazzi.