Parlano di distensione nello stesso momento in cui inviano armamenti in Ucraina. Appiattiscono tutto sulla dicotomia buoni/cattivi: la guerra è propaganda, pensiero unico, menzogna. Intanto, ripetono che l’invasione non ha spiegazioni. In questo quadro l’unica scelta possibile di pace si chiama diserzione. Che nel concreto significa non concedere deleghe in bianco a chi governa, dire no alle armi sempre e comunque, pretendere che le istituzioni internazionali diventino attori di pace. “Ci diranno, infine, che con i russi è impossibile comprendersi: gli risponderemo – scrive Marco Arturi – che nei giorni scorsi ne sono arrestati quasi tremila perché avevano deciso di dire no alla guerra. Persone che, nel luogo e nel momento in cui è più difficile farlo, hanno deciso di disertare…. Potremmo provare ad ascoltarli…”
Non è il momento di ignorare gli avvertimenti
non è il momento di fare piazza pulita
non dispiaciamoci per ciò che è stato
lasciando che il passato diventi il nostro destino
(Lou Reed, “There is no time“)
Dalle prime ore di giovedì 24 febbraio sentiamo ripetere che l’invasione russa dell’Ucraina non ha giustificazioni, non ha spiegazioni. Le cose non stanno così e non sarebbe una faccenda di poco conto, dal momento che capire perché accade quello che accade – un esercizio messo in pratica da pochi, per la verità – non farebbe male a nessuno e soprattutto eviterebbe rischi molto seri. Perché è anche per questo che in Occidente ci siamo scoperti in pochi giorni tutti abili e arruolati, pronti a sostenere in qualche modo le ragioni di un conflitto dagli esiti potenzialmente devastanti per l’intero pianeta.
L’arruolamento su larga scala dell’opinione pubblica è stato curato da governi che parlano di distensione nello stesso momento in cui inviano armamenti in Ucraina e da media embedded fin dal principio che hanno rinunciato a ogni pretesa di oggettività e di indipendenza. Ci sono un aggredito e un aggressore, non importa – anzi, per la narrazione non esiste – il perché; ci sono i buoni e i cattivi, anche se scavando un minimo si farebbe in fretta a capire che i buoni non sono degli stinchi di santo; poi ci sono i giusti, quelli quasi al di sopra delle parti, che saremmo noi. Noi occidentali, noi atlantici, noi europei, noi filoamericani. Il che è tutto dire.
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La verità, che da sempre è la prima nemica di ogni guerra, ha lasciato il posto alla ragione, intesa non come sinonimo di razionalità ma come parte giusta in assoluto. In men che non si dica ci siamo trovati quasi tutti seduti da quella parte, spesso in perfetta buona fede e guidati dalla compassione per un popolo gettato nel peggiore degli incubi. Ma tra stare con gli ucraini e stare con l’Ucraina ce ne corre, almeno quanto essere contro Putin e essere contro i russi. Eppure niente, tutto è appiattito sulla dicotomia buoni/cattivi. La guerra è anche questo, si fa anche così: è propaganda, è pensiero unico, è menzogna, è fake news. È dire “noi siamo per la pace” mentre si spediscono armi e si ammassano plotoni a est. È raccontare che “chi sceglie la guerra deve pagarne le conseguenze” mentre si riprendono i raid aerei sulla Somalia come ha fatto Joe Biden non più tardi di tre giorni fa.
Essere arruolati significa presentarsi, per quanto guidati dalle migliori intenzioni, a una manifestazione per la pace con una bandiera nazionale senza capire che le bandiere degli stati non hanno mai avuto e non potranno mai avere nulla a che vedere con la pace. Essere arruolati significa fare parte di un’opinione pubblica che confonde la pace con la guerra, che non si pone domande, che si sente dalla parte giusta a prescindere. Che si sente protetta anche se sta seduta su una polveriera. È così che ci si trova con una divisa addosso: e se non ci fai molta attenzione te la infilano anche se hai il ribrezzo dell’uniforme.
In un quadro del genere l’unica scelta possibile di pace si chiama diserzione. Che nel concreto significa non concedere deleghe in bianco a chi governa, non lasciarsi ingannare dai resoconti di parte, dire no alle armi sempre e comunque, pretendere che il tuo paese – o il tuo continente, nel nostro caso – si faccia attore di pace, di confronto, di dialogo. I (tanti) torti e le (poche) ragioni si affronteranno dopo, l’unica cosa che conta davvero è far tacere le armi e farlo adesso. Quando due capi di stato – Biden e Lukashenko, nello specifico – arrivano a usare con disinvoltura l’espressione “terza guerra mondiale” significa che il tempo delle ambiguità è scaduto.
Ci diranno che abbiamo degli obblighi da onorare: gli risponderemo che tra essere atlantici ed essere coglioni c’è una bella differenza e che se sono sinonimi possiamo anche cominciare a farne a meno. Ci diranno che ad essere aggredito è qualcuno con il quale condividiamo i valori: li inviteremo a farla finita con questa falsa retorica e a distinguere chiaramente tra valori etici e valore economico. Ci diranno, infine, che con i russi è impossibile comprendersi: gli risponderemo che nei giorni scorsi ne sono arrestati quasi tremila perché avevano deciso di dire no alla guerra. Persone che, nel luogo e nel momento in cui è più difficile farlo, hanno deciso di disertare.
Ecco perché forse, anziché togliergli la parola con gli atti tipici degli stati di guerra che stiamo adottando, potremmo provare ad ascoltarli: che è l’atto più vicino alla parola pace che si possa immaginare.
Rosetta dice
Mi piace è un ragionamento sensato quello esposto, poi quale ipocrisia ed incongruenza importiamo gas russo e spediamo armi all’Ucraina. Blocchiamo lo swift e paghiamo il gas come? Bisogna smetterla di essere ambigui. Disertiamo!
Enza Talciani dice
Di fronte alla guerra bisogna smettere di bleffare.L’intreccio di interessi confonde e fa dirottare il ragionamento.
Il momento è grave e bisogna usare nuovi parametri di ragionamento! La guerra non viene da sola, siamo noi a evocarla e dopo magari pronti a scaricare la responsabilità su altri! Prendiamoci le nostre responsabilità!
Paolo dice
L’Italia è il paese che durante la prima guerra mondiale ha rivolto i fucili verso i propri giovani più di ogni altro. Centinaia di ragazzi italiani sono stati fucilati dall’esercito italiano perchè si rifiutavano di obbedire ad ordini senza senso. La storia del generale Graziani è emblematica. Questa vergogna è rimasta sotto silenzio e l’Italia continua a magnificare eserciti, armi e spedizioni militari come se nulla fosse.
Norma Bertullacelli dice
CHI E’ D’ACCORDO CON L’INVIO DI ARMI ALL’UCRAINA NON è GRADITO/A ALLE MANIFESTAZIONI DELL’ORA IN SILENZIO PER LA PACE
Quello che segue è il volantino che sarà distribuito a Genova mercoledì, dalle 18 alle 19 sui gradini del palazzo ducale, durante la 1031° ora in silenzio per la pace
https://fb.me/e/1mFQZ8UiJ
A FIANCO DI TUTTE LE VITTIME DI GUERRA, PRIME FRA TUTTE I CIVILI
CONTRO PUTIN E IL GOVERNO RUSSO, CONTRO LA NATO, CONTRO IL GOVERNO UCRAINO, CONTRO LE INFORMAZIONI FALSE E RETICENTI
PER IL RISPETTO DELLA COSTITUZIONE ITALIANA
CONTRO LA GUERRA
Contro Putin perché
– ha aggredito militarmente l’Ucraina, non sappiamo ancora al prezzo di quante vite umane
– è un despota nemico della libertà di pensiero e di espressione nel suo stesso paese
-_ha già cominciato a reprimere le manifestazioni di russi/e contro la guerra
Contro il governo ucraino perché
– è la continuazione di quello instauratosi nel 2014 con un golpe sostenuto da mercenari stranieri, alla vigilia di elezioni il cui esito atteso non avrebbe soddisfatto l’UE (non si dimentichi il rogo della Casa del Sindacato di Odessa)
– tollera da anni l’esistenza di milizie paranaziste, e affida loro parte della difesa nazionale, come dimostrano persino interviste della RAI a paramilitari che ostentano simboli fascisti
– Dal 2014 si macchia di delitti contro la sua stessa popolazione civile nelle Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk , zone russofone che si trovano nel Donbass ucraino, nell’Est del Paese. Delitti denunciati nel 2014 da Amnesty e nel 2016 dalla stessa OSCE ( Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa ) Queste due repubbliche si erano proclamate indipendenti da Kiev contro il golpe del 2014. “La guerra che ne è derivata — negli scorsi otto anni — ha causato, secondo i dati delle Nazioni Unite, la morte di almeno 22 mila persone. (Dal Corriere della sera, 22 febbraio)
Contro la NATO perché
– è un’organizzazione terrorista e stragista che (…) impedisce una politica di pace, di sicurezza e di solidarieta’à europea, essendo asservita agli interessi statunitensi
-e’ in contrasto con l’impegno di pace sancito da tutte le Costituzioni democratiche (in primis quella italiana).
L’esistenza e l’azione della Nato in questi ultimi trent’anni e’ stata una costante spinta alla guerra, al riarmo, alla promozione della sopraffazione e della violenza. (cit dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo).
– ha chiesto ed ottenuto un aumento del 2% delle già ingenti spese militari italiane, nonostante la pandemia e lo sfascio dei nostri ospedali
– Viola gli impegni presi, continuando ad allargarsi verso est . Dal 1989 14 paesi esteuropei) sono entrati nella NATO, che si era impegnata a “non allargarsi neppure di un centimetro” . (cit) “Il primo a garantirlo fu il segretario di Stato americano James Baker, il 9 febbraio 1990, in un colloquio con Gorbaciov: se l’Urss avesse accettato la riunificazione tedesca, la Nato non avrebbe inglobato il territorio della Germania orientale e gli altri ex “Paesi satelliti” di Mosca, diventati democratici dopo il crollo del muro del Berlino. (repubblica, 12 gennaio 22)
-ci costringe a custodire 90 bombe nucleari e fa di noi un bersaglio. Aerei e droni impiegati in guerra partono già da Sigonella
Contro le bugie e reticenze di guerra perchè
– il “carro armato russo che schiaccia un’auto” in un video che circola in questi giorni non era russo
– L’” incidente del Tonchino” (prestesto per la guerra in Vietnam) non è mai avvenuto
-Saddam Hussein non aveva depositi di antrace, e via elencando
Con la popolazione civile ucraina: dalla fine della seconda guerra mondiale la maggior parte delle vittime di guerra sono civili
con i renitenti ed i disertori di tutti gli eserciti, la guerra non è mai la soluzione dei problemi
Dal governo italiano esigiamo:
Nessun coinvolgimento diretto o indiretto con la guerra (ma già inviati soldati e stanziati finanziamenti, senza nemmeno fare la fatica di discuterne in parlamento)
accoglienza a tutti i profughi : memori degli idranti polacchi che hanno colpito nel gelo i profughi che premevano ai confini dell’Europa, e degli infami accordi che l’Italia ha stipulato con la guardia costiera libica, chiediamo dignità ed accoglienza per tutti e tutte
la drastica riduzione delle spese militari, perché, se vuoi la pace, prepara la pace
FUORI L’Italia dalla NATO, Fuori la Nato dall’Italia
CHI E’ D’ACCORDO CON L’INVIO DI ARMI ALL’UCRAINA NON è GRADITO/A ALLE MANIFESTAZIONI DELL’ORA IN SILENZIO PER LA PACE
erica venturini dice
Grazie.