Lottare per abolire la Bossi-Fini, per cambiare la legge sulla cittadinanza, per costituire una procura nazionale specializzata contro lo sfruttamento, la tratta e il caporalato… L’intervento, ricco di proposte, di Marco Omizzolo, da anni al fianco delle lotte dei contadini indiani nelle campagne dell’Agro Pontino, alla manifestazione che si è svolta a Latina sabato dopo la morte Satnam Singh, è prima di tutto un grido contro il dominio del profitto
Il discorso (che trovate qui di seguito) pronunciato da Marco Omizzolo alla manifestazione che si è svolta a Latina in risposta all’atroce morte, o meglio sarebbe parlare di assassinio, di Satnam Singh, costituisce un’importante testimonianza e un appello alla lotta senza esitazioni contro lo sfruttamento e la criminalità padronale che non recede di fronte a nulla pur di poter assicurare i propri profitti.
È in atto in Italia da tempo una combinazione diabolica tra razzismo istituzionale e capitalismo basato sulla rapina delle risorse e lo sfruttamento bestiale di lavoratrici e lavoratori ridotti in condizioni di vera e propria schiavitù. Per questo, come ricorda Omizzolo, è necessario abolire la Bossi-Fini, che relega molti lavoratori in condizione di semiclandestinità rendendoli ricattabili, disgregando la necessaria unità di classe e violando in modo inaccettabile il fondamentale principio di eguaglianza sia formale che sostanziale affermato dall’art. 3 della Costituzione repubblicana. Avvalendosi di questa legge infame, che porta i nomi di due suoi leader oramai definitivamente tramontati, la destra punta a minare l’edificio costituzionale nelle nuove condizioni storiche determinate dall’inevitabile e incontenibile ondata delle migrazioni verso l’Europa. Questo appoggio evidente al criminale sfruttamento dei lavoratori migranti rende possibile anche quello nei confronti di quelli indigeni, assoggettati anch’essi al precariato e alla negazione dei diritti più elementari, e al tempo stesso titilla i bestiali istinti identitari dei settori economicamente e culturalmente più fragili che si sentono minacciati dalle migrazioni. In questo senso lo sfruttamento, la negazione dei diritti e gli omicidi sul lavoro che ne costituiscono sempre più spesso la conseguenza inevitabile, rappresentano l’altra faccia della disumana negazione dei soccorsi in mare che determina ogni anno l’annegamento di migliaia di migranti e che vede in prima fila, insieme al ben noto ministro Salvini, un personaggio come Fabrice Leggeri, passato agevolmente dalla direzione dell’Agenzia Frontex alla carica di eurodeputato nelle file del Rassemblement National. Come richiesto da Omizzolo è urgente ribellarsi contro la situazione determinata dalle politiche della destra riaffermando al tempo stesso le ragioni dell’umanità e della lotta di classe. Sono anche utili e interessanti i suggerimenti formulati da Omizzolo sul piano istituzionale come quello dell’istituzione di una Procura specializzata nella lotta contro lo sfruttamento, la tratta e il caporalato, tenendo ben presente che, come affermato dallo stesso Omizzolo, il problema non è tanto il caporalato quanto il padronato, che del primo si serve per raggiungere i propri obiettivi.
[Fabio Marcelli]
Dobbiamo ribellarci, indignarci non basta
Non è la prima volta che ci troviamo qui, per fatti, uomini, storie, donne che in questa provincia e non solo, da vent’anni non “lavorano” ma vengono sfruttati, ridotti in schiavitù, umiliati come persone, obbligati a chiamare “padrone” il datore di lavoro, ad assumere sostanze dopanti per reggere lo sfruttamento, obbligati a subire violenze di diversa natura, non è questa l’Italia democratica fondata sul lavoro recitata dalla nostra carta costituzionale. Dobbiamo ribellarci insieme: qui c’è una comunità di donne e di uomini, di persone, che stanno organizzando una nuova resistenza, con loro dobbiamo cambiare questo paese. Ci sono persone che si sono costituite parte civile nei processi, c’è un’attività di denuncia quotidiana. Vanno sostenute perché ciò che è accaduto a Satnam Singh, a sua moglie e alla sua famiglia, non abbia più a ripetersi, qui e ovunque.
Dobbiamo ribellarci, ce lo ha insegnato Pietro Ingrao, indignarci non basta. Vorrei invitare l’attuale ministro dell’agricoltura a incontrare Balbir Singh, che ha lavorato per sei anni, a pochi chilometri da qui, come uno schiavo, retribuito cento-centocinquanta euro al mese, picchiato e minacciato con una pistola. Il ministro che dice che i poveri mangiano meglio dei ricchi sappia che Balbir si nutriva con gli avanzi che il padrone buttava ai maiali e alle galline. Vorrei che il ministro avesse il coraggio di incontrare queste persone e queste storie, e poi chiedere scusa. Il nostro compito è di non mollare questa battaglia, di continuare, di accelerare, di chiedere la cancellazione della Bossi-Fini, delle logiche che hanno ispirato i decreti sicurezza, il decreto Cutro, i decreti flussi.
Bisogna cambiare la legge sulla cittadinanza, è un elemento centrale: Satnam Singh non votava, il padrone di Satnam Singh votava, esprimeva il suo voto. E lo esprimeva ai soliti e alle solite note che stanno al potere, che dichiarano poi che chi produce non deve essere disturbato, che dichiarano che i controlli non si devono fare.
Qualcuno che si è permesso addirittura di dire che lo sfruttamento è un’invenzione e che il caporalato non esiste, anche questi non solo si devono vergognare ma non devono essere più votati. Insieme, con la massima determinazione possibile, proprio da questa piazza, che si chiama Piazza della libertà, della nostra libertà e della nostra resistenza, continuiamo questo cammino di lotta insieme. Vinceremo ne sono sicuro, vinceremo, perché è più forte la democrazia di questo fascismo, è più forte la nostra democrazia di questo sistema padronale.
L’ultima fondamentale proposta: la costituzione di una Procura nazionale contro lo sfruttamento, contro la tratta, contro il caporalato, dobbiamo avere il coraggio di dare una lettura univoca per uscire dal localismo, perché più nessuno e nessuna possa essere sfruttato, nel nostro Paese e nel mondo intero.
[Marco Omizzolo]
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Fiorella Palomba dice
Bravo Marco, bravi tutti. Bisogna avere coraggio e voi l’avete!
Mi auguro che questo assassinio infame possa portare ad una svolta per i lavoratori che NON devono essere schiavi. 🌸
Maria Lucia Colonna dice
È disumano ed indegno ciò che è successo a Satnam Singh.