Mancano meno di un migliaio di firme, sulle 5 mila necessarie, e c’è tempo fino al 3 di settembre. L’ultimo e decisivo sforzo per sostenere la legge di iniziativa popolare che serve a riconoscere il valore dell’economia sociale solidale in Lombardia va dunque fatto adesso. A un movimento che vive di concretezze un riconoscimento giuridico serve. Anzi, è indispensabile. Così come serve ad affermare il valore dei distretti territoriali e della cooperazione, del fare insieme e dei beni comuni, della possibilità di creare regole condivise e del porre limiti al ruolo dominante dei mercati. Serve, inoltre, a fecondare nelle pratiche il valore essenziale della democrazia in un’economia non astratta e quello di una dimensione salubre e sociale nell’agricoltura. Infine, last but not least, una legge popolare, cioè costruita con un lungo lavoro dal basso, aiuta (sebbene non sia certo sufficiente) a ripensare radicalmente l’idea stessa di consumo, liberandola, in primo luogo, dalle pulsioni compulsive indotte e dal culto di un’accumulazione senza fine. Per questo è così importante che la campagna sia diretta con particolare attenzione ai 500 Gruppi di acquisto solidale lombardi. Un ottimo punto di partenza per un lungo cammino appena cominciato
Siedo sulla schiena di un uomo, soffocandolo, costringendolo a portarmi. E intanto cerco di convincere me e gli altri che sono pieno di compassione per lui e manifesto il desidero di migliorare la sua sorte con ogni mezzo possibile. Tranne che scendere dalla sua schiena.
Tolstoj
Il contrasto più efficace alle crisi attuali (economica, politica, ambientale, sociale) può arrivare da una riflessione su ciò che costituisce i fondamenti di una “buona vita” su tutto il pianeta. Ne siamo convinti in tanti che da tanto tempo ci sforziamo di “ribellarci facendo”, come recita il motto che sin dal suo inizio caratterizza il modo di fare giornalismo di Comune-info, che ospita questo appello.
In concreto, il sostegno all’economia solidale si esercita facendo; facendo la spesa, contribuendo ad animare il gruppo locale di acquisto solidale, avviando insieme ad altri un mercatino settimanale a filiera corta solidale nella città dove si vive, che nel mio caso è un comune in provincia di Bergamo. Il mio contributo comprende anche l’organizzazione di una fiera mercato del tessile bio-eco, di “abiti puliti”, perché senza sfruttamento delle persone e dell’ambiente, chiamata “per filo e per sogno”. Partecipo così al “movimento dell’economia eco-solidale” un movimento fatto di persone, radicate nei territori, persone a cui piace “materializzare” la solidarietà creando spazi in cui circolano prodotti di consumo che fanno bene, perché retribuiscono bene il lavoro, senza inquinare la terra.
Sto descrivendo l’esperienza di una dei tanti attivisti-attivatori che in Lombardia, in Italia e nel mondo cercano di praticare i propri valori di giustizia ambientale e sociale partendo dal quotidiano, dalla sfera privata ma che non si fermano al livello individuale, perché convinti che è solo agendo collettivamente che possiamo garantire il futuro alle prossime generazioni.
Il movimento dell’economia eco-solidale ha una storia ormai lunga, che coinvolge un arcipelago di persone e organizzazioni, tuttavia, nonostante i tanti sforzi portati avanti in questi anni, manca ancora di un “riconoscimento”, sia esterno che interno. Anche per questo, tante persone si sono impegnate in questi mesi nella promozione di una legge regionale di iniziativa popolare sull’Economia Sociale e Solidale perché anche in Lombardia, come già fatto in altre regioni (Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna e la Provincia Autonoma di Trento) venga riconosciuto il ruolo di un modello di economia che ha al centro il protagonismo dei cittadini, delle comunità e dei territori.
Questo progetto ha radici nel 2013, con un primo tentativo finito poi in un cassetto. Molto spesso le buone idee hanno bisogno di tempo per maturare. Il lavoro di quegli anni è comunque servito come base per questo secondo tentativo che siamo determinati a portare avanti, fino alla fine e con l’aiuto di tanti.
Forse non è un caso che tutto sia ripartito non da dove era iniziato, non dalla “città” ma dalla “provincia”. La provincia di Bergamo, che negli ultimi anni ha dato prova di sapersi ri-pensare, facendosi promotrice di molteplici iniziative che hanno coinvolto amministratori attenti e cittadini non disposti ad accettare “le crisi” passivamente.
Il nuovo impulso è arrivato nel 2018, proprio da quello che era allora il Presidente della Provincia di Bergamo, Matteo Rossi, un politico e amministratore motivato e appassionato che ha riconosciuto nelle nostre pratiche dei possibili segni su cui costruire un progetto di futuro. Lo ricordo molte volte alle nostre iniziative, incuriosito. L’anno prima di convocarci tutti attorno allo stesso tavolo ha promosso una ricerca, una mappatura di quella che ha chiamato “smart land”, coinvolgendo le reti bergamasche: Cittadinanza sostenibile, il Biodistretto dell’agricoltura sociale, i Gas del territorio. Si è aggiunta la conoscenza altre esperienze extra Regione, ricordo la gita a Trento, per subito dopo coinvolgere la Rete di economia solidale (Res) della Lombardia – che rappresenta diversi Distretti di economia solidale (Des), reti e associazioni – e il Forum del terzo settore Lombardia.
La bozza di proposta di legge è stata aggiornata anche grazie alla competenza di Elisabetta Bani, oggi direttrice del dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Bergamo, Università che da sempre, tramite le attività di ricerca dell’Osservatorio CORES, è stata attenta alle dinamiche che dal basso stavano dando vita a reti e filiere di economia solidale.
Sono stati mesi intensi che hanno portato alla redazione del progetto di legge di iniziativa popolare su cui, dal 7 marzo scorso, si stanno raccogliendo le firme. Abbiamo studiato le leggi già esistenti in Italia su questo tema per prefigurare un percorso per la Lombardia, attraverso seminari e confronti aperti e allargati.
La raccolta di firme si concluderà al termine dei sei mesi previsti dalla normativa regionale il 3 di settembre (anche se i mesi utili termineranno verosimilmente a luglio).
“Trenta firme per ogni Gas”, è stato lo slogan della campagna rivolta agli oltre 500 Gruppi d’acquisto solidale lombardi a sostegno della legge, di cui si può leggere nella pagina web dedicata creata appositamente per informare gruppi e cittadini: economiasocialesolidalelombardia.it.
Servono 5.000 di firme. Un traguardo non facile, ma i risultati non mancano. Ad oggi sono state infatti già raccolte più di 4.000 firme su moduli già restituiti, merito dei tanti ‘attivisti’ che hanno risposto positivamente.
L’obiettivo, attraverso un riconoscimento giuridico, è promuovere e tutelare l’economia sociale e solidale nella Regione creando nuovi spazi di confronto per le sue diverse componenti, affinché a questo modello economico sia data una maggiore visibilità, perché le alternative ad una economia che mortifica il lavoro e danneggia l’ambiente ci sono già, sono alternative che producono lavoro, che salvaguardano ambiente e paesaggi, che creano nuove relazioni tra città e campagna.
Con l’aiuto di questo nuovo strumento giuridico, la speranza è di sostituire la competizione con la collaborazione. A questo scopo, la proposta di legge prevede l’istituzione di un Forum regionale dell’economia sociale e solidale (sul modello della legge del Friuli Venezia Giulia), con il compito di elaborare pareri e proposte e organizzare attività di divulgazione e sensibilizzazione, e di un comitato scientifico che svolga ricerche e indagini di settore su richiesta del Forum.
La legge prevede inoltre che un ruolo centrale per favorire uno sviluppo eco-solidale dei territori sia dato ai “distretti territoriali”, i cui nuclei sono già da anni operativi e il cui compito sarà quello di fare da ponte con gli enti locali, le scuole e altri attori territoriali per promuovere iniziative diffuse sul territorio.
Durante questo breve, ma intenso percorso, abbiamo rinsaldato relazioni con tutto quel mondo che negli anni ha saputo inventare e sperimentare pratiche importanti, come il commercio equo e solidale, le Botteghe del Mondo, i Bilanci di Giustizia, le Banche del Tempo e Banca Etica. Ma nelle ultime settimane si sono moltiplicati gli appelli, le lettere, anche attraverso quei media che hanno accompagnato da sempre lo sviluppo delle pratiche e esperienze di economia eco-solidale: Valori, Altreconomia, infosostenibile ecc.
Siamo in cammino, puntando prima di tutto a ritrovare il senso della buona vita, che non può essere nell’accumulazione senza fine (che peraltro ormai e sempre più per “pochi” alle spalle dei “molti”). Perché vogliamo vivere in un ambiente che mette la salute dell’ambiente e delle persone al centro dei nostri desideri, perché vogliamo respirare aria pulita, bere acqua limpida, magiare cibi senza veleni, goderci il paesaggio e la natura, vivere in un mondo dove a prevalere sono i sentimenti di solidarietà e inclusione e non quelli della paura e della esclusione.
Il primo obiettivo sono le 5.000 firme, iniziamo da queste per poi riprenderci collettivamente il nostro futuro.
Infine potete scaricare la proposta di Legge dal sito web www.economiasocialesolidalelombardia.it
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Cinzia Terruzzi è un’attivista del movimento dell’economia eco-solidale: impegnata nella rete di economia solidale della bergamasca “Cittadinanza sostenibile” e in Legambiente Bergamo, gasista, presidente dell’associazione Mercato&Cittadinanza di Bergamo e co-presidente di Res Lombardia.
Elio Pagani dice
Servirebbe un link che rimandi ai contatti dei vari GAS attivi in Lombardia, per favorire la raccolta di firme.
Grazie
massimo bassani dice
Come,dove firmare?