di Enrico Peyretti*
Non “Siamo in guerra”: i violenti non devono deciderla e imporla a noi. Far “guerra alla guerra” è sudditanza, è sconfitta, imitazione del male. Ma: rifiutiamo la logica di guerra.
Abbiamo altre energie:
– solidarietà affettuosa e civile nel dolore, valore umano opposto al disumano;
– rifiuto di farci contagiare dall’odio;
– vedere le cause storiche e culturali e belliche, che spingono menti corrotte ad uccidere;
– ripudiare razzismi, accuse collettive;
– controllo civile e politico dei finanziamenti speculatori spregiudicati e del crimimale commercio di armi;
– in molto modi si uccide e si fa strage: le violenze strutturali e culturali, le guerre dei potenti, sono più micidiali ed estese delle stragi terroristiche;
– niente giustifica il raddoppio della violenza;
– la forza non è violenza: la forza regolata dalla legge, in una unione democratica dei popoli, non è guerra, se limita la violenza e i suoi strumenti e non l’accresce; invece con la guerra non vince la ragione e il diritto, ma vince il più violento. Se diventiamo i più violenti, che è la necessità per vincere la guerra, creiamo altra maggiore violenza.
Riflessioni difficili, ma dobbiamo rifuggire le conclusioni prevalenti istintive, facili, passive, rassegnate alla violenza reciproca, come se fosse necessaria.
* Ex insegnante di storia e filosofia ha fondato con altri, nel 1971, e diretto fino al 2001, il mensile torinese “il foglio” ed è ricercatore per la pace nel Centro Studi “Domenico Sereno Regis” di Torino. Autore di articoli e libri, tra cui Dialoghi con Norberto Bobbio (Claudiana) e Il diritto di non uccidere. Schegge di speranza (Il Margine). L’articolo di questa pagina, apparso su azionenonviolenta.it, è stato segnalato anche dal notiziario del Centro di ricerca per la pace di Viterbo.
DA LEGGERE
IL DEMONIO, IL SUICIDIO E LA GUERRA [FRANCO BERARDI BIFO]
L’ISIS E LA RISORSA PETROLIO [MARIA RITA D’ORSOGNA]
NON SI SPEGNE UN FUOCO CON LA BENZINA [TONIO DELL’OLIO]
IL TERRORISMO SPIEGATO AI BAMBINI [A. GHEBREIGZIABIHER]
COMINCIAMO DAL RIFIUTO [ASCANIO CELESTINI]
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