
Il 29 aprile 2022, promossa dalla rivista femminista “EMMA”, è apparsa una lettera aperta rivolta al cancelliere Olaf Scholz affinché la Germania non contribuisca all’escalation del conflitto inviando armi “pesanti” all’Ucraina, ma si impegni per ottenere il cessate e il fuoco e avviare i negoziati.
Che l’iniziativa sia partita da una rivista femminista e dalla sua fondatrice, un aspetto a cui non è stato dato in Italia, almeno fino ad ora, il dovuto rilievo, non è di poco conto. “EMMA”, il cui titolo richiama volutamente il termine Emanzipation, è l’unico periodico politico femminista in Europa diretto da sole donne; è stato fondato nel 1977 da Alice Schwrzer, femminista radicale che dall’inizio degli anni Settanta si è impegnata in numerose cause femministe: contro le mutilazioni genitali femminili, la prostituzione, la pornografia e per l’autonomia economica delle donne. Nel 1971 aderì in Francia alla campagna per la legalizzazione dell’aborto, una campagna che propose con successo anche in Germania. Autrice di 19 opere, Schwarzer ha scritto su Simone de Beauvoir e su Petra Kelly ed è stata insignita di numerosi riconoscimenti.
In una intervista rilasciata a “Die Presse” il 6 maggio 2022, ha ricordato l’origine dell’iniziativa:
“Quando martedì scorso ho letto l’affermazione del ministro degli Esteri russo secondo cui un’escalation nucleare era una eventualità molto reale, sono stata scossa dalla paura. Ho redatto una prima lettera, ho ricevuto adesioni e rifiuti da potenziali sostenitori. Due di loro hanno contribuito a formularla, altri hanno reclutato attivamente altri firmatari. Improvvisamente la cosa si è diffusa rapidamente e questo gruppo eterogeneo si è riunito, il che è una testimonianza della loro forza” (fonte diepresse.com).
Alle prime firme apposte alla lettera, di 28 personalità del mondo della cultura e dell’arte, in due settimane se ne sono aggiunte moltissime altre e le adesioni sono salite a 275.000. “Con il nostro appello rappresentiamo ora più della metà della popolazione tedesca”, ha affermato il 7 maggio la stessa Schwarzer alla rivista austriaca “Profil”. Secondo i sondaggi, infatti, il 45 per cento della popolazione si era dichiarato contrario all’invio di armi; finora ‘queste persone riflessive’ non hanno avuto voce, ma grazie alla lettera al cancelliere la percentuale è salita al 57 per cento (fonte profil.at).
I firmatari della lettera si appellano alla responsabilità di ciascuno verso le vite di tutti. L’Ucraina, è loro convinzione, non sarà in grado di sconfiggere la potenza mondiale Russia. Chiunque convinca l’Ucraina a farlo è irresponsabile e condivide la responsabilità delle molte morti che si verificheranno ancora. “Le nazioni umiliate sono pericolose quanto gli uomini umiliati” (ivi).
La lettera ha suscitato un aspro dibattito in Germania (si veda la cronaca delle discussioni – interviste, articoli, dibattiti televisivi – all’indirizzo: emma.de).
Sulla stampa i firmatari sono stati chiamati “pacifisti straccioni” e “pacifisti volgari”, persone che intendono abbandonare l’Ucraina al suo destino (theguardian.com). Ad essi Schwarzer ha risposto: “Per noi è facile parlare. Stiamo al balcone e guardiamo”.
Il senso di urgenza che ha condotto all’iniziativa è ben espresso dall’editoriale della femminista tedesca al numero al di maggio-giugno dedicato al tema della guerra in Ucraina da un punto di vista di genere (Verhandeln? Jetz! – Negoziare? Subito!, in “EMMA”, numero 362, pp. 6-9):
Si dice che gli ucraini potrebbero migliorare la loro “base negoziale” grazie alla massima difesa. Ma a che prezzo? Solo oggi, nel 50° giorno di guerra, ci sono già migliaia di morti, da entrambe le parti.
Quindi è giunto il momento di negoziare con il presidente della seconda potenza nucleare più potente del mondo, con Putin. Perché non solo la piccola Ucraina è minacciata. La Germania sta già armeggiando con un “ombrello di sicurezza” militare; il ministro dell’Interno ha in programma di rafforzare i vecchi bunker e le gallerie della metropolitana. […] Fortunatamente per noi, il cancelliere rimane stoicamente calmo. Finora. I suoi critici non sospettano nemmeno che potremmo incappare in una terza guerra mondiale? (emma.de).
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Le traduzioni in italiano della lettera sono comparse su più siti in cui si riportano anche i nomi dei primi firmatari(tra questi ricordo: sbilanciamoci.info; volerelaluna.it). Qui ne riporto una versione leggermente rivista.
Caro cancelliere Olaf Scholz, apprezziamo il fatto che lei abbia finora valutato così attentamente i rischi: il rischio che la guerra si estenda all’interno dell’Ucraina; il rischio che si estenda a tutta l’Europa; anzi, il rischio di una terza guerra mondiale. Speriamo quindi che torniate alla vostra posizione originaria e non forniate, direttamente o indirettamente, altre armi pesanti all’Ucraina. Al contrario, vi esortiamo a fare del vostro meglio per garantire che un cessate il fuoco possa essere attuato il più presto possibile; un compromesso accettabile per entrambe le parti.
Condividiamo il giudizio sull’aggressione russa come violazione delle norme fondamentali del diritto internazionale. Condividiamo anche la convinzione che esista, in linea di principio, un dovere politico e morale di non subire un’aggressione violenta senza reagire. Ma ciò che ne consegue trova dei limiti in altri principi di etica politica. Siamo convinti-e che due di questi limiti siano stati raggiunti. C’è, in primo luogo, il divieto assoluto di accettare il rischio che questa guerra degeneri in un conflitto nucleare. La consegna di grandi quantità di armi pesanti, infatti, potrebbe rendere la Germania partecipe della guerra. E un contrattacco russo potrebbe innescare la clausola di assistenza reciproca prevista dal trattato NATO e quindi il pericolo immediato di una guerra mondiale. Il secondo limite è il grado di distruzione e di sofferenza patiti dalla popolazione civile ucraina. Anche la resistenza giustificata contro un aggressore è, a un certo punto, insopportabilmente sproporzionata rispetto a un tale esito.
Mettiamo in guardia contro un duplice errore. In primo luogo, l’idea che la responsabilità di un’escalation verso un conflitto nucleare sia solo dell’aggressore originario e non anche di coloro che, consapevolmente, gli forniscono un motivo per agire in modo criminale. In secondo luogo, che la responsabilità morale dell’ulteriore “costo” in vite umane tra la popolazione civile ucraina sia di esclusiva competenza del suo governo. Le norme moralmente vincolanti sono di natura universale. L’escalation degli armamenti sotto l’attuale pressione potrebbe essere l’inizio di una spirale globale, con conseguenze catastrofiche, non da ultimo per la salute globale e il cambiamento climatico. Nonostante tutte le differenze, dobbiamo lottare per la pace sul pianeta. L’approccio europeo della diversità comune è, in questo senso, un modello.
Siamo convinti, cancelliere, che il capo del Governo della Germania possa, in particolare, dare un contributo decisivo per una soluzione che resista al giudizio della storia. Non solo in vista delle nostre esigenze economiche attuali, ma anche in vista della nostra responsabilità storica e nella speranza di un futuro pacifico comune. Contiamo su di voi!
[Questa pagina fa parte di Voci di pace, spazio web
di studi, documenti e testimonianze a cura di Bruna Bianchi]
Sottoscrivo ogni singola parola. Un’analisi precisa ed esaurienti sui motivi che fanno dire no ad un’escalation.
C’E’ UN PUNTO CHE NESSUNO AFFRONTA NEL DIBATTITO IN ATTO, CHE IO CONSIDERO DIRIMENTE. I due IMPERI ,quello putiniano e quello USA-NATO e c. , ambedue fondati su profitto-mercato-fossili-devastazione-distruzione ecc., avevano un COMUNE INTERESSE a rimettere al centro LA GUERRA LE GUERRE per la “risoluzione” (?) delle controversie internazionali…e lo hanno fatto. L’AMERICA di BUSH ha già teorizzato e praticato ” LA GUERRA INFINITA GLOBALE E PERMANENTE. L’AFGHANISTAN e L’IRAQ (e non solo!) rispondevano a questa strategia. E la GERMANIA e tutta l’EUROPA ha “partecipato” subordinata e accucciata. Compresi tutti i governi che si sono succeduti nel nostro paese dall’11 settembre in poi. L’UCRAINA è stata armata per anni. E ZELENSKY e i suoi hanno giocato lo stesso gioco degli USA-NATO. Nessuno ha “tentato” la pace prima dell’invasione. E’ come se tutti sapessero tutto…e l’aspettavano. Biden, quindi, non ha fatto altro che riprendere la strategia (?) di BUSH…e TRUMP. Cioè FIIRST AMERICA. IL PUNTO E’ QUINDI che nessuno di fronte alla guerra ha pensato e scelto UNA DIFESA NON-ARMATA. Pacifica e non-violenta. DI-SARMATA. E tutti hanno detto, anche “pacifisti” (?) che aggrediti è giusto difendersi…è vero ! ma non è detto che si debba per forza fare la scelta DELLE ARMI E DELLA GUERRA. Visto l’esito di tutte le guerre , nessuna esclusa, dalla seconda guerra mondiale in poi (almeno!). UN’ALTRA DIFESA ERA (è!) POSSIBILE. PER USCIRE dalla dinamica amico-nemico …bisogna uscire dal mettersi sullo stesso piano del “nemico” (?) . GHANDI l’ha fatto. Russel Einstein ecc. l’hanno teorizzato e pensato possibile. Gino Strada pensava, infatti, che era (è) l’unico modo per far USCIRE LA GUERRA DALLA STORIA. Le femministe sarebbero quelle che più possono aprire a quello che diceva CHRISTA WOLF : “tra uccidere e morire c’è un’altra possibilità …VIVERE”. Intanto colgo l’occasione per invitare tutti, da questa sera, al CONCERTO MONDIALE PER LA PACE. Dalle 18 e oltre …CANTIAMO SUONIAMO TRASMETTIAMO (nel caso gli smartfhone si prestano molto bene!) IMAGINE in tutti i luoghi del mondo…come in una sinfonia corale per FARE PACE tra gli umani e con tutti i VIVENTI. – blog.gaetanostella.it