di Floren Marcellesi*
La crisi ha paradossalmente un lato positivo. Favorisce un risveglio cittadino e una fioritura di alternative in tutto il mondo. Siamo passati da una passività apparente a un’indignazione creativa che prende poco a poco forma in impegno sociale e politico per una maggiore giustizia sociale, più ecologia, più solidarietà. Noi abbiamo un potere nelle nostre mani, molto di più di quanto immaginavamo, o ci lasciavano immaginare, e dobbiamo usarlo.
Questo non è un “potere su”, ma un “potere-di”, per resistere e per imporre ciò che è adeguato. Parliamo di un “poter fare”, l’emancipazione personale e collettiva in basso. L’uomo che impara a cucire, la donna che decide di partorire in casa, il quartiere che recupera un orto-giardino in città, una rete che promuove una moneta sociale, le persone che lavorano per trasformare la loro fabbrica in una cooperativa sono esempi superbi di questi nuovi tempi. Se oltre a questo, siamo in grado di unire le forze in un grande movimento eterogeneo, sociale e politico, locale e globale, cristallizzeremo anche i nostri sogni e la nostra pratica nelle istituzioni e nella società. Realisticamente, questo processo è già in corso.
Per implementare tale capacità sociale e politica alternativa in grado di influenzare immaginari e strutture, abbiamo bisogno di un insieme di idee complesso e adatto al XXI secolo. In primo luogo, dobbiamo riconoscere che non siamo solo di fronte a una crisi economica, ma di fronte a una vera e propria crisi di civiltà. La società industriale è esaurita e l’umanità, soprattutto i paesi del nord e le élite del sud, vivono come se avessimo a disposizione un pianeta e mezzo. Eppure, non abbiamo nessun pianeta B. Dobbiamo abbandonare la “società della crescita” e sperimentare una “società del ben vivere”.
Per questi motivi, sono convinto che molti movimenti e persone possono condividere le seguenti principali linee base: ridefinire collettivamente ciò che noi chiamiamo ricchezza e bisogni; ridurre la nostra impronta ecologica perché sia compatibile con la capacità del pianeta; ridistribuire il lavoro e la ricchezza economica, le cure, la terra e le risorse naturali in base a criteri di giustizia sociale e ambientale; rilocalizzare l’economia in circuiti corti di consumo e produzione; demercificare gran parte delle nostre attività. La transizione ecologica, sociale e democratica delle nostre società può essere convertita, a livello locale, nazionale, europeo e globale, in un asse di visione e di lotta comune con immenso potenziale trasformativo.
Il tempo sarà un fattore chiave per la vittoria del “Sì, è possibile”. Già l’ambientalismo degli anni Settanta era solito utilizzare predire un futuro nero per le generazioni future se non si sarebbe fatto nulla per porre rimedio alla crisi ecologica. Oggi, quarant’anni dopo, siamo come quelle generazioni future. Le crisi economiche ed ecologiche si sono rafforzate reciprocamente. Abbiamo anche meno tempo di prima per fermare la bomba a orologeria produttivista e per dare una svolta al sistema. Il cambiamento è non solo un profondo desiderio di giustizia locale e globale, è anche indispensabile per la sopravvivenza civile. Altri mondi sono possibili, auspicabili, necessari, ma molti di questi “altri mondi” sono già qui. In questo senso, siamo molti di più i gruppi e le persone che abbiamo qualcosa da guadagnare da una grande trasformazione sociale ed ecologica della società rispetto a coloro che hanno qualcosa da perdere. È vero che abbiamo poco tempo, ma da questa parte abbiamo qualcosa che nessuno può toglierci, la speranza.
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* Florent Marcellesi, coordinatore di Ecopolítica e redattore della Rivista Ecología Politica, è un ricercatore ed ecologista francese residente in Spagna, autore di numerose pubblicazioni (l’ultimo libro è Adiós al crecimiento. Vivir bien en un mundo solidario y sostenible – El Viejo Topo). Comune è il sito italiano al quale invia periodicamente i suoi articoli. In questa pagina abbiamo pubblicato – traduzione di Comune-info – stralci di un intervento preparato per una tavola rotonda (la versine completa è qua). Marcellesi è candidato in Spagna alle primarie di Equo (che fa parte del Partito Verde Europeo) per le elezioni europee del 2014. Altri interventi di Marcellesi sono qui.
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DA LEGGERE
Sui temi della speranza, suggeriamo la lettura di I percorsi misteriosi delle speranze di Gustavo Esteva, Speranza di Naomi Klein e Fermenti creativi di una metamorfosi di Edgar Morin.
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