di Gianni Rodari
Conosco una città
dove la primavera
arriva e se ne va
senza trovare un albero
da rinverdire,
un ramo da far fiorire
di rosa o di lillà:
Per quelle strade murate
come prigioni
la poveretta s’aggira
con le migliori intenzioni:
appende un po’ di verde
ai fili dei tram, ai lampioni,
sparge dei fiori
davanti ai portoni,
e dopo un momentino
se li riprende il netturbino.
Altro da fare
non le rimane,
per settimane e settimane,
che dirigere il traffico
delle rondini, in alto,
dove la gente
non le vede e non le sente.
Di verde in quella città,
e dirvi il suo nome non posso,
ci sono soltanto i semafori
quando non segnano rosso.
Primavera si risveglia
con il canto degli uccelli
con un guizzo di farfalle
ed un fiore tra i capelli.
Primavera, quella vera
è una mitica stagione
puoi giocare fino a sera
senza la televisione.
Primavera è una bambina
con le guance un po’ arrossate
che ti dice, ogni mattina
sarà splendida l’estate!
Primavera, quella vera
sembra sempre una sorpresa
ma è la giostra della vita
come il giorno e poi la sera.
Italo Scalese, maestro