“Lo Stato fa lo Stato ”sempre! E in modo coerente, sempre a difesa degli interessi economici, finanziari, politici e mafiosi che si arrichiscono con le “grandi opere” in Piemonte e Liguria. A difesa, sempre, degli interessi economici, finanziari, politici e mafiosi che si arrichiscono in tutta Europa con il “Pronto Moda” di Prato. In un caso lo Stato si schiera contro la sicurezza ambientale, la difesa del suolo, la volontà delle comunità locali. Nell’altro caso contro la salute e sicurezza, la tutela sindacale, il diritto a un lavoro dignitoso. Da una parte il Potere, sempre. Con i suoi abusi e soprusi. Dall’altra parte le persone comuni, a mani nude”.
Le cose che succedono prese “una per una”, sono un fatto. Sovente ci indignano. A volte ci sfuggono. Spesso non ne cogliamo le cause … anche se ci sono chiare le conseguenze. Solo se le mettiamo in relazione tra loro, riusciamo a capire come vanno le cose. Riusciamo a identificare le dinamiche del potere. Gli abusi e le responsabilità. Proviamo a mettere in relazione, ad esempio, due dettagli. Le parole dette ieri da Aldo Milone (assessore alla sicurezza Comune di Prato) dopo la strage dei lavoratori cinesi del distretto tessile pratese, con quelle twittate da Angelino Alfano (ministro degli interni), a giustificazione dell’intervento dell’esercito in Val Susa.
Milone ha detto: “Al ministro Alfano lo scorso novembre abbiamo consegnato l’ennesimo dossier su Prato. Da parte nostra, in quattro anni abbiamo controllato 1.200 aziende su 3.500. [….]. I titolari delle ditte denunciati sono settantasei, di cui uno solo è in stato arresto”. Angelino Alfano ha twittato: “Lo Stato fa lo Stato. La Tav si farà. Bombaroli e delinquenti si mettano il cuore in pace”.
La relazione tra questi due fatti aiuta a capire molto della natura dello Stato in Italia. In un caso, in Val Susa, si mette in campo tutto l’armamentario autoritario-repressivo (compreso l’intervento eccezionale dell’esercito), in un’inconsueta sintonia tra diversi poteri dello Stato in aperto conflitto tra loro (pensiamo nell’era di Berlusconi allo scontro tra potere esecutivo e magistratura). Nell’altro caso l’illegalità diffusa, alla base di condizioni di lavoro-schiavo e d’ipersfruttamento economico, è tollerata e coperta da un’inconsueta sintonia tra i diversi poteri dello Stato, in guerra tra loro in altri ambiti.
A Prato si garantisce l’integrazione dei migranti cinesi nella rete dello sfruttamento globale, nei Cie si rinchiudono immigrati e profughi provenienti dall’Africa e d’altrove perché nel mercato globale solo le merci e i capitali sono liberi di muoversi, non le persone. Eppure ad applicare le stesse norme, ci sono gli stessi responsabili. Compreso il ministro dell’interno, Angelino Alfano. Schizofrenia? No.
Quanto accade, è solo apparentemente contraddittorio. “Lo Stato fa lo Stato” sempre! E in modo coerente, sempre a difesa degli interessi economici, finanziari, politici e mafiosi che si arrichiscono con le “grandi opere” in Piemonte e Liguria. A difesa, sempre, degli interessi economici, finanziari, politici e mafiosi che si arrichiscono in tutta Europa con il “Pronto Moda” di Prato.
In un caso lo Stato si schiera contro la sicurezza ambientale, la difesa del suolo, la volontà delle comunità locali. Nell’altro caso contro la salute e sicurezza, la tutela sindacale, il diritto a un lavoro dignitoso. Da una parte il Potere, sempre. Con i suoi abusi e soprusi. Dall’altra parte le persone comuni, a mani nude.
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