Qual è la situazione del pensiero critico nel bel mezzo della pandemia? Quali dovrebbero essere i punti centrali della sua analisi? Chi lo formula in questo periodo? Per fornire qualche spunto di risposta in poche righe a queste grandi domande, Raúl Zibechi precisa, in primo luogo, che il pensiero elaborato da accademie, partiti e autorità intellettuali, è in pieno declino, in América Latina è ancora piuttosto occupato a giustificare “gli errori e gli orrori” delle sinistre elettorali e a tacitare le critiche che potrebbero favorire le destre. Non ha alcun senso che il pensiero critico si metta a giudicare i successi o i fallimenti di questo o quel governo nel contrasto del virus. Serve se riesce a mostrare le cause strutturali e di lunga durata della situazione che stiamo vivendo, a collegare la pandemia al modello estrattivo neoliberista, alla speculazione finanziaria e alla quarta guerra mondiale contro i popoli. anziché attribuire a questo o a quel governo i fallimenti e i successi nella lotta contro il virus. Ma non è sufficiente neppure limitarsi a fare diagnosi: il sistema che ci domina non cadrà per ragioni oggettive. Infine, oggi coloro che elaborano il pensiero critico non sono più autorevoli intellettuali, ma popoli, collettivi, comunità, organizzazioni e movimenti. Chi sono i rappresentanti cattedratici dei Mapuche o delle popolazioni indigene del Cauca colombiano? Chi incarna le idee dei movimenti femministi e delle donne che si oppongono al patriarcato? La realtà del pensiero critico di oggi è che ci sono farneticazioni in alto e creatività in basso, perché solo coloro che stanno trasformando il mondo possono conoscerlo a fondo
Una delle caratteristiche principali del pensiero critico è stata la sua scomodità, la sua capacità di disturbare i luoghi comuni, mettere in discussione conoscenze consolidate e scuotere la sonnolenza dell’inerzia. È sempre stato un pensiero controcorrente, ribelle e insubordinato.
Marx si è dedicato a mettere a gambe all’aria, o a testa in giù, l’eredità teorica di Hegel. Lenin ha deciso di disobbedire a Marx, che sosteneva che la rivoluzione avrebbe vinto in primo luogo nei paesi più industrialmente avanzati. Mao e i vietnamiti hanno scartato le insurrezioni urbane puntando sulla guerra contadina di lunga durata. Fidel e il Che erano eretici rispetto ai partiti comunisti che dominavano lo scenario delle sinistre.
Il tanto elogiato Walter Benjamin era implacabile nei confronti dell’idea del progresso e, più recentemente, gli ambientalisti mettono in discussione lo sviluppo, mentre le femministe rifiutano le organizzazioni verticali e i signori della guerra patriarcali.
L’EZLN [Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale], da parte sua, raccoglie le positività ed evita gli errori di rivoluzioni precedenti, per cui mette da parte la guerra per continuare a trasformare il mondo e a difendere (con tutti i mezzi) i territori dove il popolo comanda esercitando la propria autonomia.
Qual è la situazione del pensiero critico nel bel mezzo della pandemia? Quali dovrebbero essere i punti centrali della sua analisi? Chi lo formula in questo periodo?
Cercherò di rispondere in poche righe.
La prima cosa da dire è che il pensiero consolidato, elaborato da accademie, partiti e autorità intellettuali, è in pieno declino – un processo legato alle crisi di civiltà e sistemiche in corso. Forse perché appartiene ad una civiltà moderna, urbana, occidentale, coloniale e patriarcale. Cioè, perché si è arreso al capitalismo.
La maggior parte dei cosiddetti intellettuali si dedica a giustificare gli errori e gli orrori dei partiti della sinistra elettorale più che a criticarli, con la misera motivazione di non voler favorire la destra. Se criticare la sinistra fosse questo, Marx e Lenin dovrebbero essere liquidati come persone di destra, poiché hanno dedicato alcune delle loro opere migliori a mettere in discussione i loro compagni di strada.
La seconda cosa è che il pensiero critico deve rendere chiare le cause strutturali e di lunga durata della situazione che stiamo vivendo. Non deve intrattenere la gente con argomentazioni fallaci. Deve essere capace, ad esempio, di collegare la pandemia al modello estrattivo neoliberista, alla brutale speculazione finanziaria e alla quarta guerra mondiale contro i popoli, anziché attribuire a questo o a quel governo i fallimenti e i successi nella lotta contro il virus. Questo è ciò che io chiamo intrattenere invece che analizzare.
Inoltre, il pensiero critico non deve limitarsi a fare diagnosi. Siamo sommersi da analisi di ogni genere, molte delle quali contraddittorie. Anni fa si parlava del picco del petrolio (peak oil) come della chiave di volta della fine della civiltà capitalistica. Molto prima, si garantiva che il sistema sarebbe stato vittima di inesorabili leggi economiche.
Ogni giorno ci sono diagnosi che collocano i limiti del sistema nell’ambiente, nell’esaurimento delle risorse e in una lunga serie di presunte cause oggettive che non fanno che eludere il conflitto sociale come unico modo per fermare e sconfiggere il capitalismo. Già Benjamin lo diceva: se il sistema cadesse per ragioni oggettive, la lotta non avrebbe il minimo senso.
La terza cosa mi sembra la più importante. Fino ad oggi, coloro che si occupavano di elaborare il pensiero critico erano maschi, bianchi, accademici e appartenenti alla classe medio-alta. Naturalmente le idee che hanno divulgato erano di tipo eurocentrico, patriarcale e coloniale, anche se bisogna riconoscere che non per questo erano tutte sbagliate. Dobbiamo solo passarle attraverso il setaccio dei popoli, delle donne e dei giovani.
Oggi coloro che elaborano il pensiero critico non sono più personaggi autorevoli, ma popoli, collettivi, comunità, organizzazioni e movimenti. Chi sono i rappresentanti cattedratici del popolo Mapuche o delle popolazioni indigene del Cauca colombiano? Chi incarna le idee dei movimenti femministi e delle donne che si oppongono al patriarcato?
C’è ancora chi crede che il pensiero zapatista sia stato opera del subcomandante Marcos e ora del subcomandante Galeano. Non accetteranno mai che si tratta di pensieri nati da esperienze collettive, che vengono comunicati da portavoce scelti dal basso. Non accetteranno mai che l’attuale portavoce sia il subcomandante Moisés.
Questa è la realtà del pensiero critico di oggi. Farneticazioni in alto, creatività in basso. Come accade nella vita stessa. Non c’è niente di essenzialista in questo. La conoscenza viva sorge tra coloro che combattono. Solo coloro che stanno trasformando il mondo possono conoscerlo a fondo, tra le altre cose perché ne va della loro la vita, perché non possono farsi la minima illusione su quelli che stanno in alto, ben oltre il colore politico e il discorso che fanno.
Benjamin l’ha detto con assoluta chiarezza: il soggetto della conoscenza storica è la classe oppressa stessa, quando combatte.
Fonte: “Pensamiento crítico y pandemia”, in La Jornada
Traduzione a cura di Camminardomandando
Patrizia dice
Finalmente una boccata d’ossigeno!
Isabella dice
Profondamente giusto anche se io appartengo alla classe che andrebbe combattuta e ciò mi spaventa avendo io figli e nipoti che potrebbero pagare per le mie prese di posizione…?!
Riccardo dice
Non credo che parli di combattere la classe alla quale senti di appartenere, quello che vuole dire è che il pensiero della tua classe deve essere passato per il setaccio dei popoli, donne e giovani!
Paola dice
Possiamo solo combattere in modo nonviolento con la testimonianza, usando il consumo critico e il boicottaggio (è uno dei principali strumenti in mano ai consumatori e consiste nell’interruzione organizzata e temporanea dell’acquisto di beni per forzare le società produttrici ad abbandonare comportamenti che creano ingiustizia, impoverimento, inquinamento). Essere coerenti ha un prezzo non sindacabile e a volte ha un ruolo molto umile, ma essenziale. . A proposito di Mapuche noi italiani dovremmo sentirci molto coinvolti, poiché una nota multinazionale italiana è stata più volte citata da autorità garanti, e in primo piano sulla tragedia del Ponte Morandi, ma senza particolari conseguenze, essendo la stessa una grande famiglia patriarcale, nota come Gruppo Benetton, che risulta essere una delle aziende meno attente ai problemi esposti in questo articolo. La famiglia Benetton è infatti proprietaria in Patagonia di 900mila ettari di terreno su cui alleva pecore per la lana e bovini per la carne: il più grande latifondo dell’Argentina.!!!… La terra acquistata era già da sempre abitata dalle comunità indie, che furono confinante in riserve o costrette a lasciare le loro terre. Nel 2005 Benetton annunciò che avrebbe “donato” 7mila ettari della sua terra al governo di Chubut perché li distribuisse agli Indios. Ma il governo rifiuto’ l’offerta: la terra regalata era praticamente incoltivabile. Sempre sul caso della terra in Patagonia, la popolazione indigena Mapuche si è vista espropriare la propria terra da parte dei Benetton, che ha acquistato il 10% delle terre della Patagonia per allevare pecore da lana. Questo e molto altro ancora… si possono facilmente trovare notizie aggiornate su tutte le vessazioni e soprusi subiti dal popolo Mapuche da parte di un importante gruppo italiano, e non c’è da esserne fieri. Pensiamo infatti a quante maglie di lana mettiamo come regalo sotto l’albero. Un consiglio: occhio all’etichetta perché potrebbero essere
“maglie insanguinate” e ricordate:
“il consumo critico è il voto del portafoglio” disse l’economista Leonardo Becchetti.
Ferrante Elio dice
,… la realtà che vivo io è un po’ diversa. una presa di coscienza popolare è ancora oggi, nonostante la pandemia, molto lontana. penso che ASCOLTARE, x es, Papa Francesco, il Suo pensiero sul progresso. che se nn fa convergere tutte le sue conquiste tecnologiche , scoperte scientifiche verso un miglioramento della qualità della vita , anche .del 3° e 4° mondo, in definitiva finisce x andare contro l’uomo. quindi il pensiero critico può attecchire e svilupparsi solo attraverso una rivoluzione culturale. realizzare cioè la 2^ rivoluzione Copernicana. da una cultura antropocentrica ad una naturobiocentrica.
stella gaetano dice
SHOPPING E CASH BACK sono gli “inglesismi” di queste ore. I media di regime che parlano la metalingua liberista planetaria si sono subito sintonizzati. LA TERZA FASE è già iniziata. La sta diffondendo e generando LO SHOPPING generalizzato dei ceti medi e medio alti. Nelle città macchine mondiali della festa della merce. E il padrone confindustriale di MACERATA , come i suoi compari che nella notte del TERREMOTO dell’AQUILA ridevano e brindavano, l’ha detto pubblicamente “…anche se morirà qualcuno,pazienza.” Anche a BRESCIA e a BERGAMO i padroni dicevano le stesse cose…e i morti poi non sono entrati più nei cimiteri. Come nell’estate delle discoteche dei BRIATORE e delle SANTANCHE’ in Sardegna. Il virus era un’invenzione. Poi le case hanno accolto i ragazzi delle discoteche e delle movide. Anche ora le badanti i braccianti schiavi della raccolta degli agrumi i Rider ecc. non sono a fare shopping. Quello tocca a lorsignori. E anche ora hanno vinto i merciaioli con i loro sponsor accampati nei tvgiornalipadronali..addetti a diffondere il verbo. Questa volta mancano gli sciatori. Ma si rifaranno con l’anno nuovo. Il perchè del virus non fa parte della colonna sonora del regime RAISET. Quella che viene chiamata ancora “sinistra” , qui da noi, è di DESTRA non da ora. E chi critica lorsignori e cerca di dare voce al popolo è stto attacco. LA FIAT chiude MICRO MEGA. L’ENI la numero trenta nel mondo e prima in Italia per emissioni di CO2, nota multinazionale criminale e assassina partecitata dallo stato, denuncia per ZITTIRE il FATTO QUOTIDIANO e R. il cialtrone di Rignano pure..e la CASELLATI indegna Pres. del SENATO (della banda del delinquente di Arcore) pure. Montanari che dice che NARDELLA e c. stanno vendendo FIRENZE alle multinazionali viene denunciato …Questo è il clima che respiriamo…ho detto respiriamo…ma nelle nostre città 8o000 l’anno muoiono di INQUINAMENTO dell’aria. Cosa che ha influito e determinato l’andamento della pandemia in tutto il NORD inquinato dal tipo di “sviluppo” che lorsignori hanno imposto e attuato. Anche perchè il come produrre il cosa e il perchè non è stato il centro degli obiettivi…della triplice…CGIL.CISL UIL e neanche dei sindacati di base, che non sono riusciti a diventare una alternativa..Una buona metà del popolo non ha rappresentanza e neanche una voce di controcanto al sistema qui dominante. Marcos e il CHAPAS non si sono diffuse/i nel mondo. IO penso proprio che bisogna costruire COMUNITA’ ECOLOGICHE INTEGRALI che bisogna fare del cambiamento molecolare degli stili di vita del BOICOTTAGGIO DELLE MULTINAZIONALI (100 inquinano/producono Co2 per il 71%!) e della disobbedienza civile mondiale…insomma una pluralità di movimenti che trovano il punto di raccordo e di coagulo. MARX LENIN e forse anche BENJAMIN…forse ora sono lontani. Ma I MOVIMENTI HANNO GIA’ PRODOTTO TEORIA CULTURA E VISIONE DI UN ALTRO MONDO POSSIBILE. Siamo tutti coinvolti ognuno può fare qualcosa e non c’è un soggetto privilegiato.- G.S. -http://blog.gaetanostella.it
Paola dice
Respiro qualcosa di paradossale nell’aria e non è solo l’effetto della mascherina che ci costringe a respirare la nostra anidride carbonica, sacrosanta da indossare comunque. Il paradosso è il venire ingannati da coloro i quali dovrebbero, se non proteggerci, almeno tutelarci poiché dai tempi di Pasteur e di Sabin è sempre stato così. Ora invece la nostra salute è data in mano ad “apprendisti stregoni” i quali ci considerano come compiuter nei quali inserire l’antivirus. E tutto viene censurato dai colossi del web e anche io ho persino paura a dirlo ORA!!!. Ma amo la verita’..una verità scomoda .Purtroppo fonti scientifiche non opinabili e per nulla complottiste, hanno rilevato un inganno che potrebbe essere definito “crimine contro l’umanità”
Il vaccino Anti Covid 19 in realtà è un rimedio eugenetico, non crea immunità, per cui renderà i vaccinati portatori sani (forse…)
del virus e probabilmente non del tutto immuni neanche loro dal contagio. Chi afferma che tale vaccino cambia il DNA umano viene spedito in una clinica psichiatrica, TSO urgente!!!…altri portavoce per esempio a SAN MARINO propongono di far pagare le spese del ricovero ospedaliero per quanti non accetteranno il RIMEDIO (non chiamiamolo VACCINO per favore)
Altri hanno proposto l’obbligo della vaccinazione coatta per fermare la pandemia. Ma sono sicuri di fermarla? La risposta è NO. Poiché occorrono almeno 5 o 10 anni di esperimenti prima di propinare un RIMEDIO simile, e sapere le reali conseguenze rischi/benefici. Certo è che mai fu’ testato sull’essere umano nella storia della Medicina.
C’è una forte repressione in atto e dovremmo prenderne coscienza.
I colossi del web stanno bannando tutte queste informazioni. Non citero’ le fonti per non mettere nessuno nei guai, perché esistono ancora dei medici seri che rispettano il “giuramento di Ippocrate” ….. agli altri possiamo solo lasciare lo “spergiuro degli Ipocriti” ….. in questa situazione allucinante toccherà anche a noi il destino del terzo e quarto mondo?
Faremo da cavie come i porcellini d’India? Per quale ragione dovremmo essere così ingenui ?
Di sicuro c’è chi si arricchisce sulle nostre disgrazie, sulle nostre paure e fragilità. La morte fa’ paura. Ma diventare degli zoombi direi che è peggio. Capisco il peso delle mie parole, ma se la PAROLA deve essere soffocata come il respiro sotto la mascherina vuol dire che ormai non esiste più uno straccio di sistema democratico. E ora arreststemi pure! !!!