La Costituzione pone i beni individuati nell’art. 9 – cultura, ricerca scientifica, paesaggio, patrimonio storico e artistico, biodiversità e animali – sullo stesso piano. Non può esserci tutela di uno ai danni di un altro. Esattamente il contrario di quanto sostiene, tra gli altri, Enrico Giovannini, già ministro con Letta e Draghi (e co-fondatore dell’ ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), insofferente verso chi protegge ecosistemi, paesaggi e montagne dalle aggressioni degli impianti eolici a tutti i costi

Nel corso della presentazione delle proposte della ASviS (Alleanza per lo sviluppo sostenibile) per il nuovo Pnec (Piano nazionale per l’energia e il clima) mandata in diretta streeming il 20 giugno, il professor Enrico Giovannini, già ministro con Letta e Draghi, ha detto: «Le rinnovabili sono la strada da seguire, ma sappiamo che ci sono resistenze da parte di alcuni, perché secondo questi soggetti, per esempio, gli impianti eolici o quelli fotovoltaici rovinano o rovinerebbero il paesaggio. Come se in nostro meraviglioso paesaggio potesse resistere alle crisi climatiche, come se le nostre meravigliose colline toscane – per fare un esempio – non rischierebbero di essere annientate proprio dall’aumento delle temperature. La modifica della Costituzione, da questo punto di vista, che mette sullo stesso piano la tutela del paesaggio e la e la tutela dell’ambiente, nell’interesse delle generazioni future, è un passo in avanti importante per riequilibrare queste esigenze».
Siamo senza pudore al rovesciamento della realtà e del senso delle parole. Cosa dice, infatti, la Costituzione all’art. 9, così come riformulato l’8 febbraio del 2021 con l’aggiunta di un terzo e quarto comma?
«La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali».
Come si vede la Costituzione pone i beni individuati in questo articolo – cultura, ricerca scientifica, paesaggio, patrimonio storico e artistico, biodiversità e animali – sullo stesso piano e rango. Non può esserci tutela di uno ai danni di un altro. Esattamente il contrario di quanto fa intendere Giovannini. Non si tratta di “riequilibrare” il loro grado di tutela, in una aritmetica di interessi contrapponibili dove alcuni beni perdono di importanza ed altri ne acquistano; un po’ meno di paesaggio e un po’ più di consumo di suolo, un po’ meno biodiversità e un po’ più di chilowattore. Nemmeno se “a fini di bene”. I “sacrifici” dei principi costituzionali non sono previsti. Anzi la tutela di quei beni posti nella parte prima della Costituzione stanno ad indicare che sono intangibili.
Del resto si tratta di un concetto noto in campo ecologico e riconosciuto anche a livello europeo proprio nelle politiche ambientali: “Do No Significant Harm” (DNSH). Gli interventi su un settore (ad esempio quello energetico) non devono arrecare danni ad altre matrici ambientali (per esempio la preservazione della biodiversità).
Questo sul piano dei principi. Ma è sul piano pratico che la teoria di Giovannini (temo sia non solo) fa rabbrividire. Il surriscaldamento globale andrebbe combattuto non fermando l’emissione di gas climalteranti, ma impiastrellando le colline (toscane, marchigiane, ecc.) con pannelli solari e pale eoliche?
Pur di non mettere in discussione la crescita economica e i relativi business (fossili e/o green) ogni pezzo di natura (paesaggio, foreste, suoli fertili, fauna selvatica, biodiversità… salute umana) dovrà essere colonizzato e mercificato.
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L’articolo Uno della Costituzione dovrebbe essere: “L’Italia è una Repubblica fondata sul Mondo Naturale”. Basta pale eoliche!! Bisogna consumare di meno, di meno, di meno. E dimenticare l’economia.
… e invece, mentre discutiamo, leggiamo e ci scandalizziamo, in questi giorni AGSM apre i cantieri a Villore per costrure il devastante impianto eolico industriale che distruggerà per sempre una delle aree di pregio naturalistico d’Europa sull’appennino. Noi cittadini le abbiamo provate tutte, ma la megamacchina, che vive del connubio mortale di economia, tecnologia e politica non si può arrestare. Si salvi chi può, il diritto è una bandiera strappata e senz’asta.
Sono pazzi! Siamo in un sistema che non riesce a dare più valore a niente nemmeno alle cose più preziose ed improfanabili. Nessun rispetto per cose fondamentali come i nostri paesaggi, cornici delle nostre esistenze e culture. Siamo una civiltà profondamente immorale!
Siamo una civilta’ profondamente incivile, irresponsabile ed immorale
Abito inLigiria, dove le colline dono state violentate dall’eolico. Sono nativa della Lombardia