La storia italiana, negli ultimi cento anni, si divide in maniera netta tra antifascismo e fascismo: per eccellenza, questa è la spaccatura politica, culturale e sociale che infiamma anche il dibattito interno attuale con i postfascisti al governo.
Oltre le posizioni più politicamente definite, molti italiani e italiane sono cresciuti con l’idea che poi Mussolini, e quindi il fascismo, alla fine non erano neanche così male, tramandando una storia che nasce direttamente dalla propaganda dell’epoca, volta a trasformare, nascondere e moderare ciò che fu per la nazione italiana quella drammatica esperienza ventennale. Il mito del fascismo dal volto umano, buono, che aiutava i popoli colonizzati a migliorare la loro condizione selvaggia, fino ad arrivare alle capacità guerriere e alle condizioni migliori della popolazione, rispetto al prima e a dopo il fascismo, continua, perpetrato con mestiere da chi ha interesse che quella follia sia considerata rispettabile.
Non è stato mai un fascismo buono quello di Mussolini, e grazie al libro di Francesco Filippi, storico e formatore rispetto alle tragedie naziste e fasciste, possiamo facilmente rimettere le cose al loro posto. Mussolini ha fatto anche cose buone. Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo è un testo di poco più di cento pagine, che con rigore storico e scientifico, ricostruisce le bufale che le voci di popolo hanno avuto interesse a diffondere, perché con il fascismo l’Italia non facesse mai, definitivamente, i conti.
Filippi affronta otto leggende metropolitane, quelle più importanti, oltre le spigolature più semplici, da cui emerge quello che effettivamente il fascismo fu: un sistema corrotto, che abolendo completamente i diritti civili della popolazione (prima nazione al mondo nella contemporaneità, che ispirò poi i successivi regimi compreso quello nazista) condusse il paese alla rovina sociale, culturale, economica e militare. Guidati da un personaggio ambiguo quale fu Mussolini, i fascisti si allearono ancor prima di prendere il potere con le classe economiche più abbienti, per rimettere a posto le lotte operaie e contadine, socialiste e poi anche comuniste, trascinando il paese sul terreno di una guerra continua, interna ed esterna.
Un regime fascista, scrive e motiva lo storico, razzista dalla prima ora e non solo quando il duce non poteva più dire di no agli alleati nazisti sulla questione ebraica; una dittatura che impose il silenzio e la distorsione della storia su se stesso, omettendo completamente la violenza, la crudeltà, la meschinità e l’interesse economico che il duce e i suoi uomini utilizzarono sempre: resero l’Italia quello che era alla fine della seconda guerra mondiale, un paese povero e ferito, praticamente distrutto da chi diceva, ma poco faceva, di amare il popolo e di voler costruire l’uomo nuovo, fascista e violento, conquistatore di terre e di donne. Filippi descrive come in realtà Mussolini considerasse, a più riprese, il popolo italiano debole, vigliacco e traditore, non potendo più nascondere e nascondersi che la gente non ne poteva più della dittatura, della povertà, delle ingiustizie che subiva.
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Il saggio racconta in modo limpido, ad esempio, come Mussolini e i suoi fedelissimi usarono quanto già previsto e programmato da chi lo aveva preceduto per farsi lustro, come la politica delle case popolari (interventi previsti e realizzati già dal 1903); non diede vita al sistema pensionistico (nato nel 1895 con il governo Crispi e ben avviato nel 1919, a cui Mussolini causò danni irreparabili per ottenerne il controllo e le ingenti disponibilità finanziarie), non bonificò le paludi (opera già messa in campo precedentemente, di cui il regime si appropriò come per tutte le altre importanti “rivoluzioni fasciste”), non debellò la malaria (dichiarata dall’OMS sradicata in Italia solo nel 1970). Furono Mussolini e il fascismo a trascinare la popolazione in uno stato di guerra permanente, prima contro la parte interna che si opponeva e lottava per avversare la dittatura, e poi contro altre popolazioni: la Libia (continuando da subito la conquista iniziata da Giolitti nel 1911, realizzata dal fascismo attraverso abusi e violenze continue alla popolazione civile, come in tutte le altre guerre coloniali), la Somalia (continuando la colonia di fine Ottocento con modalità squadriste per il mero appannaggio del quadruviro Cesare De Vecchi tra il 1923 e il 1928), l’Etiopia (attaccata nel 1935, dove i fascisti si distinguerono ferocemente per l’uso di bombardamenti chimici verso le popolazioni e il bombardamento alla Croce Rossa, la prima volta nella storia). La storia ufficiale rese militarmente efficaci personaggi oscuri come Rodolfo Graziani, noto per la crudeltà ed il terrore che riusciva a creare attraverso il non rispetto di tutte le Convenzioni tra stati sulle condizioni della guerra, verso i militari e verso le popolazioni civili. Il libro ci ricorda anche che sia Graziani che il meglio considerato Badoglio furono protetti, una volta finita la guerra, e l’Italia non diede seguito alle richieste di estradizione dei due per vari crimini di guerra commessi in prima persona. E poi la partecipazione degli aerei italiani nella Guerra Civile spagnola, dal 1935 al 1937, tra l’altro bombardando, con i tedeschi, le popolazioni repubblicane e antifranchiste, come a Guernica e Barcellona. Si continua con l’invasione dell’Albania, nel 1939, quella della Grecia nel 1940 (dove le truppe fasciste subirono brucianti sconfitte dall’esercito regolare greco), come le invasioni della Croazia e della Francia, fino ad arrivare alla terribile campagna russa, a cui Mussolini teneva molto a partecipare, pur avendo ricevuto diversi no grazie da Hitler stesso.
Uno stato di guerra permanente che aggiunge agli oppositori, socialisti, comunisti, ebrei, liberali e tutte le popolazioni di cui il regime si sentiva superiore come razza, come nemico pubblico le donne, che dal fascismo furono escluse dal mondo del lavoro. Fu il fascismo che chiuse definitivamente le donne nella casa domestica, solo madri e mogli dei nuovi italiani: fu il regime che espulse le donne dalla vita lavorativa, culturale e sociale dell’Italia, fattrici dei nuovi combattenti, che una volta cresciuti andavano sacrificati nelle guerre di espansione. Il Codice Rocco sancì il femminicidio per far rispettare l’onore degli uomini; rese stupro e violenze reati contro la morale, non contro le donne. Sotto il fascismo, tra le altre cose, fu sancito legalmente il matrimonio riparatore, che obbligava la vittima a convivere con il suo stupratore, a vita.
Alla più grande spigolatura, come la chiama Filippi, che vanta un potere del duce mai vero, aveva già risposto splendidamente Massimo Troisi, nel suo film Le vie del Signore sono finite: il libro spiega che a Mussolini non serviva fare il capostazione se voleva far arrivare i treni in orario (come risponde Troisi nella pellicola, venendo classificato come antifascista e per per questo pagherà). Filippi informa che, nella realtà, al regime bastò far smettere di parlare dei ritardi dei treni, come smise di raccontare di tutto quello che non andava durante più vent’anni in Italia.
Ecco, questo è un libro che fa riflettere e agire, che va interiorizzato perché parla di noi; come dice l’autore nei ringraziamenti finali, citando le migliaia di persone che partecipano e hanno partecipato ai “Viaggi della Memoria” (di cui Filippi è accompagnatore e formatore), abbiamo ancora speranza: “Grazie perché avete scelto di … fermarvi e prendervi i tempo per riflettere”.
Perché il fascismo non accada mai più.
Francesco Filippi, Mussolini ha fatto anche cose buone. Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo. Bollati Boringhieri, Torino 2019, €12
Per fortuna, i libri di Francesco Filippi si trovano in diverse biblioteche italiane, mi sembra soprattutto nel Nord-Est, oltre che in Emilia Romagna e nel Lazio.
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Questo articolo fa parte di Granai per la mente, uno spazio dedicato ai libri a cura di Cristina Formica (sociologa femminista, da sempre attenta ai temi dell’antifascismo e dell’antirazzismo, è autrice di È capitato anche a me. Diario delle molestie nella vita di una donna, edito da Red Star Press)
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