di Maria G. Di Rienzo*
Il 19 febbraio il corpo senza vita di Gloria Rosboch, quarantanove anni, è ritrovato in una vasca di scolo di una discarica abbandonata a Rivara, a pochi chilometri dalla sua abitazione di Castellamonte (Torino). La professoressa Rosboch, che era scomparsa il 13 gennaio, è stata attirata sul luogo dal suo ex allievo 22enne Gabriele Defilippi (che l’aveva truffata per 187.000 euro) e dall’amante di costui, il cinquantaquattrenne Roberto Obert, e strangolata. I due, che avevano progettato insieme la truffa e lo sbarazzarsi di Gloria Rosboch divenuta troppo insistente nel reclamare il maltolto, ora si accusano a vicenda del suo omicidio. Questa è la nuda cronaca.
Sul “come” Defilippi abbia circuito e ingannato la sua ex professoressa (e non era neppure la prima volta, perché in passato ne aveva truffata un’altra) dal 13 gennaio a oggi avrete ormai letto chilometri di sedicenti articoli di “approfondimento”: non mi interessa entrare in merito. Com’è ovvio, il ritrovamento del cadavere ne ha generati almeno altrettanti, spacciati anch’essi per gravi e ponderate riflessioni, ed è di questi che vorrei parlare brevemente, pubblicati su vari quotidiani a tiratura nazionale oggi 20 febbraio 2016.
Basare gli articoli su speculazioni e ipotesi – che siano con chiarezza presentate per tali – è legittimo, improvvisarsi psichiatri e profiler no. Per esempio, che il povero Gabriele Defilippi “travolto dalle sue bugie” avesse “un’ossessione per le donne più fragili e vulnerabili” spaccia la sua azione criminale per malessere psicologico. “Ci sono uomini così, che a forza di mentire non sanno più ritrovarsi e non sanno più distinguere la verità da tutto il resto (…) “Un trasformista”, dice qualcuno. “Un mentitore”, insistono altri.”: come se la montagna di menzogne rifilate alla professoressa e ammesse nella confessione e comprovate dai fatti fosse ancora un’idea investigativa, potrebbe non essere un bugiardo, dopotutto, ma un trasformista che si è perduto e non sa più ritrovarsi…
Per Defilippi lunghi slideshow di immagini (con acconciature diverse e trucchi variegati, in abiti femminili e occhialoni ecc.) e una profusione di citazioni e dettagli: si interessa di cosmesi ed estetica, ha paura di invecchiare, sogna l’America e scrive un libro – be’, diciamo che lo scarabocchia, visto che compone frasi tipo “se bado al mio viso sperso in questo sfondo” – intitolato American Dream… La sua vittima, per contro, è identificata da un totale di tre foto (due sfocate) e “non aveva niente da fare”, “era già vecchia, con la testa, ma le andava bene così”, perciò dev’essere stata “folgorata” dalla “scoperta di una realtà così lontana dalle sue abitudini familiari” che aveva fatto grazie a Defilippi, come se vivesse in una cella di clausura con la sola compagnia di un rosario e non avesse una professione (l’insegnante) che la metteva a contatto quotidianamente con un bel mucchio di persone diverse.
Vedete, signori giornalisti, non è che se non si passa il tempo a tingersi e arricciarsi i capelli, non ci si interessa di cosmesi ed estetica né di come fottere i soldi al prossimo per andare in America non si ha nulla da fare e si è già vecchi interiormente. Il vispo ventiduenne non è brillante e pieno di vita perché spende ore a fotografarsi nelle pose e nelle mise più cretine che trova, la vita non è immagine come voi sembrate credere e se dobbiamo fornire a qualcuno la corona d’alloro di “folgorato” l’evidenza mi suggerisce di omaggiarla a Defilippi, piuttosto che alla sua vittima.
La quale è continuamente definita (e colpevolizzata) da voi come “debole”, “fragile come un cristallo”, “sempre sola”, “mite e indifesa”, “ una colomba che non capiva la malvagità degli uomini”, “una donna d’altri tempi” (perché non vestiva alla moda) e poi… c’è il clou, la ciliegia del sessismo su questa tortina di fango: “Non bellissima”.
È molto importante, nevvero. Solo che per le vittime di omicidio di sesso maschile ve ne dimenticate sempre. “Non bellissimo” non l’ho mai letto per nessun morto ammazzato, ma se si è donne ricevere la valutazione di scopabilità da parte maschile è un dovere anche dopo morte. E allora ok, cosa sarebbe accaduto se invece fosse stata “bellissima”? Non sarebbe stata uccisa? Balle, le donne muoiono di violenza di genere a tutte le età e in ogni tipo di corpo.
Avrebbe capito al volo “la malvagità degli uomini”? Ancora balle, l’essere gradevoli allo sguardo maschile non implica caratteristiche automatiche di personalità. Non si sarebbe mai lasciata ingannare? Sempre balle, come sopra.
L’unica cosa che sarebbe forse accaduta, fosse stata Gloria Rosboch “bellissima” ai vostri occhi, è che dopo la sua morte un qualche scrittore famoso avrebbe scritto un post su Facebook per suggerire di tappezzare la città con la sua immagine. Uno lo ha fatto di recente per una quindicenne uccisa da un incidente stradale. Ma per la “non bellissima” (leggi racchia, perché è questo che intendete) che secondo voi “non comprendeva la cattiveria del mondo” è sufficiente un epitaffio del genere: “Una storia troppo folle per essere vera.”
Difatti Gloria – e centinaia, migliaia, milioni di donne come lei – non è stata turlupinata e strozzata, sarebbe troppo folle. Continuate a sognare. Anche l’America, se preferite. E magari lasciate perdere femicidio/femminicidio, per i prossimi articoli, e dedicatevi alle sfilate di moda: cosmesi, estetica, immagine, che goduria, che folgorazione!
* Giornalista, formatrice, regista teatrale femminista cura il prezioso blog lunanuvola (dove è apparso questo articolo, la cui pubblicazione su Comune è autorizzata dall’autrice).
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Ma ke articolo è??
Una che scrive ke per risparmiare una consonante non puo’ capire l’articolo.
grandiosa!
Il grandiosa ovviamente è riferito ad Angela nel commento che mi precede. Per quanto riguarda l’articolo condivido in pieno.
Condivido lo sdegno della giornalista!
Sono un’amica di Gloria grazie dell’articolo….ho letto tante di quelle cose su Gloria ma purtroppo ne ho lette molto di più sul suo assassino.
Ti ringrazio ancora
Stefania
guarda che “non bellissima” era rivolto alla madre di Defilippi. Per lo meno l’articolo che ho letto io, ovvio che poi non ho letto tutti i giornali. Parlo de La stampa
Molti giornalisti pensano che i lettori siano dei trogloditi un po’ stupidi che possono capire dei casi solo se i modelli sono precostituiti. La bruttona col giovinetto. le sta bene, così impara. E solo su questi stereoitipi possono lavorare anche per mantenere un livello di ignoranza alto. Io penso che questa signora fosse molto più bella di come appare in questa foto, ma gli spacciaparole ne hanno scelta senz’altro una delle peggiori. e magari l’hanno pure ritoccata per imbruttirla. sarebbe ora che chi sfrutta le tragedie altrui per denaro o per lavoro senza fare cultura che possa insegnare agli altri a vivere e a pensare, incominciasse a pagare e non a riscuotere per le vili offese e umiliazioni che danno a chi è vittima di tragedie. Anche questa è corruzione, corruzione delle idee e della realtà, corruzione del rispetto. Imparassero a vergognarsi questi scribacchini di bassissimo rango
E’ proprio vero. Complimenti a Maria G. Di Rienzo per questo articolo che ha sottolineato la miseria dell’animo umano. A momenti se sei brutta non sei nemmeno degna di vivere o essere ricordata….che orrore! Condivido il pezzo nella mia pagina di facebook.
Sessismo giornalistico ancora e ancora.
Eh già per una donna essere o no bella ha valore anche quando viene truffata e uccisa! Questo non è fare informazione o giornalismo…
Quando siamo belle ce lo meritiamo perché forse siamo un po’ mignotte, quando non siamo belle ce lo meritiamo lo stesso perché siamo fragili, antiquate, depresse, vecchie…
Non è una colpa amare e desiderare di essere ricambiati per come si è. Lo vogliono tutti, donne e uomini, a qualsiasi età e a qualsiasi condizioni ma per una donna è considerata una colpa , una debolezza, un disagio psichiatrico, un’immaturità…
I media che non fanno altro che esprimere la mentalità mediocre di questa società squallida.
Quante persone senza scrupoli e senza morale giudicano e mettono alla gogna la vita degli altri. Ma andate un po’ affancul@ e abbiate rispetto,non dico per la vita, ma almeno per la morte.
Siamo ancora marci di maschilismo e stereotipi….
Un’altra donna vittima di un uomo che amava… quante sono ogni anno? Madri educate i figli a capire fin nel profondo che le donne non sono oggetti da sfruttare in qualsiasi modo pensino di farlo!
Penosa la storia, trucissimi i personaggi, insopportabile il modo in cui il tutto è stato raccontato.
Storia di estremo squallore. Un quadro di solitudini e perversioni che suggerisce un mondo freddo, apparentemente pulito e netto, pieno invece di croste e di fango. Ideale per giornalisti d’assalto che presto chiederanno agli attoniti genitori della vittima se intendono perdonare. Che dio o chi per lui li faccia tacere.
Concordo appieno. Sono giorni che leggo articoli e faccio caso a questi stessi aggettivi.
Purtroppo questa è la realtà, la donna è sempre in difetto e non importa quale comportamento squilibrato abbia avuto il maschio, di lui si parla in altri termini o al massimo lo si compatisce e diventa ancora una volta lui la vittima. Per questo l’educazione al genere nel nostro paese non è accettata, per poter mantenere questo stato allucinante di arretratezza culturale e sociale.
Vorrei che anche per il prossimo uomo, magari ucciso dalla camorra, si precisasse se era in sovrappeso e se i suoi lineamenti erano gradevoli oppure no.
Cose da matti, tra un po’ la vittima diventa lui.
E ce ne sono…
Dovremmo essere tutte bellissime e ciniche per vivere e avere rispetto come esseri umani? Si capisce così cosa sia diventata questa società… Che tristezza!
Voglio un giornalismo differente/ Voglio un giornalismo differente/ Voglio un giornalismo differente…
Che schifo!
Sono d’accordo che l’aspetto della persona non ci autorizza a fare deduzioni sulla sua esistenza e sulla sua personalità.
Quanto al numero e alla qualità delle foto diffuse mi sembra sempre più evidente che i giornalisti attingano da quelle dispinibili su internet ed è chiaro che una personalità esibizionista abbia pubblicato nel tempo molte foto anche appariscenti mentre per una più riservata magari si trova disponibile solo la foto segnaletica messa a disposizione della forza pubblica al momento dela scomparsa.
Secondo me parlare di femminicidio un questo caso è un po’ fuori luogo, è vero che la vittima è una donna ma non penso che la questione di genere sia stata determinante in questo omicidio, pare lo siano stati di più i soldi.
A proposito di genere, mi domando se la vittima fosse stata un professore ingannato da una sua ex studentessa il giudizio di molti (e di molte) sarebbe diverso.
Davvero un ottimo articolo.
Magari anche quelli delle principali testate giornalistiche, stimolassero così la riflessione critica su certi eventi di cronaca nera, vissuti ormai al pari di uno show televisivo.
“Dignità”: così lo riassumerei.
Toh!, esistono ancora giornalisti veri. Pensavo si fossero estinti. Complimenti a Di Rienzo, questo è il giornalismo che voglio leggere.
Triste, molto triste leggere e sentire i nostri giornalisti.
Condivido quanto scrive Maria Grazia di Rienzo.
Oddio quanto è vero.
A proposito della eventuale futura fama dell’assassino, ieri ero alla Feltrinelli di Torino e nel reparto autobiografie, c’era un libro scritto da Raffaele Sollecito…
Grande apprezzamento per la tua analisi.
Grazie, davvero.
grazie!.diffondo perchè è un dovere morale e sociale
grazie.diffondo perchè è un dovere morale e sociale
Il discorso generale è condivisibile, ma anch’io ci tengo a sottolineare che il “non bellissima” non era riferito alla vittima ma alla madre del maggiore sospettato
Ottimo articolo che però va corretto nella data si tratta di 20 febbraio 2016 e non 2015
Grazie Ebe.
lo letto, dove ce scritta la data sbagliata? ….scusa il mio italiano, scribo da Santiago del Cile.
Era alla fine del secondo capoverso, grazie ad Ebe abbiamo rimediato al piccolo errore di Maria G. Di Rienzo.
Acuta riflessione sulla superficialità e l’insensibilità di molti giornalisti. La povera professoressa Rosboch non buca il video come il suo assassino, personalità perfetta per i talk show e il Grande Fratello (vedrete, quel criminale uscirà di galera e troverà subito i salotti della nostra tv spazzatura pronti ad accoglierlo). Quindi i giornali sono tutti per lui, gli si costruisce intorno un mito da poeta maledetto, manco fosse Rimbaud; e lei, come si legge non troppo tra le righe, un po’ se l’ e’ cercata …
Questo è il breve testo con cui ho accompagnato e condiviso il vostro articolo. Complimenti
Nina, Lara credo invece sia riferito proprio alla vittima
“Una donna succube (la madre dell’assassino), ma forse consapevole di ciò che aveva fatto suo figlio a una donna (la vittima) fragile come un cristallo, sempre sola, non bellissima.
Carissima Maria G. Di Rienzo, hai perfettamente ragione, punto per punto.
Ho pensato le stesse cose, assistendo all’ennesimo scempio televisivo di un fatto terribile.
Cosa resta da dire? Povera donna. Povere donne.
per me si possono mettere commenti come “non bellissimo” anche sui maschi coinvolti in fatti di cronaca nera anche se li vedrei meglio in un romanzo che in un articolo di giornale. Dico la verità, a me aggettivi come “fragile”, “sola” ecc.. non ispirano colpevolizzazione ma ancora più compassione per questa donna e disprezzo per questo tipo che scientemente sceglieva donne sole, ingenue e magari dal look dimesso perchè credeva di ingannarle più facilmente.I truffatori assassini possono essere curatissimi come trasandati, bellissimi o non bellissimi esattamente come le loro vittime. Esulando dal caso in questione, alcune considerazioni generali: vorrei dire che una donna o un uomo che badano molto al loro aspetto estetico non sono per questo nè più nè meno intelligenti, non sono moralmente migliori o peggiori di altri, tutti noi chi più chi meno badiamo al nostro aspetto estetico per noi stessi e per il prossimo fa parte della nostra libertà, e aggiungo che sarebbe meglio accettare che esistono uomini e donne fisicamente più bellocci di altri in linea di massima ma questo non è un giudizio morale e non vieta a nessuno di piacere a qualcuno e piacersi, anche uomini e donne non bellissimi possono avere storie d’amore e storie di sesso (certo nessuno di noi può pretendere di piacere fisicamente a chi vuole: o succede o non succede)
Sono un uomo etero e sono assolutamente d’accordo con quanto dice Maria Di Rienzo.