Ho la sensazione che in un luogo che non esiste nella nostra geografia come città paese frazione, se non come resort privato extralusso per i ricchi del mondo, e ora per i potenti che si dicono Grandi. Ho la sensazione che in un luogo simile, simbolo di tutto ciò che è borgo finto-antico, (immaginate se i nostri avi avessero un campo da golf dove dilettarsi, dopo aver lavorato nei campi dall’alba al tramonto…), luogo inautentico, anzi un non-luogo come lo avrebbe definito l’antropologo francese Marc Augé, celebre per la teorizzazione dei non-luoghi, spazi omologati destinati ad essere utilizzati ma non vissuti, senza storia, radici e valori relazionali.
Ho la sensazione che in un borgo che borgo non è, perché non ha abitanti ma solo clienti facoltosi che possono pagare tremila euro a notte, e lavoratori, in una messa in scena simile super esclusiva (nel senso anche di esclusione dei comuni mortali), anche le decisioni saranno finte, già prese altrove, una rappresentazione plastica del potere fine a se stessa.
Parleranno tra l’altro di fame e di povertà, e tutto stride col lusso in atto, eppure come dice l’Oxfam basterebbe che i Paesi del G7 riducessero del 3 per cento la spesa militare per azzerare la fame nel mondo.
Qualcuno si sente al centro del mondo in un luogo che è illusione.
Daniela Dal Lago dice
Come fare per COSTRINGERLI a cambiare atteggiamento? non possiamo più lasciare i nostri destini in queste mani sporche!