![](https://comune-info.net/wp-content/uploads/2024/06/443836436_122147992724165498_200105027853019767_n.jpg)
La Giunta del Comune di Napoli ha deciso di smantellare Abc (“Acqua Bene Comune”), l’azienda pubblica che gestisce l’acqua in città, nota per essere stata imitata in diverse parti del mondo per la sua gestione pubblica partecipata, di fatto aprendo alla trasformazione in società per azioni e dunque alla privatizzazione.
Le modifiche dello statuto che saranno approvate la prossima settimana eliminano infatti il coinvolgimento dei cittadini e il bilancio ecologico partecipato e ridimensionano il ruolo del cosiddetto “parlamentino dell’acqua”.
In segno di protesta contro la decisione della giunta guidata dal sindaco Gaetano Manfredi (Pd), Alex Zanotelli si è incatenato ad un albero a Piazza Municipio: «Il consiglio comunale non ratifichi il nuovo testo».
Questo il messaggio diffuso in rete dai movimenti dell’acqua:
Solidarietà e sostegno ai difensori di ABC Napoli, azienda speciale di gestione dell’ acqua bene comune
Una volta abbiamo votato per avere l’acqua bene pubblico gestito dall’amministrazione pubblica. Nn c hanno considerato. Onore a chi si batte ancora per il rispetto di un voto e di un bene di tutti ❤️
ABC a Napoli e’ un esempio insigne di democrazia !
Non svendetelo
Caro Alex Zanotelli e cara Mariangela Rosolen. Ma anche caro Andrea Fabozzi direttore de il Manifesto.
Se non ammettiamo che il Comune di Napoli, come tutti i Comuni, dal 1993, con l’elezione diretta del Sindaco che via via hanno portato i Comuni a modelli che meglio si inquadrano ai Comuni dei Podestà, e anche peggio. Perché allora crearono una dittatura. Oggi la nascondono dietro Comuni al cui interno non c’è più alcuna democrazia. Ma continuano a nasconderlo. Le Spa come le Srl o società dei capitali per la gestione dei servizi di interesse generale e dei servizi pubblici locali a partire dall’acqua, sono una tale contraddizione anche in termini – come conciliare la parola Comune con il cittadino che da ‘sovrano’ diventa ‘cliente’ e ‘cliente’ addirittura di chi ha eletto come non ‘padrone’ ma, come da articoli 1 e 98 della Costituzione, da suo servitore? – che, da sola, spiega, ampiamente, la deriva delle democrazie di tutto il mondo. Si pensi alla sola finanziariazzazione dell’economia. Altra iattura e non solo simile a quello che avviene con la trasformazione delle Municipalizzate in Spa e Srl. Possibile che nessun Italiano sembra ricordare i Comuni del Basso Medioevo che, dopo aver demolito i palazzi dei Feudatari, hanno costituito Liberi-Comuni con il Grande Consiglio e il Consiglio della Credenza rappresentativi fino a oltre 1.000 cittadini del Comune. Oggi, a ben guardare cosa avviene nei Comuni a partire dalla elezione diretta del Sindaco, mi è facile paragonare questo sia alla evoluzione del fascismo del 1926 che nomina i Podestà sciogliendo i Consigli Comunali. Sia, non fidandosi il dittatore neppure dei Podestà, trasformando nel 1929 il Segretario Comunale da dipendente del Comune, in dipendente del Ministero Interno. Prassi che, nel rispetto dell’articolo 5 della Costituzione, dicevo di revocare appena presa la tessera Cgil da segretario comunale. Al punto che oggi leggo di segretari comunali che gestiscono oltre 10 Comuni. Da ultimo ho saputo che nel vicino Comune di Monterubbiano il segretario comunale sarebbe presente mezzo giorno alla settimana (sic!). Come mi ha confermato un ex Sindaco di questo Comune e ora Consigliere Comunale.
Al punto, amici carissimi Alex e Mariangela, che mai si sono contraddetti insistendo a NO a qualsiasi partecipata Spa o Srl, che se volessi dare una definizione, storicamente e giuridicamente sostenibile dei Comuni oggi in Italia, li definirei “neo feudi” non, ovviamente, del Basso Medioevo (anni 1.000-1.492), ma dell’Alto Medioevo (anni 476-1.000).
Napoli mi è cara fin da quando ho fatto il segretario volontario a Lioni durante il terremoto dell’Irpinia, di cui ho la cittadinanza onoraria. Qui ho toccato con mano la grandezza, vera, pur dentro contraddizioni di altra provenienza, del popolo della Campania.
In conclusione, chiederei, immediatamente, di avviare un movimento di “RIPRENDIAMOCI IL COMUNE”. Da intendere “RESTITUIAMO AI COMUNI LA DEMOCRAZIA”. L