I lavoratori migranti e le loro famiglie chiedono un risarcimento alle autorità della FIFA e del Qatar per gli incredibili abusi che i lavoratori hanno subito negli ultimi dieci anni in preparazione della Coppa del mondo di calcio FIFA 2022 e per le “morti inspiegabili”. Questo il contenuto di un video di cinque minuti di Human Rights Watch (HRW) lanciato il 17 novembre.
Secondo The Guardian e Amnesty international sono migliaia i lavoratori morti in incidenti (per Amnesty almeno 15.000) mentre per il governo del Qatar – che vieta gli scioperi, il sindacalismo e reprime ogni protesta – meno di quaranta. “Questo Mondiale è il più sporco e sanguinoso della storia”, ha detto Muhammad, operaio in uno straordinario reportage di Mediapart, pubblicato su Comune in settembre, dedicato ai Mondiali di calcio 2022.
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Nel video di HRW prendono parola soprattutto lavoratori, le loro famiglie e alcuni tifosi di calcio del Nepal, uno dei paesi (insieme a India, Pakistan, Bangladesh, Sri Lnaka, Filippine e Kenya) con migliaia di migranti in Qatar. Un grido contro non solo lo sfruttamento dei lavoratori costretti a lavori fisici per lunghe ore nel caldo estremo del Qatar e a subire furti salariali, ma anche contro quei documenti che attestano migliaia di morti improvvise di giovani migranti in salute per “cause naturali” o “cause inspiegabili”. Secondo il diritti del lavoro del Qatar, i decessi attribuiti a “cause naturali” non sono considerati correlati al lavoro e dunque non sono risarciti.
“Una settimana prima della Coppa del Mondo, la strategia della FIFA di seppellire la testa sotto la sabbia e guadagnare tempo, sperando che l’entusiasmo per il gioco offuschi le violazioni dei diritti umani, è destinata a fallire…”, ha detto Rothna Begum, ricercatrice di Human Rights Watch.
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