Di loro parliamo con nostalgica ammirazione, delle loro gesta e teorie raccogliamo ispirazione per le nostre moderne utopie. Sono quelli che “avevano ragione”, che “bisognava ascoltarli prima”, che ci raccontavano di altri mondi possibili oltre quello che il progresso ha mandato allo sfascio, sono quelli che trovavano la soluzione per tutti, mentre i pochi creavano il problema: dello sfruttamento del pianeta, dell’accumulazione predatoria di risorse materiali e immateriali, della sopraffazione maschile nei rapporti sociali.
Per istinto, passione, senso della giustizia innato o costruito nel corso delle loro vite, hanno stravolto e sovvertito le regole per fare del mondo un posto in cui trovare giustizia e poter vivere in un rapporto equilibrato con l’ambiente. Quando li abbiamo tra i piedi, nel presente, vengono relegati nella semantica del minoritarismo. È scomoda la loro parola, sollecita la sfera della complessità nell’analisi della realtà e della responsabilità dell’azione nel presente.
Mi scopro, a volte, a leggere Comune dal futuro, con un sentimento nostalgico. Li leggo col rammarico per conto terzi, per conto di quelli che non li hanno ascoltati in tempo, come nel film in cui l’asteroide diventa una fake e la verità appare quando è troppo tardi. Abbiamo una grande occasione per aprirci alla sovversione del pensiero e delle pratiche che Comune promuove e accoglie per farci fare strada. Ora, non domani. Grazie per il tentativo generoso di indicarci la strada della salvezza e della giustizia. Auguri di cuore!
Le altre adesioni alla campagna di sostegno a Comune-info “Dieci anni e più” e le informazioni su come aderire sono leggibili qui.
Grazie, Gianluca. Per le parole belle e fin troppo generose e, soprattutto, grazie perché, al di là dei singoli sentieri che ciascuno esplora negli anni, abbiamo sempre avuto la sensazione forte di sentirti al fianco per una vita intera. Un abbraccio