File di camion sulle autostrade, astronavi di capannoni e cemento atterrati sulla campagna per smistare merci, furgoni con a bordo gli sguardi sfuggenti e stressati dei corrieri. Chi la paga, la comodità del nostro modo di vivere veloce e usa e getta? Questa situazione c’entra con la scuola? Purtroppo senso critico e livello d’istruzione non coincidono. «Forse dovremmo portare i bambini in un campo di grano adiacente un’autostrada – scrive Daniele Ferro, insegnante – e chiedere loro, con un percorso di ricerca senza destinazione predeterminata, ma da tracciare insieme: “Secondo voi, perché ci sono tutti questi camion?”»
L’uccisione del sindacalista Adil Belakhdim c’entra con un fallimento educativo della scuola? Me lo sono chiesto mentre mi riappariva un episodio di qualche anno fa: un amico mostrava alla compagnia serale un giubbotto acquistato online. «È un servizio comodissimo: se la merce poi non ti va bene lo segnali, te la vengono a riprendere e non costa nulla», spiegò.
Ma chi la paga, la comodità del nostro modo di vivere veloce e usa e getta? La pagano altri esseri umani e la Terra. Comoda la plastica ad esempio, comodo un ordine online che potremmo sostituire con la relazione e la fiducia con un negoziante di quartiere. Invece, anche per soddisfare comodità individuali, abbiamo file di camion sulle autostrade, astronavi di capannoni e cemento atterrati sulla campagna per smistare merci, e infine furgoni con a bordo gli sguardi sfuggenti e stressati dei corrieri che percorrono di continuo le strade cittadine.
Adil Belakhdim è stato investito il 18 giugno nel novarese da un autotrasportatore della Lidl durante un presidio davanti al magazzino del supermercato, ma il contesto delle lotte dei lavoratori della logistica riguarda tutto il settore, non solo alimentare: un comparto che se certo è esploso con la pandemia, si era già ingigantito per il nostro recente stile di vita da consegna a domicilio. Ken Loach lo ha mostrato al cinema nel 2019 con il film Sorry we missed you, protagonista la vita disperata di un corriere.
Nel 2016 a Piacenza fu il facchino Abd Elsalam Ahmed Eldanf ad essere ucciso da un tir durante un’altra manifestazione sindacale, davanti ai magazzini della Gls.
Questa situazione – migliaia di merci in viaggio con la porta di un singolo consumatore come destinazione finale – c’entra con la scuola? Le Indicazioni Nazionali, nel paragrafo su L’alfabetizzazione culturale di base, affermano che la scuola primaria deve porre le «premesse per lo sviluppo del pensiero riflessivo e critico». Sono parole meravigliose che invitano gli insegnanti a lavorare con i bambini in una palestra socratica: dobbiamo offrire contesti, esperienze e risorse perché i bambini negli anni possano costruirsi una mente dubitativa, pronta a chiedersi se sia bello e giusto ciò che propone la società capitalista in cui viviamo, indirizzandoci – tra l’altro – alla comodità dell’usa e getta e della più recente velocità a domicilio, tanto meglio se gratuita.
L’episodio dell’amico – una giovane persona laureata – entusiasta per il servizio del giubbotto giunto per pacco, ricorda che senso critico e livello d’istruzione non coincidono. E verrebbe da esserne felici, se ciò significasse che conclusa anche solo la scuola dell’obbligo ogni ragazzo possiede strumenti per ragionare e decidere nel rispetto degli altri e del pianeta.
La lotta dei lavoratori della logistica ammonisce sulle nostre scelte di acquisto online: meno merci a domicilio in viaggio, più diritti per i corrieri.
E a noi maestri questa tragica vicenda suggerisce che nell’ambito dell’Educazione civica bisogna riflettere sull’urgenza della questione ambientale intrecciandola ad un’ampia educazione alla sostenibilità che contempli le scelte e le modalità di acquisto, per comprendere quanto si cela dietro le nostre decisioni di consumo, dallo sfruttamento di risorse e di lavoratori allo smaltimento dei rifiuti.
Forse dovremmo portare i bambini in un campo di grano adiacente un’autostrada e chiedere loro, con un percorso di ricerca senza destinazione predeterminata, ma da tracciare insieme: «Secondo voi, perché ci sono tutti questi camion?».
Se la scuola ha fallito in passato, c’è sempre un futuro da costruire.
Paolo Moscogiuri dice
La morte di Adil.
Grazie Daniele Ferro per questo bellissimo “racconto”. Non esagero se dall’alto dei miei 72 anni lo considero il migliore che abbia mai letto. La sintesi, l’emozione, la riflessione, la capacità di legare argomenti apparentemente diversi. C’è tutto quello che ci deve essere e nulla di più. Proprio ieri, un amico mi chiedeva se potevo indicargli delle fonti per approfondire un un’argomento riguardante una legge sul mondo della disabilità. Mi occupo di questo da 40 anni. Sono stato in imbarazzo, non perché non ci fossero siti web su quest’argomento, ma perché in realtà, la mia formazione anche legislativa, è basata non sulla conoscenza approfondita di norme e articoli, ma sulla capacità critica acquisita dalla lettura di libri di antropologia, didattica, urbanistica, letteratura per l’infanzia, psicologia, arte; dalla visione di film e dalla frequentazione di persone con disabilità. E mi sembrava assurdo scrivere questo per la paura di essere frainteso. Di essere giudicato un tuttologo o un arrampicatore di specchi. Era molto più facile inviare due link presi dal web, anche perché le scelte culturali sono troppo pesonali. Invece, a poche ore di distanza, leggo il tuo “racconto”, dove per riflettere di un fatto di cronaca, si parla di scuola, di didattica, di lavoro, di politica, di sociologia, di filmografia. E il mio approccio critico, del quale ero consapevole, ma tenevo nascosto per pudore, ha trovato la sua collocazione e la sua dignità. Ancora grazie e complimenti.
Gio dice
Grazie per il tuo lavoro di avanguardia: se lo facessimo tutti di piu’? cosa fare in classe a partire dalla cronaca per lo sviluppo del pensiero critico e dell’esercizio di una cittadinanza ecosostenibile? Molti si sottraggono per vari motivi ma la rete e’ lo strumento che possiamo osare usare meglio
Patrizia Gallo dice
Questa riflessione di un maestro di scuola mi onora dell’esserne stata, a suo tempo, collega! E di avere creduto e provato a convincere delle medesime cose. Forse non ci son riuscita al meglio, di certo il fascino perverso della possibilità, quasi magica, del “posso avere ciò che voglio senza por tempo desiderante nel mezzo” ha la voce delle sirene…
Eppure. Quanto è stato utile per me, bambina, desiderare quel gattino di peluche, nel negozio a due isolati dalla scuola, per tantissimo tempo, sino a quando, arrivata la nonna, me lo sono trovata a casa ad attendermi, come un miracolo? Molto, moltissimo è contato, sapere che non tutto mi spettava, e ciò che mi arrivava in dono era prezioso…
Salvatore Castro dice
La sconfitta dell’etica e la trasformazione dei bisogni in arma di dominio. Quando la logistica supera la funzione sussidiaria e diventa produzione a sua volta. Deve esistere lo stato e d il suo intervento nella regolazione economica. E se qualcuno dice che questo è comunismo è solamente un imbecille.
Maria Grazia Giordano dice
Purtroppo è difficilissimo spiegare che le nostre comodità hanno spesso un costo insostenibile. I messaggi sociali vanno in senso contrario, in consumo smodato e acritico, spesso diventa una specie di status symbol. E chi esorta a una vita più sobria e consapevole viene percepito come una specie di marziano…
sabina calogero dice
Sembra quasi che i due sindacalisti siano morti per incidente stradale…se diciamo la verità ai ragazzi, diciamola tutta.