Il piano israeliano di espellere da Gaza l’UNRWA, organizzazione che sostiene due milioni di esseri umani nei loro bisogni più elementari, al fine di rendere ancora più insopportabile ai palestinesi la sopravvivenza nel territorio, era già noto da dicembre. Poche ore dopo che la Corte internazionale di giustizia dell’Aia aveva ordinato a Israele di “adottare misure immediate per consentire la fornitura di servizi di base e di assistenza umanitaria essenziale”, e mentre – secondo l’ONU – più di 750mila abitanti di Gaza stanno affrontando una “carestia catastrofica”, 16 paesi hanno sospeso i finanziamenti all’UNRWA. Si tratta, tra gli altri, di Italia, Stati Uniti, Germania, Inghilterra, Canada, Olanda, Francia, Svizzera, Australia, Giappone, Finlandia e Romania. Cos’è questa se non una vendetta del genocidio e dei suoi complici? La domanda di Rafael Poch non lascia spazio ad alcuna esitazione. Il pretesto della “denuncia” israeliana verso 12 persone tra i 13mila dipendenti dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi che il 7 ottobre avrebbero partecipato alle violenze seguite all’apertura della breccia nelle recinzioni della Striscia di Gaza (e dunque – chissà a quale titolo? – alle stragi) in altre circostanze susciterebbe ilarità
La risoluzione della Corte internazionale di giustizia dell’Aia sul genocidio israeliano a Gaza, resa pubblica il 26 gennaio, è soggetta a diverse interpretazioni. In quello stesso giorno, i palestinesi di Gaza hanno espresso su Al Jazeera la loro amarezza e disperazione perché la corte non ha chiesto il Cessate il Fuoco immediato di cui hanno bisogno per sopravvivere e che il Sudafrica aveva richiesto.
“Israele può continuare a bombardare, impegnandosi però a fare in modo che la guerra contro la popolazione di Gaza non si trasformi in genocidio“, riassumeva Junge Welt, uno dei pochi giornali tedeschi decenti, scandalizzato dalla dichiarazione della corte. “Una parte del genocidio è già avvenuta, l’obiettivo era impedirne l’avanzata e il compimento ma è proprio ciò che la Corte non ha fatto”, si legge in un media dissidente negli Stati Uniti.
La maggior parte dei media imperiali che hanno dedicato un po’ di attenzione manipolata all’evento dell’Aja – per esempio, menzionando appena la formidabile presentazione degli avvocati sudafricani e riportando invece nei dettagli la grottesca e spudorata “difesa” israeliana durante l’udienza – hanno posto l’accento sul fatto che “il tribunale si rifiuta di ordinare un cessate il fuoco a Gaza”, come recitava sabato 27 gennaio, per esempio, il titolo in prima pagina del Wall Street Journal, suggerendo una vittoria del suo soggetto della disputa protetto.
La realtà è che la risoluzione dell’Aia ha completamente rovesciato la tesi israeliana. Ha stabilito che l’accusa sudafricana secondo cui “Israele ha commesso, sta commettendo e rischia di continuare a commettere atti di genocidio contro il popolo palestinese a Gaza” è “plausibile”; e ha quindi approvato la maggior parte delle misure precauzionali presentate dal Sudafrica e ha stabilito che Israele deve “prendere tutte le misure” per prevenire atti di genocidio a Gaza.
Che un tribunale storicamente concepito dall’egemonismo occidentale dopo la Seconda Guerra Mondiale, quello che non aveva mai osato indagare e condannare le malefatte occidentali nel mondo, presieduto da una ex alta funzionaria del Dipartimento di Stato Usa e i cui giudici assumono l’incarico solo dopo aver dimostrato comprensione e la sottomissione alla parodia della giustizia universale di cui fanno parte, abbia concluso una cosa del genere, è un fatto clamoroso ed esplosivo per la reputazione di chi sta commettendo il genocidio e dei suoi complici, indipendentemente dalle conseguenze giuridiche pratiche che questo avrà. Ricordiamo che sia Israele che gli Stati Uniti, come anche Parigi e Berlino hanno già dichiarato che ignoreranno ogni eventuale condanna contro Israele.
La realtà è che, nonostante quanto detto, la risoluzione dell’Aja è stata perfettamente compresa dal genocida e dai suoi complici negli Stati Uniti e nell’Unione europea. Le autorità israeliane, le ambasciate e gli agenti di rimozione della vergogna sono fuori di sé. Accusano la corte di antisemitismo. Il ministro della Difesa Yoav Gallant ha detto che la corte ha oltrepassato i suoi limiti nel considerare la “denuncia antisemita del Sudafrica”. Il ministro degli Interni, Itamar Ben Gvir, ha aggiunto che “la decisione del tribunale antisemita dell’Aia dimostra ciò che già sapevamo: che questo tribunale non cerca giustizia ma piuttosto la persecuzione del popolo ebraico”. Lo stesso Wall Street Journal, che aveva pubblicato quel rassicurante titolo in prima pagina, all’interno del giornale ha attaccato con un editoriale intitolato “La guerra delle Nazioni Unite contro Israele”.
Per contrastare la sconfitta informativa e vendicarsi dell’audacia mostrata dall’ONU, di cui la Corte è il braccio giudiziario, lo stesso venerdì 26 le autorità israeliane hanno presentato la loro “denuncia” contro quella dozzina dei 13mila dipendenti dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA) che avrebbero partecipato alle violenze seguite all’apertura della breccia nelle recinzioni del “grande campo di concentramento” di Gaza (la definizione è di Giora Eiland, alta funzionaria della sicurezza israeliana, ed è stata espressa nel marzo 2004, molto prima del blocco del territorio). L’accusa si basa sugli interrogatori dei servizi di sicurezza israeliani alle migliaia di detenuti palestinesi maltrattati e torturati dopo il 7 ottobre.
Il piano israeliano di espellere da Gaza l’UNRWA, organizzazione che sostiene due milioni di esseri umani nei loro bisogni più elementari, al fine di rendere ancora più insopportabile la sopravvivenza nel territorio, era già noto da dicembre, quando la televisione israeliana fece trapelare un rapporto del Ministero degli Affari Esteri. La prima fase del piano era quella di “affermare la cooperazione tra l’UNRWA e Hamas”. La seconda era quello di “ridurre le attività di educazione e assistenza” dell’agenzia, e la terza era di “trasferire” la sua funzione a nuovi organismi. È accaduto così che immediatamente 16 paesi hanno sospeso i finanziamenti all’UNRWA. Si tratta, tra gli altri, di Stati Uniti, Germania, Inghilterra, Canada, Olanda, Italia, Francia, Svizzera, Australia, Giappone, Finlandia e Romania. In totale essi rappresentano circa il 60% dei finanziamenti dell’agenzia.
Ripetiamo: poche ore dopo che l’Aia aveva ordinato a Israele di “adottare misure immediate per consentire la fornitura di servizi di base e di assistenza umanitaria essenziale di fronte alle avverse condizioni di vita dei palestinesi a Gaza”, e mentre – secondo l’ONU – più di 750mila abitanti di Gaza stanno affrontando una “carestia catastrofica” con un rischio mostruoso di malattie e infezioni, tutti quei paesi complici del “diritto di Israele a difendersi” sospendono i finanziamenti alla principale agenzia umanitaria e aumentano gli effetti del massacro che ha eliminato più dell’1 per cento della popolazione e ferito più del 2 per cento negli ultimi tre mesi. Cos’è questa se non una vendetta del genocidio e dei suoi complici di fronte alla risoluzione giudiziaria?
Dopo che per la prima volta nella storia un paese del sud ha osato mettere sul banco degli imputati l’Occidente coloniale, esigendo la fine di un massacro contro la martoriata popolazione indigena della Palestina, la risoluzione dell’Aia invoca la solidarietà internazionale. Per adesso, solo gli Houthi dello Yemen hanno risposto ai massacratori e ai loro complici in modo dignitoso e coerente, interrompendo selettivamente il traffico marittimo nel Mar Rosso.
fonte e versione originale: Ctxt
Traduzione per Comune-info. marco calabria
stella gaetano dice
CONDIVIDO. AVEVO SCRITTO A il manifesto-il fatto quotidiano e l’avvenire…MA NON SONO STATO “pubblicato”. Questa, quindi, è anche una “protesta”…
SOSPENSIONE DEI FONDI ALL’UNRWA DELL’ONU :“ATTO GENOCIDA”- RIBELLIAMOCI!
La sospensione dei “fondi” all’Unrwa dell’ONU è una chiara vendetta e una ritorsione alla sentenza dell’AIA. – GRAZIE SUDAFRICA ! “Patria” di NELSON MANDELA!- Perché quello che si è gridato e si grida nelle piazze del mondo con quella sentenza assume un senso e un significato storico. E’ uno spartiacque inequivocabile . Perché è stata rifiutata “L’ARCHIVIAZIONE” chiesta dal governo Israeliano e perché l’accusa di “GENOCIDIO” è stata ritenuta “PLAUSIBILE”. Netanyau è un criminale di guerra l’esercito israeliano sta “sterminando” il popolo PALESTINESE e i governi occidentali con in testa gli USA sono stati e sono “COMPLICI” del GENOCIDIO IN ATTO. Questa è LA VERITA’. Che i media occidentali con in prima fila RAISET (RAI+MEDIASET E LA 7…) e tutti i giornali padronali e di REGIME, stanno negando manipolando nascondendo per bocca di servi mediali assoldati e prezzolati. Criminalizzare e fermare l’Unrwa, con i DATI FORNITI DALL’ESERCITO E DAL GOVERNO ISRAELIANO, è il prosieguo e la conclusione della strategia genocida. Ciò che non hanno fatto finora le bombe le distruzioni di case chiese scuole infrastrutture ospedali…in un LAGER a cielo aperto nella striscia …dove sono state “UCCISE” almeno 30.000 persone finora…devono farlo la fame le malattie la mancanza di medicine e le epidemie già in atto. CHIEDO A TUTTI/E UN ATTO DI RIVOLTA E DI RIBELLIONE. In modo ‘particolare a PAPA FRANCESCO a tutto il movimeno ecopacifista mondiale e a tutte le persone di BUONA VOLONTA’. CHI TACE E’ COMPLICE. Gridiamo- scriviamo dappertutto: “CESSATE IL FUOCO! ASSASSINI!”
Gaetano Stella- Lago di Chiusi-29-01-24
Passaparola!-blog.gaetanostella.it
Maria Teresa dice
Sì bisognerebbe davvero ribellarsi a questa tracotante violenza di Israele! Putin ha aggredito L’Ucraina ed è stato raggiunto da un mandato internazionale che gli impedisce di uscire dalla Russia insieme a tante sanzioni commerciali, il gas in primis, e va bene cosi! Perché non si fa lo stesso con Nethaniau? Perché i Palestinesi vanno eliminati e gli Ucraini accolti come fratelli? Non siamo tutti uguali? Il Sud Africa poiché ha osato imporsi all’Occidente va tenuta a margine! Allora l’Occidente compresa l’Italia subito si vendica tagliando i fondi alla Agenzia Umanitaria che aiuta i Palestinesi! E la “grande” Europa proprio ieri ha stanziato 50miliardi di armi all’Ucraina! Vergogna
Maria Teresa