Nella brevissima storia dell’umanità, l’azione dal basso è sempre stata fondamentale per ridisegnare il volto del mondo. Per cambiare le politiche e far funzionare le cose in modo concreto, però, in certi casi bisogna che il cambiamento investa anche le istituzioni. Fino ad ora, nella Regione Lombardia non è mai passata una legge di iniziativa popolare. C’è sempre una prima volta, per tutto. Il 2 settembre, al Pirellone, sono state consegnate 9.035 firme a favore della Legge di iniziativa popolare per la promozione e il sostegno dell’Economia Sociale e Solidale in Lombardia, quasi il doppio di quelle necessarie. Insieme si possono raggiungere risultati che singolarmente mai riusciremmo nemmeno a sognare

Lo sappiamo benissimo tutti! Persino i negazionisti nel loro intimo sanno che se continuiamo con i nostri comportamenti scriteriati – il consumismo sfrenato, la religione per la tecnica onnipotente, la voracità industrialistica, l’avidità della finanza, gli sfregi ambientali, il cibo spazzatura, l’accumulo compulsivo – affondiamo sempre più in una spirale di autodistruzione. Siamo già in piena crisi climatica, non possiamo più permetterci di spremere il pianeta come se le risorse fossero illimitate.
Ormai è su tutte le testate dei giornali, nel web, lo sentiamo alla radio, alla tv: si può invertire la rotta e si deve. È urgente! Non si tratta più di quattro ambientalisti che lanciano l’allarme. Le notizie sui disastri sociali e ambientali sono all’ordine del giorno.
Lo sostengono numerosi filosofi, scrittori, sociologi ed economisti, l’ha argomentato meravigliosamente papa Bergoglio nella sua enciclica Laudato si’, l’hanno ribadito recentemente anche gli scienziati dell’ONU. Greta Thunberg e molti altri giovani e giovanissimi (che erediteranno il futuro lasciatogli dai genitori) la ‘sentono’ molto più forte questa urgenza. Perché non siamo più capaci di metterci in ascolto?
Possiamo e dobbiamo cambiare lo sguardo sui comportamenti e le responsabilità individuali ma anche collettive, sulle relazioni, sulle interconnessioni, sugli stili di vita, sulle decisioni politiche ed economiche. Siamo tenuti a farlo, in quanto esseri umani abitanti dello stesso pianeta, la nostra casa comune.

“La politica non deve sottomettersi all’economia e questa non deve sottomettersi ai dettami e al paradigma efficientista della tecnocrazia. Oggi, pensando al bene comune, abbiamo bisogno in modo ineludibile che la politica e l’economia, in dialogo, si pongano decisamente al servizio della vita, specialmente della vita umana”. (Laudato sì)
A volte ci assale lo sconforto, quando ci confrontiamo con il vicino di casa, con un amministratore pubblico, con gli organizzatori di una sagra, con l’amico che organizza una festa di compleanno, con il negoziante che “deve finire la scorta di buste di plastica” (ma quante tonnellate di scorte ha??)… ci sembra di parlare a muri di gomma, ci sentiamo impotenti, paralizzati, perché sappiamo che non basta l’azione individuale… Inoltre, ognuno di noi ha le proprie contraddizioni da affrontare.
Nella brevissima storia dell’umanità, l’azione dal basso è sempre stata fondamentale per ridisegnare il volto del mondo, per vedere un ‘cambiamento’, ma occorre anche il sostegno delle istituzioni per far funzionare le cose, per cambiare le politiche governative. Insieme si è più forti. Insieme si possono raggiungere risultati che singolarmente mai riusciremmo a sognare.
Tutti possiamo salvare il mondo e salvarci. Nessuno può farlo da solo. Azioni dal basso (le aggregazioni spontanee, ad iniziare dai nostri comportamenti quotidiani), nel mezzo (i sindacati, i partiti, le associazioni, le reti territoriali che creano spazi (distretti) di economia eco-solidale), azioni dall’alto (le istituzioni, i governi) che possono creare infrastrutture per favorire il consumo responsabile affinché possa diventare pratica quotidiana, tramite politiche che favoriscano mercati territoriali e la “crescita” dell’economia “buona” (che fa bene alle persone e all’ambiente di cui gli individui sono parte).
È con questo obiettivo che anche in Lombardia, i distretti e le reti di economia solidale e sociale, lunedì 2 settembre 2019 hanno presentato 9035 firme ai funzionari del Pirellone (sede della Regione Lombardia) a favore di una legge regionale sull’economia sociale e solidale. Un ottimo risultato che ha superato ogni aspettativa e che evidenzia come siano tanti, tantissimi i cittadini che hanno a cuore le sorti del pianeta, perché non c’è un Pianeta B. “Siamo la natura che si difende” è stato uno dei più chiari messaggi usciti dalla manifestazione del Venice Climate Camp dello scorso fine settimana.
Gli argomenti richiamati nella legge sono trasversali, riguardano le relazioni tra le persone e tra l’ambiente e le persone, le continue interazioni da cui dipende la nostra stessa sopravvivenza.
I promotori dell’iniziativa e i contenuti della proposta di legge si possono trovare nell’articolo pubblicato su Comune-info (vedi qui ).
La raccolta firme, che è stata lanciata a marzo 2019, ha avuto un successo per alcuni insperato (quasi raddoppiato l’obiettivo delle 5000 firme!) grazie al lavoro, durato 6 mesi, di oltre 100 volontari ed attivisti provenienti dai gruppi di acquisto solidale (GAS), dai Distretti di Economia solidale (DES), ma anche da associazioni, botteghe del commercio equo, Pro loco, banche del tempo e singoli cittadini e cittadine. Sono ormai decenni che il “popolo dell’economia solidale” è attivo su queste tematiche. Un “popolo” che ha sperimentato pratiche di buona vita e buona economia, quella che chiediamo, anche con questa legge, di sostenere, facendola diventare un progetto politico dallo sguardo lungo che sappia disincentivare pratiche dannose e incentivare quelle virtuose.

Decine e decine di consiglieri comunali, assessori, sindaci e funzionari hanno presenziato ai banchetti nelle piazze e contribuito alla autenticazione delle firme raccolte.
Finora, in regione Lombardia non è mai passata una legge di iniziativa popolare. Ma c’è sempre una prima volta e oggi più che mai in tanti abbiamo offerto alla commissione del consiglio regionale della Lombardia, che esaminerà la proposta, l’occasione per un cambio di passo, deciso, nella direzione dell’innovazione sociale, per aprire un confronto costruttivo tra l’istituzione regionale e i soggetti operanti nei vari ambiti dell’Economia Solidale e Sociale.
Si parla spesso di “partecipazione”, di coinvolgimento dei cittadini. I cittadini ci sono, hanno le idee chiare, ora si tratta di passare dalle parole ai fatti, condividere strumenti, percorsi e programmi. Creare occasioni per ripensare insieme gli obiettivi e le prospettive per il futuro, valorizzando ciò che già esiste ed opera sui territori da anni, aspirando a un mondo in cui gli esseri umani riescano a prendersi una maggiore cura di se stessi, degli altri esseri umani e del piccolo pianeta che li ospita.
Consigli di lettura: “Possiamo salvare il mondo, prima di cena. Perché il clima siamo noi” di Jonathan Safran Foer
*Cinzia Terruzzi è un’attivista del movimento dell’economia eco-solidale: impegnata nella rete di economia solidale della bergamasca “Cittadinanza sostenibile” e in Legambiente Bergamo, gasista, presidente dell’associazione Mercato&Cittadinanza di Bergamo e co-presidente di Res Lombardia.
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