Con l’arrivo del caldo a Gaza, il problema della penuria di acqua assume contorni catastrofici. A Jebalia sono stati registrati i primi morti per sete tra i bambini e anziani. Intanto il Jerusalem Post pubblica un articolo in cui si dice che la guerra di Netanjahu è persa perché non è possibile eliminare Hamas. Del resto, cresce l’angoscia pensando al fatto che le truppe di Hezbollah finora sono rimaste a guardare… A un prezzo spaventoso la vendetta di Hamas sembra consumarsi. Ma è forte il rischio di scoprire che in quel piccolo luogo del mondo, scrive Bifo, si sta svolgendo l’anteprima di una guerra ancora più orribile che ovunque si prepara

Moshe Feiglin, del partito di Netanjahu, ha detto che non si deve fermare il genocidio fin quando un solo palestinese rimarrà in vita (Middle Est Eye). Qualcuno potrà obiettare che costui è uno squilibrato e non rappresenta il popolo israeliano. Che si tratti di uno squilibrato non c’è dubbio, ma purtroppo la maggioranza degli israeliani sono squilibrati come lui, e pensano quello che dice lui, anche se non tutti lo dicono. La condizione di colonizzatori, l’abitudine a discriminare milioni di donne e di uomini che vivono a pochi passi da casa tua, il cinismo da zona di interesse in cui gli israeliani hanno vissuto per decenni sono le cause di questo squilibrio mentale.
Il 7 ottobre ha provocato l’esplodere della follia omicida: crudeltà e orrore non si possono più relegare in uno spazio marginale, hanno preso il posto centrale della storia. La ragionevolezza e i sentimenti umani sono un residuo che solo i disertori possono coltivare.
Con l’arrivo della stagione calda a Gaza, il problema della penuria di acqua sta assumendo contorni catastrofici. Israele ha chiuso con il calcestruzzo deliberatamente centinaia di pozzi d’acqua e distrutto le unità di potabilizzazione nel nord della striscia. A Jebalia sono stati registrati i primi morti per sete tra i bambini e anziani. Neppure i nazisti fecero uso della fame e della sete come arma di guerra contro la popolazione civile. Si tratta di un crimine secondo le norme internazionali: un crimine orrendo, un crudele sterminio di massa scientificamente studiato e premeditato.
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Ma ora, dopo otto mesi di genocidio credo che Israele stia per precipitare in un caos sanguinoso di guerra civile e di violenza suicida, perché quel popolo non è più in grado di ragionare. Il Jerusalem Post ha pubblicato il 17 giugno un articolo in cui si dice esplicitamente che la guerra di Netanjahu è persa, perché non è possibile eliminare Hamas: essendo il prodotto (simmetricamente folle e crudele) della violenza e dell’odio, Hamas cresce ogni giorno che passa. E Thomas Friedman, editorialista filo-israeliano, ha scritto il 18 giugno sul New York Times: “Israele che conoscevamo non esiste più… Israele di oggi si trova in un pericolo esistenziale…” (Nytimes.com).
Non sono uno stratega ma suppongo che la vera guerra per Israele debba ancora cominciare. Finora si è trattato di un genocidio, di un atto unilaterale di sterminio, simile a quelli che le truppe di Hitler conducevano contro la popolazione ebrea indifesa. Finora le truppe di Hezbollah sono rimaste a guardare. Ancora Friedman scrive al proposito: “A differenza di Hamas, Hezbollah dispone di missili di precisione che possono distruggere interi settori dell’infrastruttura di Israele, i suoi aeroporti le sue università le sue basi militari e le centrali di energia”. Di conseguenza è probabile che nel prossimo futuro assisteremo all’attacco che spingerà Israele nell’abisso in cui merita di sprofondare.
Friedman conclude il suo articolo con l’invito a riconoscere che Hamas ha vinto la guerra, e aggiunge: “Sento le critiche dei falchi che mi dicono: Friedman, vuoi permettere a Yahya Sinwar di venire fuori dal suo tunnel e dichiarare la vittoria? Io rispondo: sì, proprio così. Ma poi vorrei partecipare alla conferenza stampa di Sinwar e gli chiederei: «Caro Sinwar, stai dicendo che questa è una grande vittoria per Hamas: un ritiro totale di Israele e uno stabile cessate il fuoco. Ma vorrei sapere cosa c’era a Gaza il 6 ottobre se non un ritiro totale di Israele e uno stabile cessate il fuoco? Come puoi spiegare ai cittadini di Gaza che hai provocato otto mesi di guerra con la distruzione del 70% degli edifici di Gaza, 37000 morti, molti dei quali donne e bambini, per ritrovarti esattamente nel punto in cui eri il 6 ottobre?». Quel che dice Friedman è vero, tranne l’ultima frase. L’enorme prezzo che i palestinesi hanno pagato non è servito, a mio parere, a migliorare la vita dei palestinesi, ma solo a peggiorarla, e fin qui siamo d’accordo. Però ha ottenuto un risultato che otto mesi fa era inimmaginabile: ha avviato Israele verso la sconfitta, verso il più infamante disonore, verso l’isolamento internazionale e verso la guerra civile e la dissoluzione. A un prezzo spaventoso la vendetta di Hamas è consumata.
Ma fin qui siamo solo alla premessa; quale scenario si apre dopo questa disfatta di Israele, dopo l’immane crudeltà inferta e subita da Hamas e dalla popolazione di Gaza? Presto scopriremo che in quel piccolo luogo del mondo si è svolta l’anteprima della guerra che dovunque si prepara.
Il popolo di Israele, razzista, colonialista, super-armato e senescente, è l’avamposto dell’occidente. E il popolo di Palestina, incrudelito da decenni di violenza e di umiliazione, è l’avamposto del mondo colonizzato che si prepara alla vendetta.
Ogni giorno alla frontiera tra il sud e il nord del mondo si svolge un genocidio di proporzioni immani.
La guardia costiera greca che getta in mare migranti africani o afghani, i governanti italiani che impediscono i salvataggi in mare e consegnano migranti in fuga alla guardia costiera libica sono i guardiani di una fortezza assediata: miserabili bianchi che hanno perduto ogni senso di umanità perché percepiscono l’approssimarsi di una resa dei conti il cui unico linguaggio sarà la crudeltà e l’orrore.
L’adesione di Bifo alla campagna Partire dalla speranza e non dalla paura è leggibile qui
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Lo stato di Israele e’ nato in modo illegale in un territorio offerto senza alcuna legittimità e senza tener nel minimo conto i diritti del popolo palestinese che da sempre lo abitava. Questa illegalità si è diffusa per tutto il periodo della vita di questo stato, con una legislazione clericale e divisiva, con la protezione delle colonie ebraiche in tutto il territorio palestinese con l’unico vero obiettivo di estendere lo stato di Israele a tutta la Palestina anche, come sta avvenendo, con la cacciata e, se utile, con l’uccisione di tutti i palestinesi non ebrei. Cosa fare? Non lo so.
vergogna! una terra per gli ebrei ha diritto di esistere come una terra per i palestinesi! due terre e pace per tutti!
gli antagonisti dell’occidente filo Putin, filo Xi e filo iran sono insopportabili tanto quanto gli statunitensi
Sto rivedendo “Il processo di Norimberga” e ritengo incredibile che chi ha subito atrocità enormi possa ripetere.
Un altro processo è auspicabile. 🌸
Condivido in toto, fino ad ogni sua virgola, l’articolo dell’esimio professor Franco Berardi Bifo. (Giovanni Scavazza)
Questo continuo paragonare gli atti di un governo di criminali (andare a rileggere chi è Netanyahu e quale è il partito al governo) continuando con i paragoni col nazismo, non mi garba e lo ritengo scorretto. Intanto perché in Israele convivono fianco a fianco parecchie religioni e culture non ebraiche. E poi si continua a non spiegare perché sta accadendo questo. In primo luogo il governo di Netanyahu non si reggerebbe in piedi, e crollerebbe se non ci fosse un stato di guerra permanente che non permette le elezioni. Io sospetto invece che il 7 ottobre sia stato lasciato accadere e ci sono parecchie prove e condizioni per dire questo; poi perché le cronache di prima del 7 ottobre davano un paese in rivolta contro questo governo anche e non solo per la riforma della giustizia che prevedeva la pena di morte ma solo per . Continuare ad accomunare un intero popolo ai nazisti quando il movimento pacifista israeliano esiste eccome e protesta come molti altri in piazza. Un esame meno infantile e meno forse sarebbe più utile di questo articolo a spiegare come stanno veramente le cose. Svariate volte nella mia vita giornalistica è capitato che leggessi idiozie da parte dei media occidentali di parte, come la sciocchezza che gli israeliani, qualche anno fa, avrebbero (quali dighe e di quali fiumi) per annegare gli abitanti di gaza. Siamo seri, eh!!
Certo possiamo trovare tutte le giustificazioni che vogliamo ma la verità è una: oltre 40.000 morti Palestinesi contro un attacco di Hamas che purtroppo ha causato più di mille morti e ora non si vede la fine di questa tragedia che è stata causata da Israele dal 1948! Io direi basta a queste ipocrisie e smettere di bombardare Gaza e di occupare la Cisgiordania, ammazzare i bambini solo e semplicemente per sete di vendetta e di potere per annettere la striscia di Gaza a Israele. Sappiamo tutti che dietro a tutto questo c’è l’impero delle armi e del profitto infinito. Invece di sobillare pretendiamo un tavolo di pace sia per il conflitto arabo israeliano sia per l’Ucraina invadiamo le strade e le piazze del mondo tutti insieme se vogliamo veramente la fine dei conflitti
D’ACCORDISSIMO CON MARIA TERESA!!!
Anche io mi sento in risonanza con quanto scritto da Maria Teresa
mariaterè hamas e gli hezbollah sono discutibili come quel fascista di Netanyahu