Azioni di protesta e di informazione nelle strade, nei condomini, nei luoghi di lavoro, ma anche ostruzionismo in consiglio comunale e una grande manifestazione cittadina perché il sindaco mercante ha fretta: l’assemblea di sabato 14 aprile promossa da un’ampia coalizione di movimenti, associazioni, comitati, centri sociali, partiti e sindacati ha ragionato su come bloccare subito la svendita della città decisa dalla giunta Alemanno, a cominciare dal caso Acea per il quale si manifesterà il 5 maggio (il luogo sarà comunicato nei prossimi giorni, nello stesso giorno è in programma la manifestazione antiprobizionista, povero Alemanno…). E lo ha fatto con la consapevolezza che la cacciata della destra dal Campidoglio passa per mobilitazioni come questa, ma soprattutto l’assemblea, con diverse sfumature, pensa che la messa in discussione del liberismo, cioè l’idea che tutto sia merce, non può essere rinviata. Insomma, il problema non è solo Alemanno e neanche la caduta del valore delle azioni Acea (da 16 a 4 euro, negli anni della giunta Alemanno) ma proprio l’idea che un servizio pubblico sia messo sul mercato.
La mobilitazione nasce perchè il consiglio capitolino si appresta a discutere e votare il bilancio deliberato dalla giunta. Tra gli interventi previsti (come raccontato da Comune-info con questo articolo di Paolo Carsetti del movimento dell’acqua pubblica), la cessione di un’ulteriore quota di Acea, il 21%, operazione che assieme alla costituzione di una Holding – che tanto ricorda l’involuzione e il modella della Protezione civile – nella quale confluiranno tutte le società partecipate da Roma Capitale, darà il via a una stagione di privatizzazioni che, come ricordano i promotori della mobilitazione, «è in totale contrasto con quanto espresso dalla stragrande maggioranza dei cittadini italiani con i referendum del 12 e 13 giugno 2011, ovvero un netto no alla privatizzazione dell’acqua e di tutti i servizi pubblici». A dire no alla privatizzazione dell’acqua furono 1,2 milioni di romani.
Di certo, nei prossimo giorni occorrerà spiegare a tutti quei cittadini che le motivazioni della svendita Acea, servono i soldi per pagare gli stipendi dei lavoratori e per altri servizi pubblici, è ridicola e demagogica. Basta guardare il bilancio, non è difficile individuare diverse voci di uscita da mettere subito in discussione, inclusa la manovra con la quale ogni anno i consiglieri si spartiscono un po’ di soldi per accontentare clientele elettorali varie, attraverso piccoli e grandi progetti (mentre si tagliano pesantemente i fondi destinati ai municipi).
Il futuro della città, secondo movimenti e comitati, si può e deve basare sulla valorizzazione delle sue risorse e non sulla loro cessione, sulla rifondazione di un pubblico efficiente e non la sua svendita al privato, sul valore della partecipazione e non sul suo annullamento. Inaomm, la gestione pubblica dei servizi essenziali non va soltanto difesa, ma trasformata in senso democratico e partecipativo.
I promotori della mobilitazione, il cui coordinamenti si riunisce mercoledì prossimo al Rialto, ricordano anche che è on line dilloadalemanno.it, il sito da cui è possibile far sentire la propria voce e inviare con estrema semplicità una mail al sindaco di Roma, all’assessore al Bilancio e all’assessore ai Lavori pubblici per chiedere l’immediato stop al piano di privatizzazione.
Appuntamento dunque al 5 maggio per la manifestazione contro la svendita dell’Acea. Scriviamola anche noi un’ode… Questa volta ai beni comuni.
La coalizione è costituita, da Action-diritti in movimento, Alternativ@mente, Angelo Mai, Arci Solidarietà, Associazione Casale Podere Rosa Associazione Culturale Altrevie, Associazione Insieme per l’Aniene onlus, Associazione Quinoa – Bottega del Commercio equo e solidale, Astra19, A Sud, AteneinRivolta – Coordinamento nazionale dei collettivi, Attac Roma, Blocchi Precari Metropolitani, Campagna per la Riforma della Banca Mondiale, Centro Interconfessionale per la Pace – Roma, Cinecittà Bene Comune, Circolo del Partito della Rifondazione Comunista Maria Zevi, Cnca Lazio, Comitato Acqua Bene Comune Valle dell’Aniene, Comitato Acqua Pubblica di Anguillara Sabazia, Comitato Aniene Roma IV e V Municipio, Comitato Roma 16 per i Beni Comuni, Comune di Corchiano (VT), Comunisti Uniti Lazio, Confederazione Cobas, Consorzio Città dell’Altra Economia, Coordinamento Cittadino di Lotta per la Casa, Coordinamento lavoratori/trici autoconvocat*, Coordinamento Nazionale “Enti Locali per l’Acqua Bene Comune e la Gestione Pubblica del Servizio Idrico”, Coordinamento Romano Acqua Pubblica: centri sociali Corto Circuito, AuroeMarco, La Strada, Sans Papiers, Spartaco, Ecologisti e Reti Civiche Verdi Lazio, Esc-atelier autogestito, Federazione della Sinistra di Roma, Giovani Comunisti Roma, Horus Project; Italia in svendita – Fermiamoli!, Italia Nostra Castelli Romani, Legambiente Lazio, Libercittadinanza – Rete dei Girotondi e Movimenti, Link Roma, Lista Cinque Stelle di Roma beppegrillo.it – Municipio XVI, Lista di Cittadinanza perUnaltracittà- Firenze, LOA Acrobax, Movimento Pensiero Meticcio, Movimento 5 Stelle Roma, Nuovo Cinema Palazzo, Partito Umanista Roma, PD Esquilino, Prc L.Longo Cinecittà X Municipi, Rete della Conoscenza del Lazio, Rete Zero Waste Lazio, Rivolta il Debito, Roma Futura, Servizio Civile Internazionale, Sinistra Critica Roma, Sinistra Ecologia e Libertà Area Metropolitana di Roma, Spazio Sociale 32, Usb Lazio.
Città invisibile è un piccolo collettivo attento ai temi sociali e della decrescita, nato all’interno dell’omonima libreria (info [at] editoriadellapace [dot] org).
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