Ripartire dalla speranza e non dalla paura cari compagni di Comune è una bella sfida, eh! Ho impiegato tanto prima di aderire a questa nuova campagna perché se ripartire dalla paura è da escludere senza alcun dubbio, ripartire dalla speranza per me, in questo periodo, è un tentativo davvero difficile. Mi guardo intorno e non trovo appigli, l’umanità mi sembra un brutto scherzo capitato per caso e in via di estinzione, giro il mio sguardo verso la natura e trovo ovunque sofferenza, la trovo nelle mille formiche schiacciate per caso e di cui non sentiamo le urla di dolore; la trovo in un fiore reciso che ci fa godere della sua bellezza fintanto che dura la sua agonia prima di seccarsi e morire. Solo il mondo inanimato sembra estraneo al dolore, ma ovunque ci sia vita, vegetale o animale che sia, c’è tormento.
Eppure ripartire dalla speranza si deve, ok, ma sperare in cosa? Se fossi Dio cancellerei il dolore, ma non è da lì che posso ripartire, non sono Dio.
Anche se tutti gli umani diventassero improvvisamente buoni e santi il dolore resterebbe nell’universo perché il dolore accompagna la vita di ogni essere animato. Allora cerco di spostare il mio pensiero su qualcosa che mi porti verso la gioia, che anch’essa in fondo fa parte dell’universo, e con un po’ di sforzo mi arrivano alla mente i sorrisi incredibili di alcuni bambini sfollati, senza casa, sotto le bombe, assetati e affamati, eppure disposti a un sorriso non di puro ringraziamento ma di vera gioia appena gli arriva del cibo. Bastano tre minuti e li vedi di nuovo saltare e ridere. Almeno per un po’. Ecco, forse ripartire da loro, dai bambini che con la morte intorno e l’ingiustizia che ammorba l’aria che respirano al pari dei residui tossici delle bombe, riescono comunque a sorridere, mostrando che un filo sottile di felicità alberga dentro di loro nonostante tutto.
In fondo proprio delle potenzialità dei bambini parlavo con Marco l’ultima volta che ci siamo visti durante una scuola di giornalismo a ragazzi giovanissimi. E allora sì, ripartirò da lì, dalla speranza che mi dà un bambino che sorride nel mezzo dell’inferno, e aderisco alla campagna con un pensiero speciale a Marco di cui ancora mi sembra di percepire la presenza. Ripartiamo insieme dalla speranza, grazie Comune.
[Patrizia Cecconi]
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