Numerosi studi mostrano come la maggior incidenza e gravità del Covid-19 si registri nelle aree più inquinate. Altri studi rivelano come nelle aree di agricoltura intensiva si riscontrano molti più casi rispetto a quelle non intensive. Eppure invece di promuovere subito azioni e politiche per ridurre drasticamente i molti tipi di inquinamento di fatto si propone come unica soluzione la vaccinazione di massa anche di bambini e bambine. Contro questa possibilità è stato lanciato un appello dalla Rete Sostenibilità e Salute con cui si richiede la moratoria della vaccinazione anti Covid-19 nei bambini, appello già sottoscritto da circa un migliaio fra medici e operatori sanitari. “I bambini sono fortunatamente risparmiati da questa pandemia – scrive Patrizia Gentilini, oncologa ed ematologa – Non hanno un ruolo rilevante nella trasmissione del SARS-CoV-2, ma rischiano di essere le sue più grandi vittime. I vaccini in uso, infatti, riducono ma non azzerano la trasmissione dell’infezione, hanno durata sconosciuta ed efficacia ridotta su alcune delle varianti sinora emerse, a oggi non è stata stabilita la necessità e la frequenza di dosi di richiamo. E soprattutto ancora troppo poco sappiamo degli esiti a lungo termine di questi trattamenti in organismi che hanno tutta la vita davanti…”
Lo sconvolgimento che a livello globale il nuovo coronavirus ha comportato ci impone non solo di riflettere, ma di interrogarci sulle possibili soluzioni per uscire da questa crisi planetaria. Fin dall’inizio si è scritto che più che “pandemia” si doveva parlare di “sindemia”, ovvero dell’interazione nefasta di molteplici fattori (sanitari, sociali, ambientali, economici), tutti comunque riconducibili al rapporto predatorio ed aggressivo dell’uomo col resto del Pianeta.
Già in tempi non sospetti autorevoli voci si erano levate denunciando il pericolo sempre più incombente di nuove pandemie e la necessità che il genere umano si impegnasse molto di più “per conservare la natura, preservare i servizi ecosistemici e la biodiversità, comprendendo e mitigando le attività che portano all’emergenza delle malattie”. Di fatto numerosi sono ormai gli studi che attestano come la maggior incidenza e gravità della Covid 19 si registri nelle aree maggiormente inquinate, quasi che da esse si levasse un ulteriore grido d’allarme per farci cambiare rotta. Un ampio studio condotto negli Stati Uniti ha dimostrato che per ogni aumento di 1 mcg/m3 di PM2,5, si ha un incremento di mortalità da Covid-19 del più 11 per cento, dato che, rapportato all’Europa, si traduce in un incremento pari al 19 per cento, e che è ancor più elevato per la Pianura Padana, area fra le più inquinate del continente europeo, e in cui si sono registrate le più elevate mortalità da Covid-19.
Ma non è solo la qualità dell’aria a condizionare la gravità della pandemia: da una ricerca dell’Università di Firenze che ha messo in relazione il numero di casi di Coronavirus con i modelli di agricoltura presenti nelle varie zone del Paese è emerso che nelle aree di agricoltura intensiva si registrano 134 casi ogni 100 km2, rispetto ai 49 casi delle aree non intensive, differenze che si confermano anche considerando i dati demografici.
Ma invece di imparare la lezione che questa crisi epocale ci sta dando ancora una volta sprechiamo l’occasione di ridurre drasticamente l’inquinamento e “fare pace col pianeta” e di fatto si propone come unica soluzione la vaccinazione di massa, addirittura estendendola a giovani e bambini, possibilità questa su cui autorevoli voci contrarie proprio in questi giorni si sono levate.
A questo proposito è stato lanciato un appello dalla Rete Sostenibilità e Salute con cui si richiede la moratoria della vaccinazione anti Covid-19 nei bambini e già sottoscritto da circa un migliaio fra medici e operatori sanitari (all’appello si può continuare ad aderire seguendo le istruzioni che in esso compaiono e l’elenco dei sottoscrittori sarà via via aggiornato).
I bambini sono fortunatamente risparmiati da questa pandemia, non hanno un ruolo rilevante nella trasmissione del SARS-CoV-2, ma rischiano di essere le sue più grandi vittime. I vaccini in uso, infatti, riducono ma non azzerano la trasmissione dell’infezione (con alcune varianti in Israele è stato documentato persino l’opposto), hanno durata sconosciuta ed efficacia ridotta su alcune delle varianti sinora emerse, a oggi non è stata stabilita la necessità e la frequenza di dosi di richiamo e soprattutto ancora troppo poco sappiamo degli esiti a lungo termine di questi trattamenti in organismi che hanno tutta la vita davanti. Perché una sollecitudine analoga a quella che si mostra nel voler vaccinare i bambini per una malattia che fortunatamente non sviluppano non la si dimostra anche nel difenderli dai rischi ambientali e dai comportamenti a rischio?
Confrontiamo qualche numero: dall’inizio della pandemia, oltre sedici mesi fa, fra 0 e 19 anni sono deceduti per Covid-19 26 soggetti, di cui la maggior parte già affetti da gravi patologie. D’altro canto in Italia ogni anno da 0 a 19 si ammalano di cancro oltre 2.400 soggetti e 356 ne muoiono, per non parlare dell’autismo (all’origine del quale ci sono anche fattori ambientali) che riguarda ormai un bambino su 77 fra 7 e 9 anni.
Ma al di là del “celebrare” queste situazioni dedicando ad esse apposite giornate (15 febbraio per cancro infantile e 2 aprile per l’autismo), cosa si fa di concreto? Direi purtroppo ben poco, eppure molto già sappiamo e molte azioni concrete potremmo mettere in campo per la prevenzione primaria sia dei tumori infantili che dell’autismo. Direi che mai, come in questo caso, mi sembra si usino due pesi e due misure, eppure l’imperativo ippocratico “primum non nocere” è un principio basilare per ogni medico e a maggior ragione dovrebbero esserlo anche per ogni provvedimento di sanità pubblica, specie se riguarda ciò che più importante ogni società dovrebbe avere a cuore: i propri bambini.
Più che mai nei confronti dell’infanzia dovremmo impegnarci invece per farli vivere in un ambiente non inquinato, respirare un’aria pulita, promuovendo un’alimentazione sana (ricca di verdura e frutta fresca e secca oleosa, cereali integrali, legumi, e povera di carni rosse e lavorate, bibite zuccherate, cereali raffinati…) e senza residui, nonché di una salutare attività fisica, fattori tutti fondamentali nel preservare le fisiologiche capacità difensive dell’organismo e contrastare non solo contro le infezioni, ma anche il carico complessivo di malattie croniche da cui sempre più sono afflitti.
Pubblicato anche su un blog del Fatto quotidiano (con il titolo Covid-19, invece di imparare la lezione e ridurre l’inquinamento pensiamo a vaccinare i bambini)
Patrizia Gentilini è medico oncologo ed ematologo, membro di Isde
Stefano dice
Grazie dott.ssa Gentilini per le osservazioni puntuali e documentate. Chissà se il ministro Speranza e i virologi da televisione (il prof. Galli, le prof.sse Viola e Capua e tanti/e altri/e) ne terranno conto. Ne dubito, altrimenti, oltre ai vaccini, avrebbero incrementato anche le terapie domiciliari e aumentata la capienza ospedaliera, e invece non hanno fatto altro, da marzo 2020, che condizionare gli Italiani col culto del dio vaccino e la perentoria stroncatura di ogni tentativo di terapia del covid. Attendo ormai con serena rassegnazione che a settembre, massimo ottobre compaia qualche altro virus con nuove misure di confinamento e limitazione delle libertà.
Stefania dice
Profondamente d’accordo con la dott.ssa Gentilini come sempre e rattristata da questo accanimento anche sui bambini.Mi auguro che le sue parole vengano ascoltate.
Rodolfo Marusi Guareschi dice
https://www.facebook.com/photo?fbid=4279341522078856&set=pob.100000091527767
Daniele dice
Uno dei più gravi errori della gestione sindemica Covid-19 è stato quello di Non puntare sulle cure domiciliari precoci. Se posso capire i primi mesi di stordimento e panico, Non posso assolutamente giustificare tutto il periodo successivo, tuttora perdurante, con Linee Guida Aifa-ministeriali totalmente inadeguate e controproducenti. Si è puntato tutto e colpevolmente sul vaccino, trascurando le medicine che hanno dimostrato di essere efficaci, se prese precocemente e in modo selettivo, fase per fase, paziente per paziente. Si sarebbe potuto istruire con brevi corsi (10/14gg) i Mmg che invece sono spesso risultati assenti e/o “ligi” alla vigile attesa/paracetamolo, quanto alle Usca, penso non siano state assolutamente presenti in tutti i territori per i quali erano invece necessarie, oltre ad essere state sobbarcate di un lavoro enorme.
Ezio Corradi dice
Grazie Dr. ssa Patrizia Gentilini per essersi espressa con la sua abituale sensibilità e professionalità: la prima cura essenziale è la prevenzione primaria, la seconda è l’attuazione del principio di precauzione. NON inquinare per salvare gli esseri viventi!
hans drager dice
Non pochi genitori sono indignati dal fatto che i bambini siano ora usati come cavie per i profitti dell’industria farmaceutica. E giustamente!
Ricordiamoci:
1. Poco prima che iniziasse la storia di Corona, l’OMS ha cambiato i suoi criteri di pandemia: da allora, non si registrano vere e proprie malattie, ma “cifre di infezione”. Tuttavia, le cifre delle infezioni e l'”incidenza” non sono basi reali per la valutazione.
2. Nessuno dei vaccini utilizzati è stato sufficientemente testato. Finora, il tempo minimo di test è stato di 6 anni (!!). Chi guiderebbe un’auto senza MOT, di cui non si sa se i freni e lo sterzo funzionano? Ma perché anche una sola persona si vaccina con vaccini che NON sono stati sufficientemente testati?
3. La popolazione è tenuta totalmente all’oscuro degli effetti collaterali del vaccino, delle morti e delle complicazioni che si sono verificate e continuano a verificarsi, e che raramente sono riportate dai cosiddetti mass media.
4. Dagli anni ’80, la massima dell’OMS è che la politica sanitaria deve sapere come gestire la giusta dose di paura delle malattie. A quel tempo era la paura dell’AIDS. Le varianti più efficaci potrebbero poi essere usate per altre malattie (Donald Francis, Center for Disease Control, CDC). La strategia della paura dell’AIDS è stata portata avanti con il più grande investimento di capitale mai fatto nella storia della medicina. Ma attraverso i test e le droghe, molte volte quell’importo è tornato come profitto.
5. La vaccinazione è un modello di business. Apporta il più grande profitto al business medico. Ugur Sahin, proprietario della tedesca BionTech, che produce il vaccino mRNA in collaborazione con Pfizer, il 10 maggio 2021, a Magonza in Germania, presentando i dati economici del primo trimestre: “Il nostro obiettivo è quello di diventare la centrale mondiale di immunoterapia nel 21° secolo”
Quelli che vogliono imporre qualcosa e sopprimere qualsiasi opposizione dicono “scienza medica”. Chi vorrebbe protestare? Dopo tutto, la medicina è neutrale e obiettiva e vuole solo il meglio per noi. Non è vero?
“La medicina è diventata il principale pericolo per tutti”, sosteneva lo scienziato sociale e teologo della liberazione Ivan Illich ben 40 anni fa (“Medical Nemesis”).
Dopo aver completato la sua indagine satura di fatti, ha denunciato con sgomento il “potenziale di schiavizzazione inerente nella medicina”.
È migliorato qualcosa da allora?
Vedi: http://www.spkpfh.de/SPK_Docu_3_Agnello_nero_da_sacrificare.htm
Wally Rungger dice
Assolutamente d’accordo con la dottoressa Gentilini.
Marina dice
Grazie dott.ssa Gentilini per la sua voce autorevole a sostegno di una medicina che sappia di nuovo far leva sul sacro giuramento di Ippocrate. Vediamo quanto bisogno ci sia di medici come Lei, pensiamo al triste caso del dott. De Donno. Mi si stringe il cuore a pensare che teneri virgulti di un anno, due anni, debbano essere sottoposti a questo vaccino sperimentale, per favore, evitate questo scempio. Trovo che, a distanza di un anno e mezzo ormai, la gestione della pandemia sia stata disastrosa in Italia. Fede accecata nel dio vaccino, trascurata qualsiasi ipotesi alternativa. Come già da Lei rilevato sul Fatto Quotidiano, non mi pare che abbiamo ottenuto grossi risultati, eppure continuano a strepitare “Vaccino, vaccino”. Nessuna meraviglia che si generino sacche di persone che pensano ci sia sotto qualcosa di losco, quest’accanimento sul vaccino come unica via d’uscita desta molti sospetti. La ringrazio per la sua opera meritoria, continui a far sentire la Sua voce dissonante, per favore, tanti Italiani non hanno trovato voce nei media ufficiali, è urgente ed importante che chi la pensa diversamente venga rappresentato.
Francesco Vittori dice
Tutto molto interessante. Tuttavia trovo fuorviante e non supportato da dati empirici la questione che si propone nel finale. Trovo un senso nelle ricerche presentate che sovrappongono i dati dei contagi con gli indici PM 2,5 e agricoltura intensiva, ma la chiosa sull’autismo e i tumori infantili a cosa allude? A qualche presunta correlazione? Sarebbe doveroso giustificare l’accostamento, quantomeno riportare o citare studi che ne hanno instigato la correlazione. Buttata lì così, crea un errata associazione semantica tra vaccini, minori, cancro e autismo. Ma magari mi sbaglio io.