Splendida e immensa area verde incuneata tra i quartieri romani di Don Bosco e Torre Spaccata in continuità con il Parco archeologico di Centocelle (da cui è attualmente separata da Viale Togliatti), il Pratone di Torre Spaccata – rimasto intatto perché inserito nel sistema Sdo mai realizzato – ospita oggi quattro ville rurali romane ed è un vero corridoio ecologico della città, habitat naturale per diverse specie di fauna selvatica tutelate. In tempi di cambiamento climatico (l’inquinamento atmosferico, secondo l’Oms, è una guerra che uccide oltre 7 milioni di persone ogni anno nel mondo) un’area verde urbana di quel tipo dovrebbe essere oggetto di cura da parte di tutti. Intanto diverse realtà del territorio (grazie a un determinato Comitato per il Pratone) chiedono la destinazione a Parco archeologico e ambientale

Lettera aperta per la tutela e la valorizzazione del Pratone di Torre Spaccata
Il Pratone di Torre Spaccata (attualmente ricadente nel Municipio VII) è un’area verde non urbanizzata di Roma di circa sessanta ettari, di proprietà della Cassa Depositi e Prestiti (S.p.A partecipata dal Ministero dell’economia e delle finanze), compresa tra le aree fortemente urbanizzate e carenti di quote di verde, di Don Bosco – Cinecittà – Cinecittà Est e il quartiere di Torre Spaccata. Lo spazio si è mantenuto intatto perché precedentemente inserito nel progetto di Sistema Direzionale Orientale (S.D.O.) non più realizzato.
Sotto il profilo archeologico, appositi scavi esplorativi realizzati tra gli anni 1997 e 2006 hanno portato alla luce quattro importanti ville rurali romane, con funzioni residenziali e produttive, – la villa di via Lizzani, la villa di via Sommariva, la villa A204 e la villa del Casale di Torre Spaccata – e hanno dimostrato la presenza dell’uomo in questa porzione di agro romano a partire dal Neolitico e fino oltre il Medioevo. Le emergenze sono state documentate in parte nella Carta dell’Agro romano al Foglio 25 Nord e nella pubblicazione scientifica “Torre Spaccata. Roma S.D.O. Le indagini archeologiche” autrice Patrizia Gioia, editore Rubbettino 2008.
Sotto il profilo ambientale, il Pratone è inserito nella Rete Ecologica del PRG vigente come componente secondaria, pertanto con valori naturalistici da preservare o ripristinare al fine di assicurare continuità territoriale. Rappresenta un corridoio ecologico per alcune specie, tra le quali alcune di grande pregio come il Falco Pellegrino, tutelato dalla Direttiva Uccelli dell’Unione Europea, altre più comuni, come lo sparviero, la poiana, il gheppio, il fagiano, la volpe e alcune specie di rettili, che sfruttano questo collegamento naturale tra area urbana e agro romano, ricco di biodiversità e che assolve peraltro funzioni di compensazione ambientale e sociale, imprescindibili in un contesto estremamente urbanizzato.
Dal punto di vista paesaggistico, il Pratone offre una delle migliori visuali sui Colli Albani, facendo scenograficamente dialogare il tessuto urbano della periferia romana sviluppatosi a partire dagli anni ’50 fino agli anni ’90, con il territorio dei Castelli romani. Ancora a livello geomorfologico, la valle del Pratone conserva un lembo periferico del cosiddetto lahar di Albano, conformazione geologica formatasi a seguito di una immensa colata di fango dovuta alla tracimazione del lago di Albano, databile al IV secolo a.C.
Il Pratone è quindi riconosciuto dalla cittadinanza come simbolo del quartiere di Torre Spaccata, le cui naturali vocazioni archeologica ed ambientale sono le leve su cui incentrare un progetto di valorizzazione che consentirebbe di farne il Parco dell’evoluzione della campagna romana (in continuità urbanistica e funzionale con il Parco di Centocelle) prevedendo itinerari di visita e lettura del territorio (misti fra archeologia, architettura e ambiente e che coinvolgano i quartieri della direttrice Sud Est). Il progetto consentirebbe di fruire di un’area archeologica vastissima che si muove sulle consolari Casilina, Prenestina e Tuscolana, seconda potenzialmente solo al Parco dell’Appia Antica. Il Parco, quindi, verrebbe ad essere una cerniera verde per collegare (a livello pedonale e ciclabile) i quartieri di Torpignattara, Villa De Santis, Centocelle, Alessandrino, Torre Spaccata, Torre Maura, Cinecittà Est e Cinecittà, Don Bosco e Quadraro, tassello dell’Anello Verde e della cintura dei Parchi già deliberate da Roma Capitale.
Alla luce delle necessarie misure di contrasto al cambiamento climatico, in sintonia con le indicazioni di sviluppo sostenibile dettate dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, con le recentissime modifiche degli articoli 9 e 41 della Costituzione a tutela dell’ambiente (leggi L’ecologia entra in Costituzione di Paolo Cacciari), con le Missioni 2 e 3 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con gli Assi dedicati alla Crescita verde, digitale e resiliente del Programma Operativo Nazionale Città Metropolitane e con le strategie previsti dal PAESC – Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima approvato da Roma Capitale a giugno 2021, è necessario infatti individuare e salvaguardare aree diffuse di valenza ambientale e culturale, all’interno del GRA, che consentono la qualificazione sostenibile e produttiva (funzioni culturali, sociali e di compensazione delle emissioni di CO2) della periferia. Il Pratone è il luogo ideale in cui realizzare un progetto bandiera, anche con risorse del PNRR, basato su valorizzazione archeologica e tutela ambientale per le presenti e future generazioni.
Per salvaguardare il patrimonio archeologico, ambientale e paesaggistico dell’area – atteso che la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali ha già prodotto tutta la documentazione, relativa all’area del Pratone di Torre Spaccata, necessaria per implementare le opportune tutele archeologiche e paesaggistiche e che nella Carta della Qualità del Piano Regolatore Generale del Comune di Roma sono definite in maniera puntuale le rilevanze storiche e archeologiche rilevate nell’area -, si chiede quindi di dare seguito alle deliberazioni del Consiglio del Municipio V del 28 gennaio 2020, del Consiglio del Municipio VI del 7 gennaio 2021, del Consiglio del Municipio VII del 14 gennaio 2021 disponendo: una urgente variante al PRG in vigore che destini il Pratone di Torre Spaccata a verde pubblico e servizi pubblici locali ai sensi del co. 2 lettera a) e b) art. 72 e co.1 lettere d) dell’art. 85 delle N.T.A. del vigente P.R.G. del Comune di Roma, eliminando la previsione di edificabilità non più in linea con le mutate condizioni di contesto urbano e le riconosciute esigenze di tutela del patrimonio ivi presente e promuovendo un percorso partecipato con la cittadinanza e i diversi soggetti coinvolti per la valorizzazione ecologica e culturale dell’area.
La petizione è sostenuta dalle associazioni del territorio che vedono nella salvaguardia del Pratone un tassello imprescindibile per un nuovo sviluppo urbano sostenibile del quadrante Sud-est.
Sostengono la Petizione del Comitato per il Pratone di Torre Spaccata Parco Archeologico e Naturalistico:
- WWF Roma e Area Metropolitana
- Parrocchia di San Bonaventura
- Parrocchia Regina Mundi
- Gruppo Ambiente e Territorio della Libera Assemblea di Centocelle
- APS-ETS Sentiero Verde affiliato Federtrek
- Comunità Educante Diffusa del VII Municipio
- Rete Cinest
- Comitato Parco di Villa Flaviana
- Gaspar8
- Comunità Parco Pubblico di Centocelle Odv
- Associazione Città Alessandrina CdQ
- CIP Centro d’Iniziativa Popolare Alessandrino-Centocelle
- Museum OdV
- Hermes Onlus
- Retake Roma
- VII Biciclettari
- Torre Spaccata e dintorni: parchi orti e giardini di Roma Sud Est
- PAC Libero: Comitato per il Parco Archeologico di Centocelle
Ottima iniziativa a servizio dei cittadini per preservare il patrimonio naturalistico ed archeologico di Roma.
Ora si può, salviamo Roma dal degrado ed illustriamola per la sua straordinaria valenza.
Il verde è patrimonio di tutti
Ottimo
Oggi si discuterà in VII Municipio consiglio straordinario che abbiamo richiesto sul Pratone di Torrespaccata . La maggioranza ovviamente non è favorevole.
Dobbiamo aiutare la Terra così lei aiuta noi…
Quindi, se ho ben capito, oltre alla cementificazione di qualche decina di ettari, si investono 300 milioni che in parte saranno a debito, per favorire lo sviluppo di un settore rispettabilissimo anche per la sua valenza culturale (quando c’è) ma pur sempre privatissimo. Su altro fronte si vuol far passare una legge per privatizzare…l’ACQUA. Boh
Possono firmare anche i non residenti a Roma? Grazie
Sì Luciana, possono firmare anche i non residenti.