La storia, la vita di ogni giorno e il diritto all’abitare nell’hotel Quattrostelle occupato di Roma
Questo articolo fa parte di Granai per la mente

Il diritto alla casa, o all’abitazione, è riconosciuto a livello internazionale come diritto umano e sociale; in Italia è un diritto riconosciuto in modo non esplicito: la Costituzione sancisce l’inviolabilità dell’abitazione (articolo 14) e il diritto ad acquistarla, grazie all’accesso al risparmio popolare (articolo 47). Solo in seguito ad alcune sentenze giuridiche è sancito il diritto inviolabile ad avere una casa dove esercitare altri diritti, come quello alla salute. Ma in Italia è ormai il mercato immobiliare che governa, insieme al sistema bancario, una necessità primaria, quella all’abitare.

Osvaldo Costantini, giovane antropologo fuori dagli schemi classici universitari, intitola il suo ultimo saggio Riprendersi la vita. Etnografia dell’Hotel Quattrostelle occupato tra bisogno e realtà, a sottolineare come la casa sia la base dell’esistenza, anche per chi è espuls@ ed esclus@ dalle regole commerciali del capitalismo.
La storia inizia il 6 dicembre del 2012 quando un gruppo di famiglie, centinaia di uomini, donne e minori, coordinato dai Blocchi Precari Metropolitani (BPM, gruppo autorganizzato parte del Movimento romano per il Diritto all’Abitare) entra nell’ex Hotel Eurostar Roma Congress, costruito per il Giubileo del 2000 con finanziamenti pubblici nella periferia Est della Via Prenestina. L’hotel fu abbandonato solo undici anni dopo la sua realizzazione dalla multinazionale spagnola che lo gestiva, con una chiusura repentina che ha causato anche una sessantina di licenziamenti conseguenti.
L’albergo, da allora chiamato Hotel Quattrostelle o 4S, ospita attualmente circa 150 famiglie, provenienti da ogni lato del mondo: persone espulse dal mercato abitativo tramite gli sfratti per morosità e varie situazioni, che creano l’impossibilità ad avere un alloggio in modo regolare perché poveri, diversi, stranieri. La crescente corsa alla speculazione edilizia, che a Roma passa per la costruzione continua di fabbricati con prezzi di vendita altissimi, ha portato a un’emergenza abitativa per chi, anche lavorando, non riesce a pagare un affitto che aumenta ogni anno, chi è escluso dall’accesso al credito che, in teoria, dovrebbe garantire anche la Costituzione italiana per acquistare una casa.
Lo stabile del 4S è inserito nella lista delle 29 occupazioni romane che la Prefettura ha dichiarato di volere sgomberare dal 2020, attuando finora solo qualche drammatico provvedimento, come quelli clamorosi del Santa Maria della Pietà, di via delle Provincie e di Torrevecchia.
Osvaldo Costantini descrive da dentro la storia e la vita quotidiana del 4S, che lo vede attivista oltre che studioso dei fenomeni umani: le esistenze delle persone occupanti, provenienti dall’Italia, dal Marocco, dalla Nigeria, dal Corno d’Africa, dal Sudamerica, si svolgono tra la ricerca della normalità e l’eccezionalità di chi non ha la residenza perché occupante, fino al continuo rischio di dover difendere i propri pochi averi da un’azione di polizia che li porti ad essere senza dimora.
L’occupazione al 4S è descritta da un punto di vista antropologico, politico e umano; il saggio offre un’ottima ricostruzione della lotta per la casa a Roma e in Italia, oltre a fornire una letteratura scientifica basata sui bisogni essenziali di chi agisce l’azione sociale, partendo dalla necessaria complessità che decine di nazionalità diverse e coabitanti richiede.
L’azione politica di BPM, come movimento di lotta per la casa, accompagna le relazioni quotidiane: la convivenza si realizza nella gestione collettiva, in cui la mediazione sulle esigenze singole risulta vincente nell’ottica dello spazio, fondamentale e comune per tutte le persone occupanti.
4S accompagna la resistenza della vicinissima occupazione dell’ex Salumificio Fiorucci, sempre in Via Prenestina. Fabbrica abbandonata a se stessa occupata nel 2009, Metropoliz ha fondato il Museo dell’Altro e dell’Altrove, opera straordinaria in continua evoluzione e aperta al pubblico nel fine settimana: una scelta di agire culturalmente sul quartiere periferico, costituendo un polo di attrazione in cui gli e le occupanti incontrano l’arte e la città contemporaneamente, numerose installazioni artistiche che aiutano a evitare, almeno finora, chi vive lì dallo sgombero di polizia.
Anche all’Hotel 4S é promossa una realtà culturale grazie alla Biblioteca Precaria Metropolitana, gestita dalla comunità e con prestigiose collaborazioni universitarie. La Biblioteca è aperta anche qui il fine settimana per la popolazione, giovani si recano a studiare e a vivere insieme uno spazio diverso e motivato. Arrivare alla costituzione della Biblioteca è un passaggio sensibile per l’occupazione, alcune famiglie provano a utilizzare lo spazio per migliorare la propria abitazione: “La continua dialettica tra potere e contropotere”, come scrive Osvaldo, permette alla comunità occupante di avere il proprio equilibrio interno, che alla fine corrisponde al bene della comunità stessa. La continuazione dell’occupazione è infatti il bene comune, dove le singole necessità vanno ricalibrate per poter continuare la propria vita dignitosamente. Il rischio di occupare non coincide solo con il pericolo di finire a vivere per strada, ma mette il gruppo sotto continua minaccia giuridica, oltre che ad essere indicato come un grave pericolo per la società. Se si pensa che Unicredit Leasing spa ha acquistato l’ex albergo quando ancora era ben funzionante, frettolosamente chiuso nonostante fosse sempre pieno; probabilmente, se sgomberato, lo stabile servirà per nuove abitazioni da vendere/affittare a caro prezzo, incrementando una periferia estrema sempre più lontana dal centro ricco e luccicante. Il quadrante est della capitale è povero di mezzi di trasporto pubblici, di servizi, dove svettano i centri commerciali come avamposti della civiltà, nonluoghi contrapposti ai poveri, quasi sempre stranieri, spesso anche Rom: esistono vicino a Via Prenestina 2 campi Rom attrezzati, dove le comunità sono arrivate alla terza generazione di baraccati, una popolazione un migliaio di persone che vive nella precarietà assoluta degli accampamenti fatti da fatiscenti container e molti topi, tutto pubblico e gestito dal pubblico.
Le occupazioni romane proseguono, nonostante il tentativo di incriminare i poveri perché non riescono a tenere il passo del mercato abitativo. Al 4S ci sono anche famiglie italiane, nella maggioranza fatta da rifugiati politici, persone fuggite alle guerre, alla povertà estrema di casa loro, di cui è probabilmente responsabile anche qualche multinazionale di origine italiana. La Biblioteca Precaria Metropolitana propone quasi ogni settimana importanti incontri antropologici, sul nesso tra società, migrazioni e razzismo; presentazioni di libri, momenti di socialità, gioco, incontro.
Sulla cancellata che una volta racchiudeva l’hotel di lusso sono messe decine di cassette postali: non è proprio una residenza, altra trattativa aperta con la Giunta Gualtieri e per ora non risolta: non avere la residenza vuol dire non avere il medico di base, i documenti di identità o di soggiorno, l’ISEE e quanto si ottiene con il titolo di cittadinanza territoriale. Ma almeno qui c’è un tetto sulla testa, cibo caldo tutti i giorni, la possibilità di frequentare le scuole per bambini e bambine, una casa per tutti e tutte.
La vita va difesa “con ogni mezzo necessario”, come diceva Malcom X.
Osvaldo Costantini, Riprendesi la vita. Etnografia dell’hotel Quattrostelle occupato tra bisogno e socialità
Casa Editrice Ombre corte, Verona, 2024 14 €
Altri testi di Osvaldo Costantini si trovano scaricabili gratuitamente online dalla Rivista Antropologia Medica: Rivista Antropologia Medica
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