“La speranza risiede nelle persone, non nella Cop25 di Madrid”, ha detto Greta Thunberg. A poche ore dalla sua chiusura, la Conferenza sul clima si sta rivelando un clamoroso fallimento. I paesi più responsabili delle emissioni di gas serra (a a cominciare da Usa, Cina e India) rifiutano scelte importanti. Intanto l’ultimo studio di Climate Transparency attesta che nessun paese del G20 sta rispettando gli Accordi di Parigi, che pur sono inadeguati rispetto alla catastrofe ambientale in corso
Aveva ragione Greta Thunberg a dire che “hope is not within the walls of COP25, hope is with the people”, ovvero che la speranza risiede nelle persone, non nella COP di Madrid. A poche ore dalla sua chiusura, infatti la Conferenza sul clima si sta rivelando un clamoroso fallimento. E dire che le premesse erano buone: era stata chiamata la “COP dell’ambizione”, proprio perché programmata dopo un intero anno di scioperi per il clima. Ma quando si arriva a parlare del conto da pagare, il coraggio si dilegua, manca la levatura morale necessaria, nessuno è pronto ad essere adulto.
Le trattative si sono incagliate e la situazione non accenna a migliorare. Da una parte ci sono i piccoli stati insulari, che rischiano seriamente di finire sommersi dall’innalzamento del livello del mare, e si sono opposti con fermezza all’approvazione di un accordo al ribasso. Dall’altro ci sono i paesi più responsabili delle emissioni di gas serra (come India, Cina, Usa e molti altri), che invece cercano di rendere questo accordo il più “morbido” possibile. Il loro obiettivo è continuare a ignorare gli allarmi della comunità scientifica: l’ultimo studio di Climate Transparency attesta infatti che nessun paese del G20 sta rispettando gli Accordi di Parigi.
In tutto questo, diversi analisti hanno descritto le bozze dell’accordo come profondamente insoddisfacenti. Si rischia che il risultato di questa conferenza sia addirittura un passo indietro rispetto agli accordi di Parigi, un tradimento di tutte le persone che in questi mesi si sono mobilitate per chiedere azioni tempestive ed efficaci. E tutto ciò mentre le lobby dei combustibili fossili continuano a esercitare la loro influenza per promuovere una risoluzione della COP a loro favorevole, ma che condannerà il mondo intero al collasso.
Questo ovviamente non ci ferma. Come ci ricorda l’attivista svedese, il vento cambierà, che i politici lo vogliano o meno. Noi continueremo a scendere in piazza in ogni angolo del mondo! Perché più la politica si dimostra incapace di agire, più il movimento crescerà e coinvolgerà tutte le persone che tengono al loro futuro. «Il vero potere appartiene alle persone!».
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Il movimento fa bene a scendere in piazza, è la sua vita. Ma credo fino a che un disastro non avverrà in uno dei quattro paesi che contano nessuno di loro si muoverà. E non è detto, le scuse per seguitare così non mancheranno. Forza movimento!