
Nei lunghi anni in cui ho insegnato nella scuola elementare, quando avevo un dubbio ne parlavo sempre con bambine e bambini. L’ultimo anno che ho trascorso a scuola abbiamo dedicato molto tempo a ragionare intorno alla violenza e alla nonviolenza. Abbiamo dedicato molte ricerche a Gandhi, alla sua vita, al suo pensiero, e lui è stato per lunghi mesi un nostro compagno di viaggio.
Verso la fine dell’anno ho avuto desiderio continuare a ricercare su questo tema che ci aveva tanto preso con il teatro e ho proposto in classe di rappresentare dei frammenti di Lisistrata, la commedia di Aristofane nella quale un gruppo di donne si ribellano alla guerra e dicono agli uomini che, se non smettono di combattere, non faranno più l’amore con loro, proclamando uno sciopero del sesso.
Bambine e bambini si sono divertiti molto a simulare contese e scontri tra maschi e femmine, perché era un territorio di giochi e di litigi che ben conoscevano.
Durante le prove a un certo punto Lorenzo mi fa: maestro, ma è successo davvero? Preso alla sprovvista, rispondo di no, che quella rivolta non è mai accaduta. L’ha solo immaginata Aristofane, giovane drammaturgo ateniese geniale e ribelle che odiava i conflitti perché la sua città era piombata in anni di guerra che sembravano non finire mai.
Bambine e bambini sono rimasti malissimo. Erano sicuri che le donne di Atene si erano ribellate davvero ed erano riuscite a far terminare una guerra.
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Torno a casa dispiaciuto e cerco di capire come rispondere a questa loro esigenza di pace. Mi torna allora il ricordo di una Lisistrata africana, di cui avevo letto. Consulto la magica wikipedia e scopro che in Liberia c’è stata effettivamente una donna che aveva una radio e che aveva cercato di organizzare una rivolta di donne contro la guerra proclamando uno sciopero del sesso. Non ebbe molto successo lo sciopero, ma diede vita a un movimento di donne contro la guerra che ne portò un gran numero a partire per il Ghana e a circondare il palazzo dove si svolgevano le trattative, quando iniziarono i colloqui di pace tra esercito e ribelli. Pur di terminare una guerra che durava da anni e che coinvolgeva migliaia di bambini in armi come spesso accade in Africa, si accamparono intorno a quel palazzo intimando decise: “Da qui non uscirete se non firmate la pace”.
Ebbero la meglio e si arrivò alla firma di accordi che mettevano fine a una guerra che durava da anni. A Leymah Gbowee ed Ellen Johnson Sirleaf, le due donne che avevano animato quella protesta, fu assegnato il premio Nobel per la pace e la Sirleaf, nel 2005, divenne la prima e finora unica donna a divenire presidente di uno stato africano.
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Quando ho raccontato questa storia tutti si sono molto appassionati e le bambine sono state molto felici di vestire colorati abiti africani e incarnare donne coraggiose e decise. Maia ci ha anche suggerito di pronunciare una nota frase di Gandhi accompagnandola con un gesto. Così, mentre dicevano “occhio per occhio ci rende tutti ciechi” portavano due pugni davanti ai loro volti e li premevano sugli occhi ad indicare la cecità di chi sceglie la violenza, la vendetta e la guerra.
Sono convinto che ci siano storie esemplari che sono particolarmente importanti da raccontare a ragazze e ragazzi. Storie di scelte fondamentali che cambiano la vita di chi le fa e anche di molte e molti altri che magari quelle scelte non hanno il coraggio di compierle in prima persona. Vanno narrate a scuola perché abbiamo bisogno di arricchire l’immaginario con storie potenti di ribellioni efficaci, perché sono narrazioni capaci di dare fiducia nell’umano e nel futuro, particolarmente necessarie in tempi oscuri come quelli che stiamo vivendo.
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Pubblicato nel numero di aprile di Tuttoscuola
Sono scelte fondamentali..bisogna parlarne nelle scuole .ai bambini e agli adolescent..si ha bisogno di arricchire la nostra cultura. .x le prossime future Donne..
ciao, quando usi un immagine, una foto di persone che stanno vivendo e, in questo caso, manifestando, sarebbe corretto dire chi sono e cosa stanno facendo, anche perchè non sono adulte ma ragazze, e non basta non rendere visibili alcuni volti. Certamente puoi fotografare una manifestazione, ma se rendi la foto pubblica devi dire dove si è svolta e perchè. Queste ragazze non solo manifestavano a Parma per la pace, contro la guerra in Palestina partecipando ad un presidio organizzato dalle DONNE IN NERO portando i loro corpi e la loro voce, ma hanno prodotto meravigliosi disegni in grado di urlare CONTRO OGNI GUERRA.
Contro le guerre, costruiamo la pace, lavorando per il rispetto e la giustizia.
Gentile Barbara, la didascalia era stata pubblicata nel post diffuso su facebook (dove le Donne in Nero di Parma, di cui seguiamo da tempo le diverse iniziative, hanno ringraziato le redazione di Comune).
ciao, la foto uscita sul sito delle donne in nero, raccontava come era nata e perchè, qui è usata per altri contenuti senza citare dove, chi, perchè è fotografato. Attenzione, poi, le ragazze hanno 15 anni ed hanno accettato di farsi fotografare durante una manifestazione pensando che sarebbe stato utile per documentare un’azione specifica. Utilizzare questa foto per altro, non credo sia corretto, a meno che non venga chiaramente citato il contesto nel quale è stata fatta.
PACE TERRA DIGNITA’…
PER “FARE PACE” BISOGNA “ESSERE IN PACE”. E per essere in pace bisogna vivere “la presenza”. Ma per vivere “la presenza” bisogna afferrare l’istante. E per afferrare l’istante bisogna vivere nel tempo. E per “essere” nel tempo bisogna avere consapevolezza. Sapere di esistere. Esistenza non sopravvivenza. Per tutti/e nella differenza. Esistenza non è egoismo non è avidità. E’ cura di sé della terra dei viventi dell’umanità. E’ relazione e interrelazione. E’ percezione che siamo “legati” a tutto il creato. Che condiziona tutto il nostro operato. E noi siamo “parte” dell’universo intero. Che è gratuità complessità ma semplicità…armonia bellezza leggerezza …creatività…rigenerazione. MA NON E’ GUERRA ! PERCHE’ OGNUNO/A è figlio della TERRA. E l’altro non è nemico. E’ LA COOPERAZIONE la legge della EVOLUZIONE. La guerra è un’invenzione della PREDAZIONE. Che si può mettere in discussione . In una RIGENERAZIONE universale nell’era della connessione generale. E L’INTELLIGENZA “ARTIFICIALE” E’ UN OSSIMORO COLOSSALE. La TECNO-LOGIA NON E’ LA VIA. Ci ha “unificati”apparentemente , ma non ci ha “salvati”. E a GAZA stiamo assistendo al TRAMONTO e al “SUICIDIO” DELL’OCCIDENTE. GAZA “brucia” la “terra brucia”. Mentre “l’intelligenza artificiale” partecipa al massacro generale noi assistiamo impotenti : per questo bisogna GRIDARE! CONTRO I SIGNORI DELLA GUERRA. Superare la logica amico-nemico reinventare il modo di abitare la TERRA. RIDARE AD OGNUNO “la dignità”. Dare a tutti il necessario e il sufficiente. Oggi è possibile dappertutto. Superando LA LEGGE DEL PROFITTO. Eliminando sfruttamento e disuguaglianze devastazione della natura e dell’ambiente. DISERTANDO LE ARMI E LA GUERRA. Perché L’ALTRO/A ha “valore in sé”. L’ALTRO è PERSONA… FARE PACE REINVENTARE LA STORIA. RIGENERAZIONE. Ma LA “GENERATIVITA” è DONNA. Che è custode della vita. “ESSERE RADICALI SIGNIFICA ANDARE ALLA RADICE E LA RADICE DELL’UOMO E’ L’UOMO STESSO”-Marx!- NO! LA RADICE E’ DONNA! E nella sua lotta di LIBERAZIONE dalla “predazione” apre le porte alla rigenerazione dell’UMANITA’. Fare RUMORE”…ha detto Elena Cecchettin…L’intelligenza non è “artificiale”e rifondare L’UMANO CONTRO “la barbarie”è LA RIVOLUZIONE “ come “riforma morale e intellettuale” (Gramsci!). Gaetano Stella- Lago di Chiusi- 7-06-24
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