di Eliana Caramelli
Siamo a Venezia, città piena di storia, tradizioni e cultura. Una “cultura galleggiante”, come l’hanno chiamata i ragazzi e le ragazze de Il Caicio (ilcaicio.it), associazione veneziana nata nel 2005 per promuovere ogni tipo di attività culturale e ricreativa, purché svolta galleggiando sull’acqua, e recuperare barche tradizionali veneziane. Niente a che fare con le gondole dedicate ormai solo ai turisti e a qualche matrimonio, né alla voga delle tante società remiere che tengono viva in città la cultura e la pratica del remo, ma prevalentemente come attività sportiva: si parte presto, si torna presto e si voga solo in laguna aperta.
Quello de Il Caicio è invece uno stile slow, che sembra in antitesi con la velocità della vita moderna, che utilizza le barche, rigorosamente a remi, come ‘na volta, nella vita di tutti i giorni, per andare a fare commissioni, per andare al lavoro o anche semplicemente per farsi un giro di spriz o una vogatina serale tra canali e canaletti all’uscita dall’ufficio.
Quella delle barche è una vera passione per i soci de Il Caicio. Ed è così, a remi, che Federico, aiutato da Saul, Meri e chi si rende disponibile, distribuisce i prodotti del suo orto biologico ai clienti; mentre Luca coordina il calendario e accompagna gruppi musicali per la creazione di video clip per produzioni indipendenti e Francesco si diletta a organizzare in barca ogni piccolo o grande evento, dalla presentazioni di libri, agli spettacoli teatrali ai “freschi” serali (ovvero le “passeggiate” in Canal Grande al calar della sera). Alice con le barche ci dorme insieme, e di ognuna conosce la provenienza, la fattura, la storia, le piccole magagne, mentre Franz tiene i conti di tutto. Poi c’è Nicolò, tra i fondatori de Il Caicio, che con incredibile pazienza e precisione fa il rilievo delle barche utilizzando particolari software di rielaborazione fotografica. Alessandro e Chiara sono dedicati alla comunicazione, che viaggia sul web e sui social, ma soprattutto per “passaparola”. E ognuno dei soci, che ormai sono più di cinquanta, ci mette del suo tempo e impegno.
E così, si portano pacchi e pacchetti per gli amici, si dà un buto (in gergo veneziano “un passaggio”) di qua o di là dal canale, si partecipa a varie manifestazioni ed eventi cittadini, in collaborazione e in rete con altre associazioni e realtà “resistenti”, da Poveglia per tutti ad About, dal Forum Futuro Arsenale al Forum Contratto di Fiume, da Metricubi a SpiazziVerdi, dalle Indiemood session al teatro in Barca.
Si esce poi semplicemente a remi con amici e parenti alla scoperta della Venezia “vista dall’acqua”, come un tempo facevano tutti ma che ora solo i privilegiati possono fare. E girando con le barchette de Il Caicio ti senti proprio un privilegiato, perché scopri un’altra città, ancora diversa da quella che conosce anche chi l’ha vissuta per molti anni girandola a piedi in lungo e in largo, e ancora ti accorgi che ti ci puoi perdere.
Tutti i soci ovviamente vogano o insegnano a vogare. Perché la passione, quando è vera, non si può non volere trasmettere. A offerta, dedicata alla manutenzione delle barche che, tra donazioni e recuperi di imbarcazioni abbandonate che hanno smarrito il padrone, sono pian piano aumentante: una decina di barche sociali (di proprietà dell’associazione) e molte “socievoli”, ovvero di proprietà di soci che volentieri le condividono (nell’utilizzo e la manutenzione) con gli altri. Perché una delle parole d’ordine è condivisione.
Così si condividono i lavori da fare, le spese da sostenere, le richieste di esterni da soddisfare e si condivide la cena durante la riunione settimanale nel Laboratorio di Alice, quando invece non ci si trova alla Rivetta, dove Franco, assieme a “ombre” di vino e mezze uova con l’acciuga, come i tradizionali bàcareti, tiene depositati sempre un paio di remi e fòrcole, mentre un altro paio sono alla Libreria Marco Polo, altro fondamentale punto di appoggio dell’associazione. Perché le barche de Il Caicio sono ormeggiate un po’ ovunque in città, grazie a posti barca messi a disposizione da amici vari. E così la Ruvida, MissK, la Gina, il Gino, la Garusola, la Celestina, la Ludovica, la Izi, il Pranzetto sono una piccola flotta silenziosa e colorata, che quando la vedi tutta insieme ti porta inevitabilmente al sorriso.
A parte Favorito (una Comacina), Sergio (bateo sabionante) e Zio Vecio (topo) ancora ormeggiate a Forte Marghera, sono quasi tutte sandoli, sciopòn, mascarete, sanpierotte. E poi c’è la Barchéta, una gondola da traghetto detta anche “gondolone” o gondola da parada, servizio pubblico che ancora oggi fa attraversare le persone da una parte all’altra del Canal Grande. Quella che, scherzosamente, si fa prendere agli amici che vengono da fuori proponendo un “giro in gondola” a due euro. In realtà sembra ma non è una gondola. Più grande, a due vogatori, veniva utilizzata come mezzo di trasporto collettivo in città, potendo trasportare fino a quattordici persone.
La Barchéta de Il Caicio ha prestato servizio in città fino agli anni Ottanta, poi dismessa ed acquisita dall’associazione all’interno del progetto del Museo delle imbarcazioni tradizionali di Forte Marghera. Oggi necessita di un restauro straordinario e l’Associazione ha deciso di impegnarsi per salvarla, perché è un frammento autentico della storia della città e rappresenta una tipologia di barca ormai rara. Ed è per questo che dal 1 maggio è partita una campagna di raccolta fondi su Produzioni dal basso per permettere alla barca di conservarsi ancora a lungo, di navigare nuovamente in sicurezza e tornare a essere la barca di rappresentanza per eventi culturali galleggianti, il mezzo ideale per divulgare la conoscenza delle barche tradizionali in legno e per promuovere la mobilità sostenibile a remi.
Ma la Barchéta è generosa e in cambio verranno offerte gite culturali in laguna sulle tracce delle antiche rotte dei “traghetti da fora” (i mezzi principali che permettevano di raggiungere Venezia quando ancora non esisteva il ponte translagunare) oltre alle esclusive stampe d’arte a tiratura limitata realizzate dagli artisti di “Small Caps” (smallcaps.it).
Così, in compagnia della divertente flotta capitanata dalla restaurata Ammiraglia dell’associazione, i soci e i sostenitori de Il Caicio, potranno continuare a spostarsi al ritmo delle maree assieme a tutti coloro che vorranno sostenere questa passione e farsi traghettare tra le storie galleggianti di una città ancora viva.
DA VEDERE
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