Un centinaio di ambientalisti hanno raggiunto alcuni degli sbancamenti della montagna creati sul versante delle Tofane di Mezzo, nella conca cortinese, per allargare le piste da sci
Vietato vedere i luoghi delle devastazioni provocate dalle opere per i mondiali di sci di Cortina 2021. La Questura ha negato all’ultimo momento, domenica 19 luglio, a Italia Nostra, Wwf, Mountain Wilderness e altre associazioni ambientaliste venete l’autorizzazione alla marcia programmata per raggiungere – seppure con mascherina e in “fila indiana distanziata” – i cantieri per la costruzione degli impianti e dei servizi necessari alla manifestazione sportiva del prossimo anno.
Con un centinaio di ambientalisti, comunque, abbiamo raggiunto alla spicciolata – attraverso incantevoli sentieri tra i boschi e i prati profumati della splendida conca cortinese – alcuni degli sbancamenti della montagna creati sul versante delle Tofane di Mezzo per allargare le piste da sci, potenziare gli impianti di risalita, creare anfiteatri per far posto alle tribune d’arrivo, alle postazioni televisive e ai vari servizi, con il contorno della trasformazione di sentieri forestali in strade di cantiere larghe sette metri, scogliere antismottamenti alte otto metri, tubazioni e nuovi serbatoi d’acqua per i cannoni spara-neve, in totale – calcolano le associazioni ambientaliste – verrà disboscata e dissodata un’area di almeno 250.000 metri quadrati (più di trenta campi da calcio).
Il tutto, ovviamente, perfettamente autorizzato e vagliato dalle commissioni di valutazione di impatto ambientale in forza di una legge speciale, di un commissario ad hoc e della dichiarazione governativa di “pubblica utilità”.
Per chi volesse capire il significato concreto della parola “semplificazioni” in materia di conservazione del paesaggio, di difesa del suolo e della biodiversità dovrebbe fare un giro da queste parti. Ma i campionati del mondo di sci del 2021 sono solo un assaggio di ciò che si prospetta per le Olimpiadi invernali del 2026 “vinte” dall’Italia in cogestione tra Milano e Cortina, tra Sala e Zaia. Per allora a Cortina dovranno essere costruiti tre nuovi villaggi olimpici, una pista di bob, trampolini di salto e quant’altro.
Approfittando dell’evento, sono ripartiti i progetti di nuovi collegamenti con la Val Badia, con la Marmolada, con l’anello del Civetta. La chiamano senza pudore “mobilità alternativa” perché le nuove funivie dovrebbero alleggerire il traffico automobilistico attraverso i passi alpini. In realtà i prezzi proibitivi delle funivie non sono concorrenziali e nulla viene fatto in Veneto per disincentivare motociclette rombanti, quad ed ora anche bici elettriche a raggiungere le vette attraverso sentieri incontaminati.
L’aggressione del turismo “mordi e fuggi”, meno acculturato e più indifferente alle bellezze naturali è incentivato dai “grandi eventi” sportivi, che durano lo spazio di una telecronaca in mondovisione e lasciano sul posto ferite indelebili e montagne di opere inutili.
Roberta De Zanna, Patrizia Peruccon, Gianluigi Casanova sono tra i promotori e le promotrici dei comitati locali che fanno da sentinella ai cantieri denunciando le violazioni alla Convenzione delle Alpi, alla Carta del paesaggio e alle raccomandazioni dell’Unesco: “Ci dicono – affermano – che è tutto in regola e che verranno fatte le ricomposizioni e le compensazioni ambientali, anche per la CO2 immessa in atmosfera. A ogni albero abbattuto ne impianteranno un altro chissà dove. A noi pare il mercato delle indulgenze. Ma cominciano ad esserci anche albergatori locali – oltre a importanti enti come il Club Alpino Italiano – che hanno capito che questo non è il modello di turismo che fa bene all’economia delle nostre montagne”. Le monoculture turistiche intensive, il Covid insegna, rendono le economie locali ancora più fragili, più esposte ai contraccolpi delle crisi.
Per saperne di più vedi: https://www.mountainwilderness.it/
Massimo Marco Rossi dice
Il fatto è che tutti questi scempi sono il frutto di una classe dirigente trasversale corrotta e corruttrice che oggi fa capo alla Lega di Luca Zaia al Pd di Pierpaolo Baretta e al M5S del ministro Federico d’Incà a livello politico. E ai più alti esponenti di Confindustria Veneto a livello economico …
Gianluigi Salvador dice
Io c’ero alla manifestazione
ed è stato avvilente all’ultimo momento sentire dal responsabile della polizia che la marcia contro la cementificazione delle Dolomiti, anche se fatta in piena regola era vietata e se si fosse fatta comunque sarebbe stata vincolata alla responsabilità degli organizzatori, sulle conseguenze sanitarie derivanti.
Oramai il veleno coronato diventa la sistematica giustificazione per accollare responsabilità indeterminate agli organizzatori di manifestazioni pubbliche.
Del resto il veleno coronato è come il pesticida pericoloso spruzzato nell’aria all’aperto: non si sa quale spruzzata produrrà il cancro che magari qualcuno alla distanza si ritrova addosso.
Perchè allora non si vieta lo loro spruzzatura visto che migliaia di studi scientifici dimostrano la loro pericolosità e l’incidenza del cancro è in continuo aumento?
A cosa serve il principio europeo di precauzione?
silverio lacedelli dice
Il fatto contingente dei devastanti lavori a Cortina ha posto in secondo piano quelli che sono gli aspetti strategici degli ambientalisti e che merita comunque ricordare:
A – almeno il 50% della superficie terrestre dovrebbe essere destinata ai nostri amici animali e quindi essere rinaturalizzata. Siamo ben lontani da questo obiettivo
B – Facendo proprie le indicazioni di almeno 15.000 scienziati, entro il 2030 vanno ridotte le emissioni climalteranti del 7,6% all’anno per ognuno dei 10 anni restanti
C – Per ottenere questo risultato è necessaria una riconversione ecologica, cioè rivedere le nostre economie, ripensare i nostri parametri ed i nostri rapporti umani, la nostra cosmologia
D – Il tutto in un’ottica di equità sociale e rispetto dei diritti.
Tutte cose queste che sono assenti nel dibattito politico, del resto chi ci ha fino ad ora governato ben difficilmente sarà in grado di capire queste istanze.
Silverio Lacedelli