
di Gianluca Gabrielli*
Quest’anno ho ricevuto il bonus premiale previsto dalla legge 107 per i docenti cosiddetti “meritevoli”. Ritengo che la decisione politica di introdurre questa forma di riconoscimento economico dei docenti sia profondamente sbagliata, per varie ragioni.
Prima di tutto ha l’effetto di introdurre un motivo di divisione e di competizione in una comunità docente che esprimeva i suoi massimi risultati proprio dove si dispiegavano al meglio gli elementi di cooperazione e di messa in comune delle qualità di ognuno; l’effetto del bonus quindi è di minare le ragioni della cooperazione e di sollecitare una perniciosa concorrenzialità didattica tra colleghi che insegnano agli stessi alunni e alunne.
In secondo luogo questa scelta è stata fatta dopo anni di blocco contrattuale e di impoverimento del potere d’acquisto dei docenti, e quindi viene proposta come un sostituto miserevole e riservato a pochi di una dignitosa retribuzione che spetterebbe a tutte e a tutti e che i governi degli ultimi dieci anni non sono riusciti ad assicurare nella scuola italiana.
Infine, non è di minore importanza l’assenza totale di trasparenza nell’attribuzione, almeno se il dirigente sceglie di rispettare le circolari del Ministero della pubblica istruzione, che sostengono non si possano rivelare i nomi dei docenti e le cifre che percepiscono. Nella mia scuola ad esempio, rispetto alle attribuzioni del bonus operate dalla dirigenza di due anni fa, io e una collega abbiamo dovuto fare ben due richieste di accesso agli atti e attendere una decina di mesi affinché, in modalità di autotutela, l’Amministrazione cancellasse due assegnazioni, illegittime sulla base degli stessi criteri stabiliti dalla legge, illegittimità che avevamo potuto intuire solo dalle voci di corridoio.
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Per le ragioni sopraesposte non voglio tenere i soldi di questo bonus. All’inizio dell’Ottocento – come si legge nella bella storia dell’insegnamento elementare in Liguria di Bacigalupi e Fossati – Vittorio Emanuele I decise di stanziare somme per il pagamento di due maestri per ciascuna scuola di carità sostenuta dallo stato a Genova; i maestri religiosi operanti in queste strutture erano però ben più di due. Costoro decisero allora di non creare due categorie di maestri, quelli remunerati e quelli che non lo erano, e così “si convenne fra loro [i maestri] amichevolmente di dividersi in massa la parte d’assegnazione attribuita al pagamento”. Poiché le dimensioni organizzative della scuola italiana non permettono di organizzare una “divisione in massa” delle somme come erano riusciti a fare i maestri genovesi, ho deciso di devolvere questa cifra a due organizzazioni non profit che ritengo svolgano un importante intervento nella società.
Associazione amicizia Sardegna Palestina, organizzatrice di Al Ard, Festival di Cinema Palestinese e Arabo, via Monte Santo , 09122 Cagliari – iban IT86D0760104800000012907085
Associazione Amici di Piazza Grande, attiva nel sostegno alle persone senza fissa dimora, via Stalingrado 97/2, 40128, Bologna – Iban: IT80D0312702410000000110726
* maestro, IC 20 Bologna
Io non ne faccio richiesta. A giugno, quando mi viene chiesto di compilare il modulo in cui specifico le attività svolte per averne diritto, (che assurdità), io non lo compilo. Mi piace molto comunque l’idea di questo maestro.
Grazie per Buone Notizie come questa. Grazie per questo Comune-Sentire.
Coerentemente al fatto che ho raccolto le firme per il referendum che lo abrogasse, non ho fatto proprio richiesta per averlo… però, questa, potrebbe essere una buona idea! Grazie Comune!
Con Paola, sono d’accordo sul non richiederlo e continuare a lottare contro tale bestialità come lei e come Gianluca.
Ho fatto la stessa cosa anch’io. La scuola è diventata divisiva e, per certi versi, una caserma, pur parlando di scuola superiore. Sono amareggiata. I Ds son diventati più realisti del re.
Io non faccio richiesta per non assecondare questa logica disgregante
Anch’io ho rifiutato attraverso un documento scritto, il bonus e ho dei dubbi sulla scelta di Gianluca Gabrielli (che saluto e abbraccio). Accettare il bonus vuol dire comunque rientrare in una categoria, quella dei meritevoli, accettare che possa esistere questa differenziazione anche se poi il destinatario economico è un altro . Non so, non mi convince.
Ciao Marta, anch’io ho rifiutato per iscritto il bonus, che quest’anno nella mia scuola era a domanda. Ma me lo hanno dato ugualmente. Così ho deciso di devolvere e dirlo pubblicamente. Per l’anno precedente – dirigente diversa – si può leggere il riassunto di come abbiamo agito io e Monica Fontanelli in un post pubblicato su Quando suona la campanella: “Orgoliosamente non meritevoli” https://www.quandosuonalacampanella.it/f2/
Sto rivedendo la mia posizione dura e pura sulla non richiesta di bonus. Sta accadendo infatti che nelle scuole dove solo in pochi fanno la domanda, gli stessi si dividono l’intera somma che può corrispondere anche a due o tre mensilità in più. Proporrei di fare domanda e di restituire il denaro alla stessa scuola per esempio comprando libri per la biblioteca e pubblicizzando all’esterno il paradosso che si è costretti a vivere.
Io non l’ho chiesto. Ora però il mio nome non compare nella classifica redatta dalla mia scuola, visibile online, docenti fascia A/B/C quindi i genitori dei miei alunni e chiunque altro è legittimato a pensare che io sia in fascia D o anche Z.
Non credo proprio Tania. Se, come sono certa, sei un’insegnante che esprime dentro, fuori e nelle sedi istituzionali il suo dissenso, addirittura potresti essere più stimata da tante famiglie. E poi si sa bene che i quartieri delle città sono cassa di risonanza della vera “bravura” degli insegnanti, anche senza “bollino blu” e “certificazione energetica”? Ti dirò, in questa epoca di iscrizioni online, si ricevono telefonate di genitori che vogliono “sentire” dalla viva voce di chi fa scuola come stanno le cose effettivamente! Anzi, è difficile destreggiarsi (dopo gli open day vetrina ) per non cadere nel pettegolezzo senza essere ipocriti e rimanendo distaccati professionalmente.
Ti ringrazio della stima, Elettra che, devo dire, risuona nelle parole di genitori ed alunni e questo mi soddisfa ampiamente ?
Ma il punto è un altro: poiché la mia scuola non pubblica i nomi di chi non ha chiesto il bonus, io comunque risulto pubblicamente “docente non meritevole”, cosa che lede la mia professionalità di docente (una specie di gogna mediatica). Per me come per chiunque non abbia scodinzolato perché gli sia tirato un osso. Non credo possa essere legale non pubblicare i nomi di chi non intende partecipare a questa mortificante competizione.
Io invece non ho fatto domanda. Per tutto il mio impegno a scuola avrei preso 1.200€. È dura rinunciare ai.soldi, ma preferisco essere coerente: mi fa stare bene.
Il Comitato di Valutazione è in realtà un Comitato di Svalutazione dell’intero corpo docente…
Nessun docente può insegnare senza essere meritevole.
Il primo anno ho restituito i soldi alla scuola; in seguito non ho fatto più domanda.
Se tutti non lo chiedessimo affatto sarebbe un segnale ancora più forte. È un provvedimento nauseante. Non lo chiederò mai.
Io non ne faccio richiesta. Condivido tutte le ragioni di critica esposte da G. Gabrielli e mi astengo dal compilare i moduli relativi.