di Lino Di Gianni*
Pensare alla morte di Blessing, giovane donna nigeriana inseguita dalla polizia francese, annegata in un fiume a Primavera, mi mette una infinita tristezza addosso. Perché nel mio lavoro di insegnante di italiano per migranti ho avuto spesso donne nigeriane, con una presenza spesso tumultuosa e piena di emozioni, in classe.
https://comune-info.net/2018/05/una-donna-briancon/
Ricordo le tre donne nigeriane, totalmente analfabete anche nella loro lingua madre, che mi strattonavano quotidianamente affinché insegnassi loro le sillabe. Avevano capito che dopo, per magia, avrebbero saputo decifrare quei segni strani corrispondenti alla scrittura, e chiedevano che io guardassi continuamente loro, che avevano più bisogno, e fretta di rimediare a questa loro mancanza.
Erano vestite con abiti molto alla moda, truccate sapientemente, con un italiano parlato ben articolato. Ma non sapevano leggere. Di lavoro, dichiaravano di fare le parrucchiere in case private.
Non ricordo i loro nomi, ricordo bene invece quello delle due sorelle nigeriane, molto
diverse tra di loro. Una, giovane madre con due bambini piccoli molto graziosi e fuori controllo protestava perché la cooperativa non le trovava un lavoro, solo scuola e casa, scuola e casa, diceva. Eppure io sapevo che quella cooperativa di Avigliana era costituita da persone sensibili, che la seguivano al meglio. L’altra, abbastanza svogliata e con poca voglia, sembrava lì quasi per caso, in attesa di un Paese migliore, o di un marito, chissà. Un giorno rimasi fulminato, invece, dalla sua capacità di cantare un gospel, in classe: riuscì a far muovere tutti e a farci cantare e rimuovere le nostre rigidità di occidentali.
Me la immagino, Blessing, che sfugge alla miseria e ignoranza della Nigeria, che attraversa mare deserto e tutta l’Italia, che poi cerca di superare ancora d’istinto la grande montagna bianca, innevata, con i suoi torrenti gelidi: cerca di scappare dalla caccia di questi predatori burocratici, e muore. La ritroveranno in una diga. Fermata da chi mai conoscerà la disperazione di avere tutto in un sacchetto, anche la continuazione della propria vita.
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