di Gas Val Ceno
Siamo il Gas (Gruppo di Acquisto Solidale) Val Ceno (provincia di Parma), un gruppo di persone amanti della natura e del territorio, ecologiste, interessate alla promozione e alla valorizzazione dell’ambiente, che sulla scia di iniziative simili già praticate e consolidate in Canada, Stati Uniti e Regno Unito, vorrebbero proporre agli enti locali del territorio l’idea di inserire nei programmi di arredo verde urbano, alberi da frutta da piantumare in città, nei parchi, lungo le strade, negli spazi pubblici.
A San Francisco ne fanno anche un progetto d’arte; a Vancouver hanno già piantato circa 5.000 alberi da frutto; a Roma, l’associazione non profit Linaria ha dato il via al progetto Frutta urbana (se ne parla qui Frutta cittadina per tutti), il primo programma italiano di frutta in città.

Noi del Gas Val Ceno vorremmo chiedere alle varie amministrazioni di credere, sostenere e promuovere quest’idea, progettarla insieme, per infine piantare alberi per la collettività, mettendo a disposizione dei cittadini la frutta prodotta.
“Tree to table”, vale a dire dall’albero a tavola con frutta fresca, biologica e soprattutto gratis (come era una volta d’altronde!).

È inoltre risaputo che gli alberi diminuiscono l’inquinamento, migliorano il clima nonché la qualità dell’aria, drenano l’acqua in eccesso delle piogge, sono habitat per la flora e la fauna, migliorano la qualità della vita in generale. Ma spesso viene dimenticata la loro influenza sull’economia reale, cioè cibo sano, nutriente, già pronto all’uso… Un regalo della natura gratuito per tutti!
In più, cresciuta senza pesticidi (come a Malles, leggi Comune a Pesticidi zero, ndr) e con l’amore della collettività, questa frutta è imparagonabile a quella che comunemente si acquista nei supermercati, sia per qualità che per valori nutritivi.

Lo dicono anche esperti, quali il ricercatore Johnathan Leake del dipartimento di Animals & Plantes Sciences dell’Università di Sheffield; egli afferma che la frutta cresciuta in città è meno inquinata di quella cresciuta in modo industriale, sia per assorbimento aereo che per la crescita su suoli inquinati.
Insomma, la nostra proposta è di piantare alberi da frutta in città… e magari in un giorno non troppo remoto di goderci i splendidi frutti che Madre Natura sa offrirci!
A proposito di cittadini che si autorganizzato intorno ai temi dei beni comuni e della decrescita, un bel libro a 1 euro, Vie di fuga:
DA LEGGERE
L’agricoltura urbana reinventa le metropoli. Il caso di Monaco di Baviera
E adesso, per favore, piantiamola
Sicilia: una rete di cittadini ha cominciato a seminare ovunque alberi
Si chiamano city farms, sono le piccole fattorie che resistono in una città globale come Londra
Cambiare il mondo a Findhorn, qui e ora
Findhorn (Scozia) è uno degli ecovillaggi europei più noti. Avviato negli anni ’60 come orto bio oggi ospita corsi di permacultura e include impianti fotovoltaici, case di paglia, il magazzino di bici e la “boutique” in cui lasciare e prelevare ciò che si desidera
Vedere un albero dalla finestra
In via Barberini, a Roma, ci sono le arance da un secolo.
All’interno dell’ospedale di Candiolo (Torino) hanno piantumato tantissimi alberi di ciliege: buonissime!
Ottima iniziativa, da sostenere. Ma per favore evitate quella orrenda parola “piantumare” e “piantumazione”. Trapiantare, piantare, mettere a dimora sono belle, pulite, e sono sul dizionario.
Complimenti
seguo Andrea, nel testo del post si parla, in modo corretto, di “piantare” degli alberi, perche’ nel titolo viene fuori la parola piu’ orrenda “piantumiamo” che si possa usare per descrivere l’aspetto piu’ bello del rinverdire le citta’? dice il “nonno” agricoltore saggio: spendi tre soldi per acquistare un albero e trenta per piantarlo, ed e’ dire tutto; di qui discende che il termine agronomico piu’ corretto sia “mettere a dimora”, NON stiamo conficcando un palo nel terreno, ma stiamo preparando la “casa” per un vivente.
Allora prima di dire piantiamo alberi dovremmo sistematicamente fare riferimento alle condizioni del sito di piantamento, al suolo presente, alla impermeabilizzazione dell’intorno.
Vorrei ricordare che il “Paesaggio” e’ una questione strutturale in primo luogo, anche se molti salteranno su indispettiti, l’aspetto estetico e’ un sottoprodotto del Paesaggio, non e’ il piu’ determinante per la ratio legis e poi molto semplicemente se il “quarto paesaggio” e’ degradato e’ impossibile un buon paesaggio e l’eventuale buon risultato sara’ inevitabilmente un fake.
Segnalo, infine, che possiamo usare “piantamento”, “piantata”, “alberata”.
Saluti Ettore