
C’è voluta la pubblicazione a pagamento su due quotidiani (Manifesto e Repubblica) di un appello di poche parole – “Ebree ed ebrei italiani dicono NO alla pulizia etnica. L’Italia non sia complice” – per far emergere con una certa forza la voce di due organizzazioni come Laboratorio ebraico antirazzista e Mai indifferenti – Voci ebraiche per la pace che pure anche nei mesi scorsi, nel post 7 ottobre 2023, avevano provato a scuotere il quieto conformismo del mondo mediatico nazionale, mostrando che l’ebraismo italiano non si esaurisce nelle Comunità ebraiche ufficiali, pressoché tutte schierate in difesa della condotte dell’esercito israeliano a Gaza.
Fra i firmatari dell’appello figurano docenti, scrittori, giornalisti ben noti – Carlo Ginzburg, Anna Foa, Gad Lerner, Donatella Di Cesare, Roberto Saviano, per citarne alcuni – e anche personaggi più giovani (Davide Lerner, Bruno Montesano), i quali hanno sentito il bisogno, evidentemente, di manifestare il proprio disagio di fronte all’ulteriore escalation di parole e programmi ma anche di fatti nel Vicino Oriente: nella pagina-manifesto, oltre allo slogan principale citato sopra, si leggono anche queste parole: “Trump vuole espellere i palestinesi da Gaza. Intanto in Cisgiordania prosegue la violenza del governo e dei coloni israeliani”.
Peccato che nei mesi scorsi le voci del Laboratorio ebraico antirazzista e di Mai indifferenti non siano state ascoltate con attenzione dai media: ne sarebbe scaturito un dibattito vero su questioni decisive come il genocidio a Gaza (o comunque vogliamo chiamarlo), l’uso strumentale della nozione di antisemistismo, le retoriche del Giorno della memoria, la delegittimazione del diritto internazionale.
Il laboratorio ebraico antirazzista, per esempio, lo scorso 27 gennaio (Giorno della memoria) ha scritto anche queste parole: “Oggi i nostri cuori sono particolarmente afflitti per il genocidio dellə palestinesi a Gaza per mano dell’esercito israeliano. Questa operazione di distruzione si inserisce nel quadro della rimozione sistemica del popolo palestinese iniziata con la Nakba del 1948 e con le politiche di apartheid instaurate dallo Stato di Israele. Ma una carneficina di tale ampiezza non sarebbe stata possibile senza un’intensa campagna di disumanizzazione portata avanti dalle destre israeliane da ben prima del massacro del 7 ottobre. Si tratta di un processo di diseducazione razzista della popolazione comune a tutti i genocidi“.

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Lorenzo Guadagnucci ha aderito alla campagna Partire dalla speranza e non dalla paura. Tra i suoi ultimi libri Camminare l’antifascismo. La memoria come ribellione all’ordine delle cose (Ega), questo invece il suo blog: https://lorenzoguadagnucci.wordpress.com/.
condivido pienamente. Cmq Comune info è l’unica voce fuori dal coro. Grazie