Gli studenti e le studentesse del liceo Gioberti e delle medie Calvino di Torino, che si sono ritrovati per fare lezione insieme, davano fastidio a tanti
Avete vinto. Le ragazze e i ragazzi ribelli delle scuole se ne vanno a casa. Ci siamo tolti il fastidio. Perché alzarsi ogni mattina per andare a fare lezione di fronte alla propria scuola dava fastidio a tanti. Perché non si fa, perché le regole vanno rispettate anche quando causano una sofferenza che non si capisce. Anche quando non hanno logica.
Perché la scuola è pericolosa: le fabbriche, gli uffici, i centri commerciali e le chiese no. Perché i ragazzi come i vecchi non sono produttivi.
Ma sì, in fondo è giusto così: la scuola chiusa, poi a Natale “apriamo il recinto” perché c’è da fare shopping, perché agli italiani mica vuoi negargli i regali il vestito buono e il cenone…
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Viene in mente Roberto Sardelli, che si ostinava a portare la scuola nei posti dimenticati da dio alle porte di Roma. Il Covid a confronto è una passeggiata: lì c’erano baracche pericolanti, pantegane, discariche abusive, fogne a cielo aperto. Ma la scuola bisognava farla: perché senza cultura non c’è consapevolezza, non c’è libertà. E perché rinchiudere i ragazzi in una stanza con lo sguardo fisso su un monitor è la cosa peggiore che possiamo fargli. Perché come noi, senza gli altri non sono niente.
Roberto Sardelli, quello della Scuola 725, era un prete. Come Don Milani, quello che ci ha spiegato che il padrone conosce mille parole l’operaio cento ed è per questo che è lui il padrone. E le regole, quelle regole, le fa lui.
Un abbraccio a tutti i ragazzi e le ragazze che non ci sono stati e che, spero per loro e per noi, non ci staranno. Siamo liberi di smettere di vivere per paura di morire, ma arrogarci il diritto di decidere che anche per loro debba essere così è una cosa che pagheremo e della quale dovremmo vergognarci. Io delle loro vite interrotte non riesco e non voglio farmi una ragione che non si chiami rabbia.
Giuliano dice
Complimenti Marco. La conoscenza ha un effetto collaterale: dà la capacità di discernere, alimenta il senso critico e, soprattutto, rende liberi! E forse questo è proprio ciò che si vuole raggiungere.
Francesca Lepori dice
AVETE PERSO! I RAGAZZI TORNANO A CASA.
Alex dice
No, non sono d’accordo. Il personale ATA e i professori si ammalano, i ragazzi fungono da involontario veicolo di contagio e infettano genitori e nonni. La didattica va a singhiozzo. Le famiglie vivono ogni giorno nell’ansia che i propri figlioli riportino a casa un invisibile serial killer. Lavoro in sanità: non è una passeggiata, il virus. Anche se non uccide, lascia i corpi infiacchiti e provati, anche ai giovani. Approfittiamo di questo ennesimo tempo sospeso per fare in modo che si riparta con scuole e trasporti degni di questo nome, con una società educante inclusiva, altrimenti non sarà “avete vinto” (ma a chi vi riferite?!), ma “abbiamo perso”. Tutti.
Daniele dice
Condivido.
Stefano dice
“Le famiglie vivono ogni giorno nell’ansia che i propri figlioli riportino a casa un invisibile serial killer”
Maddài!
Ma questa da dove viene fuori?
E’ la stessa fonte che in Consiglio Regionale Abruzzo ha detto che ogni bambino può contagiare 600 persone?
I ragazzi stanno a casa non perché non sono produttivi, ma semplicemente perché non votano.
Agli anziani, che votano, non è stata imposta alcuna restrizione, e sono quelli a rischio.
Le strade sono piene di anziani che, per loro libera scelta (e ci mancherebbe altro…) vanno in giro, vanno in banca e in posta, vanno a prendere il giornale e le sigarette, o semplicemente vivono senza farsi rinchiudere il pezzo di vita che gli resta, assumendosene la responsabilità.
I ragazzi no, loro non possono.
antonio dice
https://www.radioradicale.it/scheda/622503/perche-le-scuole-sono-sicure-intervista-alla-professoressa-sara-gandini-epidemiologa-e?fbclid=IwAR19B_jDrP5m1Phl67L-Db5iAdduihQTKQrHoAXILBy46TKKuWWMpJofcJ4 “Anche se non uccide, lascia i corpi infiacchiti e provati, anche ai giovani.” è un’affermazione senza riscontri scientifici verificati e comprovati
Norma Bertullacelli dice
quanto sono antipatici quelli che “io l’avevo detto”, compresa la sottoscritta. Ecco cosa scrivevo a fine agosto:
Signore e signori del governo giallastro/rossastro, prendetene atto: non ce la fate a riaprire tutte le scuole in sicurezza il 14 settembre.
Perché, fin da quando in aprile avete incaricato la fondazione Kessler di studiare i possibili scenari di riapertura, avete esplicitamente chiesto loro di concentrarsi sulle fabbriche e sui luoghi di lavoro, ignorando la scuola.
Perché avete ascoltato la Confindustria e non avete chiuso la Valseriana, e neppure la Lombardia; e quando ( tardi) vi siete decisi a chiudere molte aziende avete fatto un elenco di deroghe che non sarebbero bastate le pagine gialle di una volta.
Perché in estate avete concesso ai discotecari di tenere aperto fino a ferragosto compreso; mentre intorno giravano fiere, mercati, sagre e stupidaggini varie.
Perché non avete saputo organizzare un piano adeguato di tamponi a tappeto, in modo particolare per chi si muoveva dall’estero, o sul territorio nazionale.
Perché avete finto di non sapere che i ragazzi non vanno a scuola col teletrasporto, ma con i mezzi pubblici; e che che molte regioni considerano i bus come i carri bestiame di una volta.
Perché avete privilegiato il PIL, ma avete giurato che avreste riaperto le scuole. E ora non sapete come fare.
Vi do un consiglio da vecchia insegnante; e ve lo do gratis: prendetene atto, scusatevi, e riaprite in presenza almeno le scuole materne e le primarie.
I vostri amici della confindustria ve ne saranno grati, perché i genitori si presenteranno puntuali sul posto di lavoro.
Prenderete tempo ( anche se avete avuto otto mesi, e li avete sprecati) per studiare un adeguato piano di trasporti e per studiare la riapertura delle superiori.
Recupererete spazi, se proprio non volete requisire le ottime strutture delle scuole private che avete abbondantemente finanziato per decenni.
Ridurrete il numero degli alunni per classe: sapete benissimo di averlo promesso più volte, e di esservi rimangiati la promessa non appena il popolo ha cominciato ad appassionarsi al dibattito sulle rotelle sotto i banchi. E sapete altrettanto bene che la riduzione del numero degli alunni è l’unico provvedimento sensato, e capace di avere una ricaduta positiva negli anni a venire.
Dovendo continuare con la didattica a distanza, i ragazzi e le ragazze delle superiori ne soffriranno meno rispetto ai piccoli, per i quali continuare come si è fatto negli ultimi mesi è davvero improponibile.
Ovviamente dovrete darvi un limite di tempo ( diciamo fino alle vacanze natalizie?) per far rientrare in presenza anche i ragazzi più grandi; e se non riuscirete a farlo sarà diritto di chiunque prendervi a pernacchie.
Norma Bertullacelli, Genova.
stella gaetano dice
HO SCRITTO DA QUALCHE GIORNO QUESTE CONSIDERAZIONI …e l’ho mandate anche al Pres. del Cons. e alla ministra della PUBBLICA ISTRUZIONE. Sono le considerazioni di “un anziano”. Le ripropongo come contributo…
LA RIVOLUZIONE DELLA BICICLETTA PER LA SCUOLA IN PRESENZA
La scuola, di ogni ordine e grado, è il nodo centrale della situazione attuale. E’ in gioco il presente e il futuro dei nostri ragazzi e del nostro paese. Non sappiamo quanto la pandemia “durerà”. E non sappiamo se il vaccino la “curerà”. Quello che sappiamo è che la situazione peggiora di giorno in giorno e che medici e infermieri (GLI EROI…ricordate?), che l’hanno detto, non sono stati ascoltati. E’ piuttosto evidente che il governo per ora “mette toppe”, ma non ha un progetto una prospettiva una visione per un cambiamento di paradigma culturale e politico. Dell’opposizione è meglio non parlarne. Il suo principale esponente andava in giro fino all’altro ieri con una mascherina con TRUMP sovraimpresso. TRUMP? Noto negazionista e criminale diffusore del contagio nel suo paese. La politica, quindi, non ha imparato niente dalla prima fase della pandemia. Lo dice l’esperienza di questi giorni. E così, come il PERCHE’ del virus non è mai stato al centro del dibattito pubblico anche il perché e il come siamo arrivati alla situazione attuale non è oggetto di riflessione. Come, del resto, le cose fatte o non fatte questa estate. E di chi sono le responsabilità. Che la “mobilità” sarebbe stato uno dei problemi fondamentali in una più che probabile ripresa della pandemia, vista la “follia dell’estate”, era facile da capire. Lo starsi addosso “assembrati” senza poter mantenere le distanze era (è) il problema del viaggiare in metro treni e spesso autobus. La RIVOLUZIONE DELLA BICICLETTA per spostamenti non troppo lunghi, è l’unica soluzione per risolvere il problema della “mobilità”.Garantisce autonomia personale indipendenza distanze esercizio fisico e libertà di azione-movimento. Bisognava averci pensato. Ma siamo ancora in tempo. Perché la pandemia può “aiutarci” a cambiare “stili di vita”. E a progettare un futuro diverso passando dalla SOCIETA’ DELL’AUTO alla SOCIETA’ DELLA BICICLETTA. E’ una necessità storica. Per liberare l’aria delle città del mondo…e noi stessi dall’inquinamento delle nostre città che è causa di migliaia di morti e che proprio in questi giorni è stato sanzionato dall’EUROPA. IVAN ILLICH già 50 anni fa in un testo –SAGGIO SULLA BICICLETTA- avveniristico predittivo e ora tremendamente attuale ci aveva avvisati sulle conseguenze dell’AUTO-MANIA dello sviluppo capitalistico. Quindi, dare ad ogni studente dalla seconda media alle superiori all’Università una bicicletta come dono collettivo e sociale sarebbe, appunto, un fatto rivoluzionario. Fare pochi chilometri per raggiungere le scuole e , facendo TRE TURNI (o due) a rotazione (8-12-16 ), dare la possibilità di vivere la SCUOLA IN PRESENZA sarebbe un fatto di indicibile valore politico morale umano e sociale. Perché perdere questi anni, perché di questo si tratta, non solo allungherebbe le disuguaglianze e le DISTANZE SOCIALI ma causerebbe a intere generazioni un danno incommensurabile. Per il personale, basta assumere tutti gli insegnanti costretti a fare un concorso ultimamente pur avendo, molti, anni di insegnamento alle spalle. E basterebbe dedicare parte delle strade a una corsia preferenziale per le biciclette, prima di fare dappertutto piste ciclabili. Passare dai 210 MILIONI del BONUS a qualcosa come UNO O DUE MILIARDI per costruire biciclette.Eliminando il bonus auto e le sovvenzioni ai “fossili” (18,5 miliardi l’anno),reperendo tutte le biciclette già disponibili e impostando celermente UNA CONVERSIONE ECOLOGICA da auto , come JEEP SUV e inquinanti varie comprese le ibride (comunque inquinanti ora!) ecc. largamente propagandate da tutte le TV e dai giornali per ricolonizzare l’immaginario collettivo e ri-spingere violentemente al “COME PRIMA”… Questo, che accade davanti ai nostri occhi, è UN CRIMINE contro l’UMANITA’ e, in particolare contro il presente e il futuro delle nuove generazioni. Inutile dire che di una rivoluzione del genere potrebbero e dovrebbero fare parte anche TUTTI I LAVORATORI. Perché anche loro si spostano in condizioni promiscue e pericolose. E molti di loro sono già morti sull’altare del PROFITTO prima di tutto nella prima fase e, senza dubbi, anche ora.
Gaetano Stella –Lago di Chiusi 14/11/2020
-Passaparola! –http://blog.gaetanostella.it
PIERA dice
I mezzi di trasporto ” devono rappresentare per tutti una possibilità d’impiego, i disabili o gli anziani devono potersi spostare sul territorio senza problemi . Il pubblico trasporto deve essere collettivo ed agibile in ogni senso .
Igiene interna ed esterna degli alloggi, ed estreme condizioni di confort per chi va e viene dal posto di lavoro e/o di studio .
Non devono esserci ulteriori priorità .
Alberto Vacchi dice
Appoggio Gaetano Stella. Qui occorre cambiare il paradigma di fare scuole e di vivere. Così vinceremo tutti.