Oltre trent’anni fa chi ha insegnato all’Italia come bere meglio, ossia Luigi Veronelli, spiegava che «il peggior vino contadino è migliore del miglior vino d’industria…». Oggi, con il riscaldamento globale che minaccia il futuro come lo conosciamo, un’alleanza tra agricoltura contadina e cittadini responsabile è essenziale per imboccare con decisione la strada della transizione ecologica e sociale per battere la crisi.
«I Contadini Critici incontrano gli altri soggetti della filiera», è l’incontro organizzato il 22 aprile presso il Circolo Arci Forte Fanfulla del Pigneto in collaborazione con il Fanfulla Finest Natural Wine, un’intera giornata di degustazioni – con possibilità d’acquisto – di vini naturali da agricoltura biologica e biodinamica, ma anche di olio, pasta, pane, miele, frutta e tanto altro ancora in occasione del mercato mensile dei Contadini critici/Critical Wine. A partire dalle ore 11 si darà inizio alle degustazioni a base dei prodotti di Contadini Critici/Critical Wine. Dalle 13 alle 15 pranzo a base di prodotti bio al costo di 10 euro. Seguiranno le degustazioni, con cantine aperte fino alle ore 20. Alle ore 18 la tavola rotonda rotonda dal titolo: «Vini naturali tra guide, disciplinari e Mercato» con: Giovanni Bietti (autore guida vini naturali), Emilio Falcione (produttore biodinamico e portavoce dell’associazione Contadini Critici), Emanuele Giannone (sommelier e giornalista), Michele Lorenzetti (enologo), Andrea Petrini (Slow Food Roma), Barbara Pulliero (Sorgente del Vino), Marco Serventi (vicepresidente Demeter).
In una società che fatica a trovare modelli alternativi a quelli dominanti, l’agricoltura biodinamica è fondamentale per salvare l’agricoltura contadina, elemento peraltro essenziale in un mercato sempre più attento ai valori della qualità e rispetto dell’ambiente. Individuare e spiegare che cos’è un «giusto prezzo» per un prodotto rispettoso anche delle condizioni di lavoro e della sostenibilità ambientale, è fondamentale per stringere un’alleanza tra produttori e contadini. L’incontro organizzato presso il Forte Fanfulla punta proprio ad analizzare nel dettaglio questa sfida concreta alle dinamiche del mercato tradizionale: prezzi sospesi tra il pompaggio innaturale del marketing del lusso e il ribasso artificiale della grande distribuzione, altrettanto dannoso per la qualità.
«Per produrre un vino convenzionale – spiega il contadino biodinamico Emilio Falcione coinvolto nell’iniziativa – ormai si possono utilizzare in cantina oltre trecento diversi prodotti come additivi alimentari – legali – utilizzabili in cantina per “correggere” il vino, o meglio costruirlo. Il risultato non è più quindi un frutto della terra ma un prodotto industriale, una merce che ha perso il suo valore di alimento per gli esseri umani. Parafrasando Pasolini la civiltà di un popolo si misura dalla sopravvivenza di un ambiente in cui sopravvivano lucciole e farfalle».
La più grande ricchezza di un agricoltore è, come ricorda Falcione, la fertilità della terra che coltiva, che oggi diventa strumento per sperimentare economie diverse, qualità nuove, solidarietà originali, ridando vita a un settore attraverso la produzione di cibi e bevande sani in una campagna che non sia sfruttata in modo indiscriminato. Perché la crisi non si cura tagliando costi e diritti, ma trovando insieme un nuovo paradigma. E, soprattutto, senza perdere il gusto per la vita.
Lascia un commento