di Alain Goussot*
Che sia nella scuola oppure all’Università il tema della valutazione resta una questione spinosa e delicata. Si possono tentare di definire alcuni criteri oggettivi ma non v’è dubbio che la soggettività perturba sempre questo processo e ne è una componente ineliminabile.
Sul scientifico ultimamente si nota come in tutte le discipline, in particolare nelle scienze umane (filosofia, antropologia, sociologia, psicologia e pedagogia) è penetrata il feticcio della misura statistica e il pensiero unico della tecnologia, della procedura come unica risposta alle questioni di senso e di significato considerate ormai come obsolete e quindi poco scientifiche. L’epistemologia, la teoria e la metodologia come processo riflessivo e interpretativo dei dati non sono più contemplati come elementi della scientificità. È quello che si può notare anche nelle recenti tornate dell’abilitazione dei docenti universitari.
Poi in Italia si arriva all’assurdo della subalternità culturale: quello che è in lingua inglese è per definizione più serio di quello che è scritto in francese, spagnolo o anche in italiano. Questa colonizzazione culturale non viene neanche presa in considerazione e riflettuta; è grave perché sappiamo dai lavori di Jerome Bruner, Noam Chomski, Claude Lévi-Strauss e Benjamin Lee Whorf che la lingua è più che un semplice strumento funzionale alla comunicazione ma veicola un mondo simbolico e una visione del mondo.
Una scuola e una Università seriamente del merito dovrebbe sapere entrare nel merito qualitativo di queste questioni e non veicolare degli schemi standardizzati che nel mondo accademico sono diventati ormai la regola.
DA LEGGERE
Una scuola senza voti e merito Claudia Fanti
Si segnalano sul tema le riflessioni, seppur passibili di critica, di Giorgio Israel.
https://www.youtube.com/watch?v=YDXJYcUuNek&feature=youtu.be
https://www.ccdu.org/comunicati/inventore-adhd-malattia-fittizia
http://pensareinmatematica.blogspot.it/
http://gisrael.blogspot.it/2010/05/ancora-sulla-medicalizzazione-della.html
http://www.psychiatryonline.it/sites/default/files/Risorse/Milazzo.pdf
https://www.youtube.com/watch?v=UH7M208R35Y
Naturalmente concordo, così come concordano tutte le persone di buon senso che lavorano nel nostro ambiente; ma siamo vox clamantis in deserto: pensiero critico e complessità danno luogo alla conoscenza, contrapposta alle generiche “competenze” di cui si riempiono la bocca gli “altri”; dunque, noi e “The Others”!