Diffondere impianti di aria condizionata non è una buona soluzione al problema del caldo ma una delle cause. Come possiamo farlo capire alle persone comuni?

La percezione di quanto sia dura la si ha nei dialoghi più semplici, quelli che potremmo definire non impegnati, quelli che avvengono fuori dai circuiti – come ad esempio le pagine di Comune – nelle quali si condivide l’intento e ci si confronta per cercare strade di cambiamento, di resistenza e di resilienza, futuri possibili. Quelli, ad esempio, che avvengono su una chat Whatsapp di persone praticamente sconosciute accomunate da una passione sportiva. Così, tra uno scambio sulla campagna acquisti della squadra del cuore e leggeri – ma appassionati – dialoghi su questioni sicuramente non determinanti per il futuro del mondo e della nostra esistenza ma pur sempre piacevoli, spunta il “fuori tema” mattutino… Una immagine non di un atleta, ma di un signore in giacca e cravatta accompagnato da una didascalia: “Questo è Willis Carter, l’inventore dell’aria condizionata. Glielo vogliamo fare un applauso?”.
L’attimo di dubbio passa in fretta: non è un’allucinazione dovuta ai circa 40 gradi centigradi in cui sono immerso. E in fretta passa anche il dubbio se fare finta di niente o replicare, cercando di aprire un semplice dialogo: ”Purtroppo c’è poco da applaudire… L’aria condizionata è una delle cause del peggioramento delle condizioni climatiche in atto. Più la usiamo per rinfrescarci, più scaldiamo intorno a noi, peggiorando la situazione”.

Una frase così, sintetica, per sondare il terreno, senza correre il rischio di un decontestualizzato intervento a gamba tesa per ricordare che le attuali tecnologie utilizzate per il raffrescamento degli ambienti usano combustibili fossili e sono in grado di ridurre le temperature interne ma rilasciano calore, aumentando quindi quelle esterne, tanto che ad esempio studi dell’Istituto Nazionale per la Salute Pubblica e l’Ambiente dei Paesi Bassi parlano di produzione di gas serra con un effetto di circa 4.000 volte superiore all’anidride carbonica e un conseguente aumento del 25 per cento delle temperature stimato per la prima metà di questo secolo; o ancora che uno studio dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, recentemente pubblicato su Scientific Reports, afferma che l’uso dei condizionatori per far fronte all’aumento delle temperature da qui al 2050 rischia di generare un aumento di emissioni nell’ordine di 10 milioni di tonnellate di anidride carbonica in Europa e ben 120 milioni in India.
E quello che mi colpisce non è tanto o solo il “Vabbè, buon caldo a te…” di replica del tifoso dell’aria condizionata, ma la mancata reazione di 62 su 63 degli altri partecipanti alla chat. Se la flebile speranza è almeno un pollice alzato, la necessità urgente e assoluta è capire come a dialogare con gli altri 62. Non abbiamo più molto tempo a disposizione per imparare a farlo.
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Prima obbiezione…perchè sempre questi toni allarmistici?In un mondo di teorie,quello che ieri era errato,oggi con una nuova teoria viene messo in dubbio.Permesso che non ho aria cond.da anni,perchè non mi piace sentirmi tagliata fuori dal mondo,almeno in estate viviamo con tutto aperto.Cmq che in tanti governi cittadini l’amore per il cemento,supera x 1000 volte quello x il verde oramai si ha capito.Perchè la precedenza hanno i soldi dei palazzinari.Mentre il verde richiede soldi x la manutenzione…quasi sempre fatta da gardinieri della domenica.
Ma allora non ho tutti i torti a sostenere da tempo questa tesi!
E’ sempre così: parlo bene e razzolo male. Vivo in un
paese romagnolo pieno di verde e parchi pubblici, ho
lavorato una vita intera e mi sono costruito una casa
indipendente, ho acceso un mutuo pagando 50 anni fà il 14 % di interessi, a quei tempi lo
stato sociale ( welfare )quasi non esisteva, ci si
arrangiava da soli e ci
lasciavano fare, agire, commerciare qualsiasi
cosa si volesse intraprendere, poche e semplici le tasse e i balzelli da pagare. Risultato in 5 anni mutuo
bancario estinto anticipatamente:risparmio oculato permette alla famiglia di vivere nel decoro se non nel lusso; in casa aria condizionata usata con parsimonia e elettricità con fotovoltaico sul tetto. Perchè racconto tutto questo ? Semplice: credo
che la ricetta vincente vada cercata in “Meno Stato e Burocrazia, Più
libertà di iniziativa privata e… largo al merito. La ns. Repubblica è o dovrebbe (?) essere fondata sul lavoro e su chi lo diffonde a tutti i livelli.Chiedo venia per la prolissicità delle mieargomentazioni. Un nato nella prima metà del secolo scorso saluta tutti.
essere fondata
Caro Edoardo, con il governo attuale Lei sfonda una porta aperta
L’articolo sembra superficiale ed ingiustificato nelle sue premesse. Ci si dovrebbe domandare con quale energia primaria si fa funzionare la pompa di calore e con quale sorgente termica si fa lo scambio. Giusto per fare un esempio virtuoso propongo di valutare sistema di condizionamento basato su un impianto geotermico acqua-acqua che avrebbe consumi bassissimi ed effetti benefici anche trasferibili al riscaldamento invernale.
Il vero problema ritengo sia da ricercare nella mancanza di sforzo progettuale in ogni processo costruttivo degli ultimi 80 anni dovuto al costo irrisorio delle energie fossili che fino ad adesso sono state “rapinate” ai popoli a cui appartenevano e sperperate senza percepire il vero valore che avevano.
Una domanda: dove posso documentarmi sui gas serra aventi un effetto 4.000 volte superiore all’anidride carbonica? Qualche link? Grazie!