Raccogliendo la proposta del Tavolo interassociativo Saltamuri, insegnanti e allievi di dodici classi elementari della provincia di Terni hanno lavorato sui temi della Dichiarazione dei diritti umani coinvolgendosi in una entusiasmante staffetta di scrittura. Gli alunni hanno infatti preso parte a una scrittura collettiva partita da due incipit di Bruno Tognolini e Fabrizio Silei. Ora i due libri sono stati stampati e saranno presentati alla presenza dei due scrittori. Qui la postfazione del libro delle seconde

“Chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori” è il frutto di un lavoro di scrittura collettiva che ha coinvolto dodici classi e oltre centocinquanta bambini. L’idea di realizzare una staffetta di scrittura nasce dallo stimolo offerto alle scuole dal Tavolo interassociativo Saltamuri, che ha promosso la campagna “Mille scuole aperte per una società aperta”.
Il lavoro è iniziato il 10 dicembre 2018, data in cui si celebravano i settant’anni della Dichiarazione universale dei diritti umani. Quella mattina in ogni classe è stato letto l’incipit che avrebbe dato il via alla scrittura.
Alcuni giorni prima avevamo chiesto a Fabrizio Silei e Bruno Tognolini di donarci un loro incipit per la scrittura dei due libri. Gli abbiamo chiesto di ispirarsi alla Dichiarazione universale in modo che la scrittura del testo offrisse ai bambini l’opportunità di riflettere sul tema dei diritti umani. Nessuno di noi insegnanti sapeva, prima di iniziare il lavoro, quale diritto avesse ispirato i due scrittori, e abbiamo deciso che lo avremmo scoperto insieme man mano che la storia si andava costruendo.
La scelta di realizzare una staffetta di scrittura per ricordare la Dichiarazione universale dei diritti umani nasce dalla constatazione che quella Dichiarazione, come la nostra Costituzione, è un testo collettivo generato da un lavoro comune e dall’impegno di molte persone che hanno cercato di armonizzare idee, valori e principi in un unico testo in cui tutti potessero sentirsi rappresentati.
Anche noi con i nostri alunni eravamo chiamati a lavorare insieme, cercando di arrivare a un testo che non fosse solo la somma dei diversi capitoli scritti, ma riuscisse a rendere l’idea di un’operazione di adattamento del proprio pensiero a quello dei compagni vicini e lontani.
Scrivendo questo libro insieme abbiamo vissuto la difficile, ma interessante, esperienza di accordare il nostro immaginario con quello degli altri, sopportando anche le piccole o grandi frustrazioni che questo processo lungo e articolato poteva provocare. Siamo stati tutti, alunni e docenti, chiamati ad un grande lavoro di cooperazione che si svolgeva a più livelli.
Il libro è un testo collettivo, nato dall’intreccio di tanti testi collettivi. Prima dell’avvio della staffetta nelle classi abbiamo cominciato a sperimentare alcune tecniche di scrittura collettiva, prendendo spunto dalle esperienze di Mario Lodi, don Milani e Paul Le Bohec.
Tutti i docenti che partecipavano all’iniziativa hanno avuto spunti bibliografici e suggestioni letterarie tali da rendere la staffetta una reale occasione di crescita professionale. Ogni classe aveva una settimana di tempo per la scrittura, al termine della quale il capitolo veniva pubblicato in drive e condiviso con le altre classi.
All’inizio della staffetta tutti avevamo un calendario preciso così che, in ogni classe, i bambini sapessero in quale giorno della settimana avrebbero ricevuto il nuovo capitolo. Quell’arrivo è sempre stato accolto con grande entusiasmo, anche se per alcuni bambini dover attendere una settimana era veramente difficile. Hanno così sperimentato e forse anche un po’ imparato ad aspettare pazientemente l’arrivo di qualcosa a cui si tiene.
Intorno alla staffetta, naturalmente, sono nate molte attività che noi docenti abbiamo chiamato intrecci. L’arrivo dei capitoli, la scrittura e la loro lettura hanno costituito uno sfondo integratore nel quale si sono innescate diverse esperienze significative.
Noi docenti abbiamo notato che i bambini leggevano con particolare attenzione i capitoli scritti dai loro compagni. Erano attenti al lessico, cercavano eventuali incongruenze logiche, analizzavano con attenzione i tempi dei verbi. Spontaneamente, senza che glielo chiedessimo, facevano un lavoro di comprensione del testo attento e meticoloso.
Tullio De Mauro, in molti suoi scritti, parla della necessità di
“risvegliare le energie intellettuali necessarie a capire un testo”. La motivazione che ha sostenuto i bambini nella lettura e scrittura dei capitoli li ha sicuramente aiutati a trovare tali energie.

Ma il lavoro della staffetta di scrittura è stato generativo di tante altre sperimentazioni interessanti, che hanno coinvolto tutti i docenti che lavoravano nelle diverse scuole. In molte classi la ricerca è partita in palestra, con la realizzazione di una vera e propria staffetta. In una classe è stata realizzata una Digital Storytelling. In altre è stato avviato un lavoro storico-geografico sul territorio. Sono state insegnate cartine in cui venivano segnati i paesi coinvolti e tracciata la strada percorsa dai diversi capitoli ed effettuate misurazioni per calcolare i chilometri effettuati. Tra alcune classi è stata attivata una corrispondenza e i bambini si sono scambiati lettere e cartoline illustrate.
Tutto questo senza dimenticare che una delle finalità del lavoro stava nel riflettere sulla Dichiarazione universale dei diritti umani. Abbiamo scelto di realizzarlo facendoci aiutare da una storia che avesse come protagonisti dei bambini e che fosse scritta anche da bambini. Storie e narrazioni aiutano infatti a entrare con maggiore consapevolezza nel cuore di questioni grandi e complesse.
Tante volte a scuola parliamo di diritti, doveri, cittadinanza, ma non sempre riusciamo a far capire o, meglio, a far sentire ai nostri alunni come tutto ciò sia strettamente collegato con la vita che conduciamo ogni giorno. Scrivendo insieme abbiamo sperimentato un modo concreto di costruire cittadinanza.
Come accade nello sport quando una squadra partecipa a una staffetta, non basta correre più veloci delle altre squadre, ma è indispensabile non perdere mai il testimone e passarselo di mano in mano avendone cura fino alla fine. Solo allora si può dire di essere arrivati al traguardo tutti insieme: non solo l’ultimo che consegna il testimone, ma anche il primo che magari andava un po’ più lentamente.
Il giorno che è stato letto l’ultimo capitolo, in una delle classi una bambina ha detto: “Maestra, è stato molto bello fare la staffetta di scrittura perché ogni volta che tu ci leggevi un capitolo era come se fossimo in tanti ad ascoltare”.
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Postfazione a Chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori.
Roberta Passoni fa parte del Movimento di Cooperazione Educativa e della Casa-laboratorio di Cenci
TERNI Mercoledì 29 maggio 2019 sarà presentati gli esiti del progetto “UNA STAFFETTA DI SCRITTURA PER I DIRITTI UMANI” (ore 16,30) Auditorium I.C. De Filis. Presentazione dei libri: Chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori, da un incipit di Bruno Tognolini, Sbarcati da un mare beffardo, da un incipit di Fabrizio Silei. Intervengono Roberta Passoni, Fabrizio Silei, Bruno Tognolini, Franco Lorenzoni, coordina Marina Marini. Insegnanti, genitori e bambini sono invitati a partecipare. EVENTO FACEBOOK COMPLETO
Il progetto e i due libri sono stati scritti da oltre 300 bambine e bambini di 12 classi seconde e 12 classi quarte di altrettante scuole primarie del ternano.
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