Etica sgr, società di gestione del risparmio del Gruppo Banca etica, è costituita anche da altri istituti di credito che collaborano alla commercializzazione di armi. È giusto? Per chi segue i temi della finanza critica il tema non nasce oggi. E proprio per questo c’è chi si chiede se sia giunto il momento di trattarlo in modo molto differente e se i soci di una banca atipica, costruita sulla trasparenza e sulla partecipazione, cresciuta in autorevolezza, siano davvero informati su questa contraddizione. Una lettera a Banca etica
Un articolo apparso sulla rivista Nigrizia di Luglio/Agosto (I limiti dell’etica) ha posto l’attenzione sui rapporti tra “banche armate” ed Etica Sgr, società di gestione del risparmio. Etica Sgr fa parte del Gruppo Banca Etica ed è controllata dalla capogruppo Banca Popolare Etica grazie al suo 51%. Le altre banche socie di Etica Sgr sono Banco BPM (19%), BPER Banca (10%), Banca Popolare di Sondrio (10%), Cassa Centrale Banca – C.C.I. (10%). Dalla costituzione di Etica SGR, queste banche, in diversa misura e in modalità differenti nel corso del tempo, hanno collaborato al sostegno alla commercializzazione di armi convenzionali e non, anche di armi nucleari tattiche.
In pratica, il risparmiatore contrario al traffico legale di armi, che per adesione ai principi della finanza etica, dovesse decidere di investire nei fondi gestiti da Etica Sgr per non finanziare l’esportazione di armi, si trova indirettamente, invece, a finanziare le banche cosiddette “armate” attraverso la distribuzione degli utili provenienti dalla gestione dei fondi stessi. Questo comportamento sembrerebbe in contrasto con lo Statuto e la “mission” sia di Etica Sgr che della capo gruppo Banca Popolare Etica. Non solo: poiché circa l’80% per cento delle quote dei fondi comuni di Etica SGR vengono collocate dalla rete di distribuzione commerciale dei partner si deduce che quelle banche armate guadagnerebbero anche dalle attività di intermediazione delle quote di Etica SGR.
A scanso di equivoci, chi scrive sostiene il progetto Banca Etica, è socio cliente della banca e cliente di Etica SGR e da circa due anni si sta impegnando perché si possa convocare dal basso un’assemblea che possa trattare la questione sotto tutti gli aspetti. In realtà mi sarei aspettato che l’iniziativa venisse sposata dal Consiglio di Amministrazione, quale strumento migliore dell’assemblea ordinaria per trattare la questione cosi spinosa e tendenzialmente conflittuale, in potenziale contrasto con alcuni principi dello Statuto. Quest’ultimo recita: “Saranno comunque esclusi i rapporti finanziari con quelle attività economiche che, anche in modo indiretto, ostacolano lo sviluppo umano e contribuiscono a violare i diritti fondamentali della persona”. Sul Manifesto della Finanza Etica, a cui lo Statuto si riferisce, si legge che le attività economiche da ripudiare comprendono la produzione e il commercio di armi.
Capisco chi tra i soci e i componenti degli organi della banca porta avanti istanze e opinioni differenti, come comprendo chi per paura di intaccare la reputazione della Banca aspetta che il cambiamento avvenga anche molto gradualmente, alla stessa stregua mi farebbe piacere che anche chi intende svolgere un sano azionariato critico sia considerato a favore dei valori che la banca vuole proporre e non contro. Ritengo di agire per una maggiore chiarezza e per un corretto dibattito ispirato ad onestà intellettuale e gentilezza ma anche determinazione. È da circa venti anni che la questione esiste, e forse mi sbaglio, ma non credo che nessuna delle Banche abbia adottato nettamente comportamenti ispirati ai principi della finanza etica come tutti coloro sensibili al tema, si augurano.
Per definire la questione gli organi di vertice hanno preferito lo strumento degli incontri di comunicazione, alcuni on line altri in presenza: in verità questi momenti sono stati organizzati anche, ma non solo, per la forte pressione esercitata da alcuni soci e socie sensibili, organizzati in realtà aggregate o come singoli, da Nord a Sud. Questi incontri secondo la mia opinione e non solo mia, seppure meritevoli di apprezzamento, non hanno centrato il tema cardine del problema, motivo per il quale da alcuni soci sono stati considerati mancanti di alcuni aspetti fondamentali.
Per questo dalle pagine della rivista web Comune-info scrivo al CDA della Banca e ai soci e le socie sensibili, nella speranza che questa volta il mio invito venga, almeno in parte, accolto: gli organi di vertice dovrebbero intraprendere un processo di formazione e informazione il più completo possibile riguardante tutti gli aspetti della collaborazioni con le banche armate, che coinvolga la base societaria nel suo complesso e che abbia come snodi fondamentali tutte le articolazioni della banca a partire dai Gruppi di Iniziativa Territoriale, non sempre o almeno non tutti consapevoli della portata della questione. L’azione di coinvolgimento dovrebbe essere finalizzata alla discussione e al dibattito nell’assemblea ordinaria dei soci e delle socie della Banca. Se è vero che ai sensi dello Statuto di Banca Etica è competenza esclusiva del Consiglio di Amministrazione decidere sulle partecipazioni e collaborazioni è anche vero che l’argomento in questione che è antico, e che ha trovato nel corso del tempo soluzioni tampone, è così importante tanto da meritare una soluzione definitiva o perlomeno accettabile, almeno per la maggioranza dei circa 40 mila soci che compongono la base societaria di una Banca unica nel suo genere in Italia e non solo, di cui sostengo la crescita e la differenziazione rispetto ad altri modelli bancari.
Tra i soci e le socie ci sono differenti opinioni: chi considera la partecipazione in Etica SGR delle Banche Armate un male necessario, chi considera la contaminazione uno strumento valido, chi invece vede questo partenariato come una grave contraddizione. Ma comunque la si pensi, nessuno può pensare che il tema non meriti tutto l’approfondimento possibile e la profusione della massima energia informativa su almeno tre punti:
1) Occorre una chiara presa di posizione degli organi di vertice sul futuro prossimo di Etica SGR: cosa potrebbe accadere se la politica di dolce persuasione di Banca Etica nei confronti dei partner armati non dovesse avere successo? In fin dei conti è legittimo pensarlo visto che negli anni passati le banche suddette non solo non hanno dismesso le loro attività nel traffico di armi ma alcune di esse si stanno recentemente impegnando nel traffico di armi nucleari tattiche.
2) Ci sono possibili alternative al modello della contaminazione costruttiva adottato sino adesso? Dopo circa venti anni di attività è possibile una soluzione che permetta la non distribuzione degli utili (e delle commissioni di intermediazione) alle Banche Armate?
3) È possibile dedicare in ogni assemblea ordinaria annuale un punto dell’ordine del giorno specificamente dedicato al tema? Con dati qualitativi e quantitativi sul partenariato? Soggetto ad approvazione dell’assemblea seppur non vincolante per il Consiglio di Amministrazione?
Il recente incontro post assemblea di Brescia di Maggio 2023 è un passo in avanti, ma perché non inserire la questione nell’assemblea ordinaria? E magari organizzare dei momenti come quello di Brescia, di approfondimento in tempi precedenti e successivi l’assemblea formale? Durante l’incontro di Brescia i dirigenti della Banca hanno comunicato due proposte di Banca Etica: la proposta di Policy sugli armamenti, al momento in cui si scrive, già presentata alla Banche partner di Etica Sgr e il nuovo rating ZeroArmi costruito insieme alla Rete Pace e Disarmo che verrà presentato il prossimo novembre. Spero che questi due strumenti siano efficaci ma ammesso che lo siano (alcuni soci hanno proposto ai referenti di Pace e Disarmo diversi correttivi per una maggiore efficacia) non impattano sulla questione della necessità di portare il tema nelle assemblee formali. Personalmente sono tra i soci che ritengono la partecipazione in Etica Sgr sia in forte contraddizione ma sarei disposto a cambiare idea se si dovessero motivare in modo puntuale, preciso e chiaro le scelte; ecco io credo che questo non sia stato fatto ancora, probabilmente in buona fede, e per questo ritengo molto opportuno adoperarsi perché i soci e le socie vengano informati su tutti gli aspetti, senza creare divisioni e accuse di mettere in pericolo la reputazione della Banca.
Nella lettera di risposta all’articolo di Nigrizia che la Banca ha pubblicato, si legge che la contaminazione richiede “un processo lungo rispetto ai tempi di quelli auspicati da chi vorrebbe risposte drastiche e immediate, ma restiamo convinti che sia il modo migliore per assolvere la nostra mission di dimostrare che una finanza disarmata è possibile … soluzioni fantasiose come la cacciata delle banche socie di Etica Sgr non sono praticabili sul piano della normativa, non sarebbero sostenibili sul piano economico e indebolirebbero il nostro progetto di finanza etica…”. Ecco è qui il nodo: molti soci e socie non sono ancora totalmente consapevoli delle partecipazioni in Etica SGR delle Banche Armate (forse si stanno rendendo consapevoli anche grazie a questo dibattito riaperto e che era stato lasciato, forse involontariamente, ai margini). Altri che hanno dimostrato disappunto, non riescono a capire le motivazioni giuridiche, economiche, politiche dei partenariati con Banche Armate che comunque non riguardano solo Etica SGR.
Agli organi di gestione di Banca Etica tanti soci e socie, con molta umiltà chiedono le ragioni per cui i soldi dei soci e dei clienti anche indirettamente (direttamente o indirettamente che differenza fa? In minor misura o in maggior misura rispetto ad altri investimenti cosa cambia?) vanno comunque a finire anche in Banche che hanno a che fare con armi convenzionali e nucleari tattiche. Forse non saranno maggioranza, ma chiedono un ascolto e incontri di chiarimento profondi, puntuali, formali, pubblici che sarebbe un peccato a mio parere, disattendere.
La risposta di Banca etica a Nigrizia, dopo l’articolo di giugno 2023:
Joel Magoni dice
Ho letto con attenzione l’articolo, è un tema già conosciuto fin dalla nascita di ETICA SGR . Sono pienamente convinto che i CDA. di Banca Etica e Etica SGR. Stiamo facendo tutto il possibile per risolvere il problema , sono altrettanto convinto che ci vorrà del tempo. Il lavoro di contaminazione del bene è lungo e faticoso questo perché il male è ben organizzato, veloce, e dispone di molti soldi. Sta a noi cittadini del mondo fare si che le cose si invertono e fare del BENE COMUNE la nostra missione. Nel panorama della finanza non vedo alternative migliori a BANCA ETICA / ETICA SGR. quindi IO STO CON BANCA ETICA . Le critiche costruttive come l’articolo in oggetto sono le BENVENUTE e le condivido in pieno, servono per spronare i CDA. Dovrebbero fare riflettere anche coloro, che un mondo migliore non lo vogliono. Un saluto a tutti voi . Joël Magoni
andrea battinelli dice
Dire oggi che ci vorrà del tempo mi sembra non cogliere la storia del problema, e sottovalutare la serietà degli impegni che ci si prendono per giungere ad una sua soluzione, per quanto diluita nel tempo. Esso non nasce ora, è praticamente sempre esistito. Sono almeno 10 anni che i consigli di amministrazione succedutisi alla guida di Banca Etica hanno ripetutamente affermato di svolgere un confronto ed un’azione proattiva nei confronti delle banche socie di Etica SGR in relazione al finanziamento della vendita di armi. I risultati sembrano essere del tutto inesistenti, e purtroppo a queste affermazioni non ha mai fatto seguito un rapporto dettagliato sull’evoluzione concreta di questi sforzi, e sulle prospettive che l’esperienza pluriennale permette di delineare. È troppo facile cavarsela dicendo semplicemente “sto cercando di convincere” ogni volta, senza fornire una prospettiva dinamica, cioè articolata su varie tappe nel futuro ma ancorata a condizioni e risultati precisi, che renda credibili le responsabilità che ci si assumono in relazione all’esito della propria opera di convincimento. Certo che ci vuole tempo, ma ne è già trascorso parecchio.
Gianni dice
Ciao Joel anche io sto con Banca Etica, e grazie per l’attenzione, ma come ho scritto, sto premendo per un’ attenzione maggiore sui tre punti espressi nella lettera. E se mi dai una mano te ne sarei grato.
Dario Bozzaotra dice
Ho letto con forte partecipazione la lettera aperta inviata da Gianni Votano.
Un’ iniziativa encomiabile, del resto credo che l’unico sistema per cercare di modificare la situazione è diffondere tra i soci e i correntisti i termini della questione che temo pochi sappiano.
Personalmente, ma spero di sbagliarmi, credo che ci sia tanta ipocrisia nella dirigenza di Banca Etica e non ci sia nessuna volontà reale di risolvere questo ” PICCOLO” problema.
Il tante volte ripetuto proposito di volere cambiare il sistema dall’interno, facendovi almeno indirettamente parte, mi ricorda tanto la famosa foglia di fico che tanto male e poco riesce a coprire le “ vergogne”.
Sono certo che alle origini la banca sia nata con tutte le buone intenzioni di restituire etica all’uso del denaro, ma come sempre accade ben presto sia apparso evidente che intestarsi questi temi e differenziarsi da tutte le altre banche era molto vantaggioso perché si accedeva ad un mercato vergine quello della finanza etica. È brutto dirlo ma essere migliori degli altri oltre che moralmente appagante può essere anche un grande affare e se poi si scopre che apparire migliori degli altri senza in realtà esserlo è un affare molto più grosso, allora il rischio di contaminarsi diventa elevato.
E’ comunque giusto sperare che banca Etica possa rispondere a tutti i dubbi che coloro che la hanno sempre sostenuta stanno palesando e per far ciò è necessario che nasca dal basso, dai soci e correntisti un ampio movimento che induca la dirigenza ad una importante riflessione e che ciò possa sortire buoni effetti perché anche se non si diventa migliori è già sufficiente comportarsi meglio, sia pure per interesse e non più per convinzione.
Giorgia Falco dice
Concordo con quanto esposto nell’articolo. L’augurio è che la questione in oggetto venga dibattuta in assemble, ma anche nei coordinamenti d’area, nei Git e in ogni luogo, con metodi realmente partecipativi, favorendo una visione critica dei temi cruciali, non con il sistema online di raccolta delle domande utilizzato attualmente, ma attraverso il dibattito che garantisce un confronto paritario e democratico tra cda, dirigenza e soci.
Per pensare a nuove soluzioni occorre un dibattito aperto, privo di retorica (mi riferisco alla retorica della contaminazione, dello stare dentro al sistema per cambiarlo. Tutto vero ma finché ciò non comporti scendere a compromessi con i propri valori fondanti: non possiamo fare affari con le banche armate, per nessuna ragione e in nessuna circostanza se vogliamo un mondo di pace!). Dobbiamo avere coraggio fino al punto di mettere anche in conto la possibilità di dover cambiare rotta per dare vita ad una finanza realmente disarmata!
Marzia benazzi dice
Sono d’accordo
Trovo sia una contraddizione e chiedo che sia.discussa
Sono stata fra le socie fondatrici di banca etica per contrastare anche le banche armate e ora me le ritrovo ?no assolutamente no
Gianni dice
Ciao Marzia, se sei interessata scrivimi:
AndreaS dice
Grazie mille a Gianni, trovo sia un modo corretto e costruttivo di porre questa che l’articolo di Nigrizia definisce come “arcinota (ma sempre imbarazzante) vexata quaestio”
Antonio Messina dice
Ringrazio l’autore dell’articolo e spero che il commentatore Joel Magoni abbia occasione di leggere questo mio commento che, peraltro, muove dalla triste constatazione che il “dibattito” sulla questione delle banche armate socie di Etica Sgr sia ormai un dialogo fra sordi. A mia conoscenza, la questione fu sollevata una prima volta già nel 2006 (https://www.disarmo.org/rete/a/14392.html). La risposta della Banca a varie sollecitazioni sul tema è ancora, sostanzialmente, un “vedremo, ci stiamo dando da fare” non sostenuto da un obiettivo concreto, misurabile e definito nella sua scadenza. E’ evidente a tutti che si tratta di questioni delicate e tecnicamente complesse. Tuttavia, non paiono più delicate e tecnicamente complesse delle molte che qualsiasi banca, Banca Etica inclusa, deve affrontare. A renderla più grave di altre, per me e per altri soci, è il carattere identitario della scelta di non sostenere, neppure indirettamente, il commercio di sistemi d’arma. E’ anche per questo che “faremo, vedremo” non può essere considerata una risposta soddisfacente.
patrizia tamanti dice
Grazie per l’articolo illuminante. Sono da anni socia di Banca Etica e la mia scelta fu determinata essenzialmente dal rifiuto che i miei soldi fossero utilizzati per trafficare in armi. Confesso che non sapevo nulla. Sono molto turbata e profondamente delusa. A questo punto concordo con una presa di posizione decisa della dirigenza di Banca Etica e una pressione da parte dei soci e correntisti.
Marino Tarizzo dice
Condivido pienamente l’articolo dal forte tono propositivo. La moral suasion nel campo dei quattrini non ha prospettive. O di qua o di là. Basta soldi alle armi!
Silvano Sabbatini dice
Sono socio da poco tempo di Banca Etica. Dal contenuto dell’articolo e dei relativi commenti, nonché dal linguaggio usato nella risposta data all’articolo su Nigrizia dalla “Amministrazione” (“soluzioni fantasiose” e “impraticabili”), colgo, dalla bassezza dei miei 70 anni, anche in Banca Etica gli stessi limiti che caratterizzano le “grandi organizzazioni”: un gruppo dirigente “realista e con i piedi per terra” che sembra aver deciso le cose separatamente dal resto dell’organizzazione. Ci sono dentro da poco e mi scuso per essermi perso (forse) anni di discussione sull’argomento; che spero vivamente ci siano stati. Certo, ci rimango piuttosto male
Gianni dice
Grazie Silvano, se sei interessato alla questione e pensi di poter impegnarti ecco il mio indirizzo:
Claudia Tessaro dice
Grazie, Gianni per il tuo contributo pienamente condivisibile. Sono socia e cliente di Banca Etica e cliente di Etica SGR e pure io sto dalla parte di Banca Etica. Mi complimento per la tua determinazione e per la tua gentilezza. Se dopo più di 20 anni dalla costituzione di Etica Sgr c’è ancora bisogno delle stampelle della ‘finanza armata’ forse bisognerebbe avere il coraggio di ammettere che ‘100% finanza etica’ può essere solo uno slogan elettorale per l’elezione al consiglio di amministrazione ma non ancora una concreta realizzazione.
Paolo Trezzi dice
Non vorrei essere letto come sgradevole, mi limito ad essere realista.
Questa lettera aperta, pacata, chiara, argomentativa, sottoscrivibile in toto di Gianni Votano è sempre importante ma non è utile.
Se mi si passa la forzatura.
DOPO TRENT’ANNI, davvero la domanda se Banca Etica deve stare ancora con le Banche armate è una domanda alla ricerca di una risposta?
Dopo trent’anni se non si è trovata una risposta è perché o non c’è o, per me, perché non la si vuole trovare o la si è già trovata.
Dopo trent’anni bisogna prendere coscienza che non è né all’ordine del giorno né mai potrà esserlo.
Il tema è irrisolvibile.
Prendiamone atto.
Se il mercato finanziario non genererà mai un’alternativa separata dalle banche tradizionali non potrà mai essere il tempo di dare una risposta a questa domanda.
Pongo qui la domanda successiva: se la gestione, il collocamento, gli investitori e quindi la raccolta sono prevalentemente dovuti e intercettati dalle banche socie e tradizionali, come è possibile pensare di chiudere i rapporti così proficui e vitali?
Proverò a essere più argomentivo e ampio con un intervento che manderò a Comune-info per spiegarmi meglio.
Spero
Gianni dice
Ciao Paolo se sei interessato ai punti che ho esposto nella parte finale della lettera ti prego di contattarmi. Ecco
fabrizia paloscia dice
Ringrazio dell’articolo, sono socia e veramente affranta, non sapevo nulla,,,,,quanto mi dite è una fortissima contraddizione di etica SGR. Ho traghettato molte persone e imprese, ne ho fatto una vera campagna aziendale e personale senza mettere i manifesti, mauro bracci, Firenze, lo sa….ho creduto in buona fede che tutto fosse rispettato, non potevo pensare che il tema identitario fosse così inquinato.. non ho approfondito e scoperto che ci fosse questo tema così conflittuale nei valori fondanti. Il mio tempo lo passo a costruire una sfida enorme e di pace a 360 gradi a brindisi … città ferita e ferita… oltreché bellissima. Non voglio sentirmi in colpa di non aver avuto questo tempo…mi sono fidata…mi sento tradita, voi che potete investire tempo, perdonatemi, ma ricollocate con urgenza questo tema gravissimo, no armi, no banche armate!!!! Non c’è tempo da perdere!!! Altrimenti dirò a tutti i miei contatti di ritirare i soldi, sto tradendo anche loro che ho convinto. Nessuna pacatezza, mi spiace è proprio grave!!!
Pietro dice
Perfettamente d’accordo. È meglio essere irrilevanti o agire come la goccia che scava la pietra. Se non ci fossero le banche partner i prodotti sostenibili di Etica sgr non verrebbero praticamente acquistati e si perderebbe l’occasione di partecipare alle assemblee dei soggetti nei quali si investe operando una forte e inequivoca azione trasformativa
paolo trezzi dice
mah.
Pietro, tra l’essere irrilevanti e una goccia nel mare, si può essere altro. Che non è ne’ essere irrilevanti nè una goccia nel mare.
Inoltre oltre a chiedermi in termini reali, concreti quali siano i successi, misurabili e determinanti che possiamo annoverare in calce a un fondo etico? Non parlo a scanso di equivoci delle performance di rendimento nè di impatto ESG che sono, questi ultimi, indipendenti da Etica sgr.
Per votare in assemblea delle società e far valere le istanze etiche ect non serve un fondo e nemmeno comprare migliaia di azioni e milioni di euro.
Basta un’azione.
maria grazia gagliardi dice
Sono socia anch’io di banca etica e di questa storia non ne sapevo nulla, però non mi stupisce. Anni fa avevo contestato alla direzione della banca che nei loro uffici vengono usati prodotti della Hewlett Packard, in particolare le stampanti HP, per le quali è in atto una campagna di boicottaggio. L’azienda è implicata nell’occupazione della Palestina e da anni il BDS invita al boicottaggio di HP. Non ho mai ricevuto risposta alle mie rimostranze.
Gianni dice
Ciao Pietro, tra essere irrilevanti o agire come la goccia del mare ci sono tre proposte che mi sono permesso di illustrare nell’articolo. Se vuoi contattarmi: a presto.
Pietro dice
Bhè non è la stessa cosa partecipare con un’azione assembleare con 4 azioni o con un peso maggiore. Tra l’altro le regole che si stanno introducendo nemmeno pertmettono più di proporre interrogazioni in assemblea di società quotate. Il discorso NON è tecnico però, ma strategico. Se la Finanza Etica, debba mantenersi nella “nicchia” o invece cercare di rendersi più visibile e pervasiva, anche nel contesto di cambiamento e transizione in atto. Per quanto mi riguarda la seconda opzione è preferibile
Paolo Trezzi dice
Vero.
Vorrei però capire con una società/titolo come Ebay inc, Telecom, Merck &co, Honda Motor… ect quante azioni servono per avere un peso maggiore.
Ho avuto esperienze professionali e politiche dove le azioni (i voti) non si contano ma si pesano.
Concordo molto Pietro invece che la Finanza etica debba rendersi più visibile e pervasiva ma i contesti di transizione e cambiamento quando è tempo che abbiano una verifica dell’efficacia, dei risultati? E quando questi risultati sono da ritenersi sufficienti, adeguati, senza arrivare per forza al raggiunti?
A lato, ma è una digressione forse, vorrei capire e interrogarmi quando e quanto la definizione di “nicchia” è da ritenersi ancora calzante o si può dire non più applicabile
Gianni dice
Ciao Pietro mi permetto di sottolineare che il tema della lettera aperta non è tanto etica sgr si etica sgr no, è anche questo, ma soprattutto è prendere decisioni con completa cognizione di causa, rendere edotti i soci e le socie, avere investitura nelle assemblee formali istituzionali anche delle attuali e passati scelte. I tre punti di cui scrivevo nella lettera, che per altro sono obiettivi minimi. E che spero non vengano disattesi come altre richieste. Ecco la mia mail
Maurizio Mastrogiovanni dice
Nella risposta di Banca Etica a Nigrizia, questa sostiene che il processo di finanza disarmata è un “processo che richiede tempi più lunghi di quelli auspicati”.
Di questo ne sono convinto, ma quando si parla di tempi lunghi, senza definirne un limite, si agisce in cattiva coscienza.
I tempi possono essere lunghi, ma se non si stabilisce un processo calendarizzato in cui è necessario che avvengano determinati risultati VERSO l’obiettivo finale della finanza disarmata, allora si mena il can per l’aia.
In conclusione, come cliente io sto con Banca Etica ma non sottoscriverò titoli di Etica Sgr, fino a quando non ci sarà una posizione più chiara.
Padrin Gianni dice
Mi mancava questa parte negativa della banche che anch’io ho aiutato a fondare.
Da vari anni non seguo le vicende, anche per la non rispondenza con la mia visione totale.
Ho vari punti in cui ho perplessità, alcune dette anche in assemblee di anni che fu :
1) guadagni sempre bassissimi se non negativi
Si deve sempre considerare l’inflazione,
ma non mi pare di aver mai sentito parola
2) nelle lettere annuali, una descrizione molto peggio di scarna,
quasi a NON voler spiegare nulla se non il minimo + il tempo che passa
3) pubblicità scarsa e/o ad effetto quasi nullo
4) mi pare tutti mentalmente Covizzati e Vaccinati,
in merito ho scritto anche un libro :
Pandemia di Assassini, Kriminali e ignoranti,
1 dei 105 libri che ne parlano con dettagli e documenti, oltre che altri 50 libri che non ne parlano in maniera esclusiva, ma che descrivono anche la parte preponderante socio politica, + 3 libri scritti dai kriminali mondiali che hanno descritto da decenni quello che sta accadendo con dovizia di particolari . . .
6) BE segue le direttive dei governi italioti TUTTI CRIMINALI, UE compresa
7) Continuano a Versare milioni x il Fondo Salvabanche,
sapendo (o dovrebbero sapere) che TUTTE LE ALTRE BANCHE sono PARTE DI UN SISTEMA CRIMINALE INTERNAZIONALE, escluse alcune ultra piccole . . . vedi fallimenti delle varie banche SBANCATE A KOMANDO italiote, con casi eclatanti di Veneto sbanca e popolare di Vicenza-mafia di Palermo,
con 200.000 soci rubati (con vari omicidi chiamati suicidi di soci & fallimenti di famiglie e società in quantità industriali) NESSUNO IN GALERA.
Spariti 12 miliardi, ma i beni immobiliari e mobiliari NON sono stati venduti ?
Incamerati alla nuova banca kriminale x 1 + 1 € ?
Altrettanto MPS, la banca del Piddì, partito di DESTRA, MAI stato partito di sinistra,
fin dalla morte di Berlinguer, Moro, Pasolini by Cia . . .
NON mi sembra di aver letto ASSOLUTAMENTE NIENTE IN MERITO
ALTRIMENTI sarebbe uscito qualcosa sui giornalazzi e Tv ASSASSINE komandate e di proprietà dai vari nazisti maltusiani che komandano il mondo.
8) di altre questioni da parte di Banca Etica ZEROASSOLUTO
COME FOSSE UNA DELLE TANTE che di Etica manco il nome.
x 2 volte alle assemblee a cui dicevo che i mezzi del marketing giusti,
e con le positività etiche che ha questa banca,
si potrebbe fare molto di +. Mi hanno risposto :
“Siamo sempre in salita, a noi basta, altrimenti poi ci sono problemi di gestione”.
Evito di scrivere ciò che molti che conoscono, pensano e penso sia accaduto.
Solo a voce
Gianni Padrin da Vicenza 348 8729418 via Pioppi 7 Marola di Torri di Quartesolo
uscita autostrada Vicenza est e anche nord
Questa lettera può essere utilizzata a piacere e pubblicata
Vincenzo dice
Salve, mi meraviglio che Crosetto & co. non abbiano attaccato Banca Etica e la campagna “Banche armate”.
Per fortuna c’è ancora chi, come Nigrizia e Comune-info, si pone e pone domande.
Trovare con estrema difficoltà traccia di questo problema nei materiali on line di Banca Etica non mi pare un bel segnale. Pochi giorni fa ho partecipato ad un incontro al quale erano stati invitati membri del GIT di Banca Etica e sono rimasto sorpreso nel vedere che iniziavano il breve intervento proponendo la visione del video “Goal Bank” della rivista Valori, che mi sembrava un vero è proprio auto Goal. Ma sospetto che le persone intervenute non ne fossero consapevoli. Provare a minimizzare o peggio ancora a cercare di mimetizzare il problema mi sembra un errore strategico enorme, se di strategia si tratta. Guardate la vignetta di Vauro su Nigrizia: “Banca MimEtica”
pasquale adamo dice
buongiorno, sono socio di banca etica e mi sono sempre prodigato in qualsiasi realta’ sociale per promuovere Banca etica e la finanza sociale. non mi sento di dire che tutto quello detto da alcuni commenti sulla “contaminazione” sia vero.E’ vero che Banca etica e’ 100 % free armi, potrebbe essere vero che Etica sgr cerca lo stesso obiettivo ma c’e’ un ma. Nel consiglio d’amministrazione il rappresentante di banca etica quando stringe la mano degli altri soci, sporca di sangue armato non si sporca pure lui di sangue e legittima l’altro? Negli ultimi 5 anni mentre crescevano gli utili di etica sgr che venivano distribuiti ai soci “assassini” (un arma serve solo per sparare e ammazzare) questi aumentavano nello stesso tempo la loro partecipazione alla produzione di armi arrivando ad 1 miliardo di capitale investito. Non c’e’ una contaminazione che abbia previsto la riduzione graduale dei soci armati nella loro attività armata anzi e’ aumentata. 20 anni di “contaminazione” che non ha portato ad un solo proiettile non fabbricato ma ha aumentato la quantità di armamento.