“Il tempo della cura è anche il tempo del cerchio”, scrive Lorena Fornasir raccontando uno dei tanti pomeriggi di accoglienza spontanea e collettiva dei migranti della Rotta Balcanica, vissuto a Trieste insieme a tanti e tante. Sabato c’erano anche Giulia, Anna, Maya, Fedra, Margherita, Anna, Emma. ragazze di 12-15 anni arrivate da Trento per consegnare lettere di fratellanza/sorellanza
Trieste, 20 aprile 2024. Il tempo della cura é anche il tempo del cerchio. Sabato 20 eravamo tutti assieme e tutti attorno a raccontarci cosa succede ai nostri confini di terra: c’erano Fornelli resistenti di Treviso con la loro abbondanza e la cena per tutta la “Piazza del mondo” (Piazza della Libertà, dove ogni giorni arrivano decine di migranti della Rotta Balcanica, accolti dall’associazione Linea d’ombra, ndr); c’era il Gruppo giovani del vicariato di Valstagna-Fondato (Vicenza); C’era Matteo Marivo che dal mattino si è preso cura del Silos (i vecchi capannoni, tra la stazione e il porto di Trieste, nei quali cercano rifugio decine di migranti) e a sera è venuto in piazza con il cantautore ferrarese Enrico Cipollini e Anna Prouse. Poi eravamo in tanti e tante, come sempre, con Licio e Francesca da Viareggio, con Giorgio Libribelli, e tutti gli altri e altre che rendono vivo questo spazio di comunità resistente.
C’era però anche H., scosso dai brividi della febbre, e gli altri giunti dai monti: tutti afghani, tutti in esilio dalla loro terra dove una politica spietata li vorrebbe morti.
C’era, infine, un piccolo e bellissimo gruppo di ragazze scout di Trento che aveva preparato un messaggio di augurio per ogni ragazzo per seminare un sogno di fratellanza/sorellanza. Le ragazze scout, pure e forti come i gigli dei campi, hanno scritto venti lettere da consegnare ai profughi e questo messaggio:
“Ciao, siamo le ragazze del gruppo scout di Trento di ieri, siamo sette ragazze tra i dodici e i quindici anni, ci chiamiamo Giulia, Anna, Maya, Fedra, Margherita, Anna, Emma. Ieri abbiamo aiutato i Fornelli resistenti a fare i piatti e abbiamo consegnato le lettere che abbiamo scritto per i ragazzi. Abbiamo parlato con loro, ci hanno raccontato le loro storie e abbiamo giocato a calcio insieme. È stata la nostra prima esperienza di questo genere e ci ha colpito molto il fatto che questi ragazzi abbiano sempre il sorriso nonostante quello che hanno passato. Ci ha colpito tanto anche la loro felicità nel ricevere le nostre semplici lettere. Grazie per tutto”.
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Mauro dice
Grazie, Linea d’ombra. La vostra Resistenza è un esempio contro una modernità elusiva e indifferente!